Aquile in Abruzzo 2007

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Finestre sull'Abruzzo

Alberto Sala 

 

Lenticchie

"Perchè dobbiamo passare da Castelluccio?" chiedo, dopo aver lasciato il primo tratto del trasferimento in Abruzzo, composto da una prima parte d'autostrada, dove ogni tanto mi affiancavo a Iosca e a GuzziRock per un po' di tempo, ad ammirare quanto sono belle viste di lato in movimento le nostre Guzzi, con il vibrare del ruotone dietro che gira in continuo radial blur, con grotte di metallo rilucenti del sole che vi si insinua a seconda delle curve della strada. La seconda parte sarà già un bell'assaggio delle colline marchigiane, anche se ancora la strada non è ben sgombra dagli ingombranti ospiti a 4 ruote.
"Fidati" è la risposta di Iosca. E io mi immagino un paesino con un bel castello su un dirupo. Invece attraversiamo sì un paesino ma nulla di speciale, fino a che in uscita sulla destra si apre un panorama pazzesco. Siamo sopra un altopiano verde e giallo, vastissimo, con tanto di strada in mezzo dritta come la riga di un geometra, che si perde nell'infinito. E' la prima volta che vedo un luogo del genere in Italia. Il giallo è dato dai fiori delle lenticchie, che ancora non sono del tutto fiorite: fra qualche giorno si vedrà tutto giallo, e beato chi sarà lì a goderselo. In ogni caso: mozzafiato.


La testa

A volte se non spesso i nostri giri in moto somigliano al Giro d'Italia. Venerdì pomeriggio, nonostante la pioggia, la testa della carovana da Amatrice a Pescasseroli era in fermento. Sono tutti lì, tra i primi, a ripetere un rito costante: ecco che uno esce sulla sinistra ma senza prepotenza, a superare uno o due moto (verrebbe da dire 'concorrenti'). Ma senza portarsi in testa, come a badare a risparmiare le forze e a non sbilanciarsi. Appena però uno si lancia in testa sorpassando impudentemente il gruppo, ecco che si scatena la bagarre. Chi si porta in testa inevitabilmente lancia la sfida, perchè tutti si usmano, si studiano, si fiutano le moto, le gomme, le posture. Non ricordo chi ha movimentato, forse non c'è stata una vera fuga lanciata ma un po' tutti nonostante la pioggia hanno cominciato ad agitarsi sulle proprie selle. Forse Gnappo è il più irrequieto, mentre davanti Vladimiro pennella tranquillo e veloce.
Ho sempre avuto timore dell'acqua in moto, e mi ritrovo ad andare più veloce di quanto pensassi. Sono anche un po' curioso di quanto possano tenere le Diablo Corsa sul bagnato e sento che tutto sommato per essere gomme sportive non fanno scherzi.
Attraversiamo di tutto, proprio come ciclisti al Giro. La cosa forse più insidiosamente bastarda sono le chiazze in curva, sotto agli alberi ma sull'asfalto, di foglioline cadute a terra. Meno male che si notano nel buio dell'ambiente dopo la repentina dipartita del sole. Anzi no, mi correggo: la cosa più bastarda sono le merdacce. Di cavallo, pecora... la provenienza è ininfluente sull'effetto, e memore del volo sui tornanti di Albiate la evito come la merda (appunto). In più mettiamoci ondate di brecciolino, insomma: la strada forse era per il paradiso ma non era un paradiso. E noi non eravamo santi, anche se sono certo Gnappo ne abbia invocato qualcuno quando colto da un eccesso di agonismo scatenante un altrettanto eccesso di strizza inchioda e dimostra a tutti il concetto geometrico di tangente. Tutto appare al rallentatore: la gomma posteriore dapprima bloccata che poi lentamente riprende a ruotare scintillando pioggia, la moto di Gnappo con su Gnappo (quindi una massa che definiremo di discreta volumetria) che valica la riga bianca di mezzeria con conseguente accensione dell'allarme rosso, la massa critica che attraversa la corsia opposta e si infila come un treno sul suo binario nuovo dopo lo scambio nell'angusto e sottostante spazio tra careggiata e guard-rail, e ivi si ferma. Nel contempo ci fermiamo tutti e credo che nessuno abbia resistito all'istinto di scoppiare a ridere, pur in considerazione che il guard-rail fosse l'ultimo baluardo. Poi è sembrato come se qualcuno dicesse a Gnappo: "ALLORA, CHE CAZZO ASPETTI?!?" e il Gnappo Illeso immediatamente si squote, riaccende il bolide, innesta la prima e risale in strada, per proseguire come prima, un po' avanti il Comandante, poi Vladimiro...
Iosca perde la mia ruota, e sarà una disattenzione che gli costerà cara. Mai quanto Zinfo, che si ritroverà in un disco che conosco bene... (clavicola destra rotta, però a lui la fasciatura stava bella larga, se becco il mio ortopedico...)


Grandine

Ripartiamo da Campo Imperatore velocemente, sta già cominciando a gocciolare, facendo una strada nuova, passando cioè da Castel di Monte. Ad un certo punto passa una Griso, saluto e due nanosecondi dopo mi accorgo che quella non è una Griso qualsiasi ma la Zero! Inchiodo e faccio inversione per recuperare Filippo, segnalo agli altri di aspettare ma quelle minchie non capiscono e mi rispondono al saluto. Filippo è di volata, ha avuto problemi con la pinza posteriore per strada ed è arrivato tardi, facciamo un pezzo di strada insieme e poi ci saluta. Intanto il cielo è arrivato prossimo al 100% del nero e piove. Man mano che scendiamo la pioggia si trasforma in diluvio, non si vede più nulla dalla visiera, mentre la strada, dal primo subire solo qualche attraversamento di torrenti diventa essa stessa un torrente, con la grandine che comincia a picchiare sulle spalle. Ma non bastava, lo scenario non era sufficientemente arduo: sono a secco con la benzina e di colpo la pompa del freno davanti va completamente a fondo corsa. Meno male che non sono solo e probabilmente paradossalmente le tonnellate d'acqua riversate sono state provvidenziali nel costringermi ad andare pianissimo, frenando praticamente solo di motore e freno posteriore (che sul Centauro può servire in pratica solo in questi frangenti, come fosse una scialuppa).
Poi quasi di botto smette di piovere, raggiungiamo un distributore fortunatamente aperto e spurghiamo la pompa. Tutto a posto: possiamo ripartire per prendere... la seconda secchiata di grandine! Siamo stati lì a valutare quale strada fare per il rientro a Pescasseroli ma sono convinto che qualsiasi fosse stata la nostra decisione non avrebbe cambiato il nostro destino. C'è da dire che qui i fenomeni atmosferici sono irruenti ma flebili nel tempo, così l'ultimo tratto torna ad essere da godimento assoluto.


Volti

Un giorno lo dovrò fare. E' da un po' che ce l'ho in mente. Ma non vi dico cosa: solo che lo farò, prima o poi, e lo posso fare solo al nostro incontro. Perchè tutti valete tantissimo.
Non so mettere un nome a tutti e la dislessia arranca, ma intanto: Mattia ha una faccia felice come un bambino. Marco tra il primo raduno con noi, lo scorso anno, e questo ha cambiato tre moto e nessuna è una Guzzi, ma non si perde il nostro circo. Il Comandante è una certezza di sana risata e di abbracci. Il Reverendo sembra insensibile, sembra capitato per caso (e guardando la sua mise di sabato sera chi obietterebbe?) ma sghignazza sulla sua Imola. Iosca è una gatto sornione. Tatuato... il fatto che c'è è la sorpresa che mi rende più felice. Milingo è un nuovo compagno. Piero lotta con la sorpresa del Tatuato per la leadership. Isa è affascinante. Zinfo è un gladiatore. Lalla è golosa. Peppe è uno spettacolo. CP è una meteora. Goffredo un poeta. Fange racchiude tutta Roma. Enrico suona da dio anche in sella. Con Valter c'è molto in comune. Almerico è leggero sulla Griso. Con Pedro condivido il tempo che vorremmo in più. Davide è autentico. ll Berghella se non ci fosse andrebbe inventato. Giorgia e Luca sono un miracolo. Michele una roccia. Antonio è uno di noi. Nello liso è un vero minchia. Gnappo non liso è ancor più minchia. Pask è adorabile. Attilio mi è simpatico. Tonirag ha fatto un bel salto. Gianni canta con l'Anima Guzzista. Mauro è disinvolto con la chitarra come con la sigaretta. Ciro con la tastiera, lui non fuma. Cristina è gioiosa. Livio è tenace. Filippo è bastata la toccata e fuga. Il Ciampoli è grande! Steven pure! Michele e il suo Le Mans notevoli. Marcello è gentile. Beppe è ansioso di guzzismo. Vladimiro è un dio greco e ha lavorato da dio, greco o meno.

Ha ragione Pedro. Voglio più tempo. Il prossimo incontro una settimana intera!

Alberto

© Anima Guzzista