ENDURANCE CLASSIC MORES
QUANDO UNA GARA A MORES...
TI FA' SCOPRIRE (OLTRE CHE AD ESSERE CAMPIONE) DI ESSERE ANCHE UN MINCHIA DA OLTRE QUARANT'ANNI...
Testi: Graziano (GMGMOLE58)
La prima cosa che facevo era quella di guardare il cielo...
Uscendo di corsa da casa dopo il permesso dei miei genitori,scendevo
gli scalini a due a due e aperto il portone guardavo in su..
Quel cielo alla fine degli anni 60 e inizio dei '70 era di un azzurro tutto particolare, proprio come cantava Celentano.
Quel colore intenso e pulito dava sempre maggiore risalto alle mie scorribande in bicicletta.
Bicicletta... forse allora questo termine era poco appropriato.. quella
cosa a due ruote e due pedali era pronta a trasformarsi a seconda delle
necessità e del tipo di avventure, in cavallo,macchina della
polizia....motocicletta... è si, proprio motocicletta!
In quel caso la potenza e la velocità del mezzo meccanico erano
esaltate dallo spessore del cartoncino delle cartoline postali
raffiguranti luoghi "esotici" come Rivabella o Gabicce Mare.
Venivano accuratamente serrate nella forcella anteriore con alcune
mollette attaccapanni, " prese in prestito" per l'occasione dagli
stendibiancheria posti nei cortili,
e andando a sbattere nei raggi, contribuivano a creare un rumore ritmato e ciclico che aumentava all'aumentare delle pedalate.
Il tutto impreziosito da uno o più tubi di scarico attaccati con nastro adesivo ed elastici.
Venivano utilizzati pezzi di "cerbottana" ormai rotti o schiacciati
dopo aver combattuto interminabili guerre lanciando verso gli avversari
i razzetti o pumini rossi.
Una volta ricordo che di tubi ne attaccai ben quattro, proprio come nella MV di Giacomo Agostini.
Quella domenica il mitico Ago, o Mino per gli amici aveva vinto ben due gare di fila in 350 e in 500.
Con gli occhi incollati allaTV, mi rendevo conto che non c'era solo lo
schermo a rendere troppo distante quel mondo così
sospirato,ambito,desiderato....e quindi, come sfogo liberatorio, le mie
pedalate erano sempre all'eccesso proprio per cercare di imitare
grazie all'aiuto delle cartoline,il rumore dell'MV in corsa verso la
vittoria.
Passione e un pò di rassegnazione sperando che il tempo passasse
veloce come il ritmo impresso ai pedali spinti dalle mie gambe dalle
ginocchia spesso sbucciate e i calzini sempre appoggiati in fondo alle
caviglie...
La sera prima della gara, Laura "locandiera dalle generose forme"
dell'albergo CAVALLINO ROSSO aveva contribuito non poco a infondermi
un'euforia inaspettata,consegnandomi le chiavi della camera n.44!!!
Il mio numero da corsa!
Quel piccolo particolare aveva creato in un attimo un immenso senso di
fiducia per il buon andamento dell' endurance di 4 ore sul corto,un
pò selvaggio e un pò dolce saliscendi di Mores..
Ci voleva quella camera accogliente e così pure la cena col
porceddu e altre leccornìe gustate insieme a piloti,meccanici e
amici al seguito, per godere il meritato riposo dopo una giornata di
prove,un pò uggiosa che lasciava qualche dubbio anche per il
giorno successivo.
Alla mattina, spalancate le finestre, un quadro piacevolmente riconosciuto si presenta ai miei occhi.
Un cielo privo di nuvole e di un azzurro intenso proprio come quello del Cele..
Il box a nostra disposizione è ampio e luminoso.Il Bianchi e il
" Boccia" stanno ultimando i preparativi per consegnarci l'Honda 500
four sempre e costantemente ululante castigamatti.., è da tempo
ormai che la n.516 è vista con timoroso rispetto anche dai
guzzisti più incalliti della open..
Pensando di guidare una "jap" provo adesso una bella soddisfazione.
E' strano come i ricordi certe volte ti ritornino così prepotentemente alla mente.
Io che non ho mai posseduto una moto con più di due cilindri, mi
sono reso conto che il rumore così acuto e assordante del nostro
mezzo è simile a quello che sentivo uscire dagli scarichi dei
Kawa750 h2 con le espansioni,o gli z900 coi quattro in uno Termignoni
all'epoca del mio motore a cartoline...
Quelle accelerazioni brucianti nel vialone dove abitualmente si
giocava ancora le ricordo ,come risento gli stessi brividi lungo
la schiena quando mi danno in mano la 516 e mi appresto ad entrare in
pista per le prime prove cronometrate quì a Mores.
Non volevamo partecipare qui ,sino a quando non siamo riusciti a
guadagnare punti nel settembre scorso a Cartagena rispetto al
TEAM OLD FIT RACING di Calandrina e Ferrarini .
Già confermatici campioni europei nel mitico tracciato
spagnolo,non potevamo essere assenti qui per il titolo italiano....
Gaddinyo e Tonymang non riescono ancora a digerire la pista ma a me piace da morire.
Riesco a fare alcuni giri veloci più o meno come Calandrina, il
problema è che Ferrarini gira ancora più veloce di
noi.
Abbiamo ancora da mettere a punto i rapporti,questi sono troppo lunghi
e in gara dovremo per nostro errore usare ancora marce troppo basse.
Cerchiamo di verificare qualunque cosa e prendiamo maggiori
informazioni sui nostri diretti avversari: i loro tempi di rientro ai
box,quanti rifornimenti potrebbero fare, e tutto quanto ci potrà
servire per migliorare la nostra posizione.
Sappiamo che sono avversari temibili con un Ducati che và davvero un pò troppo forte...
Dopo le tre prove cronometrate ci sentiamo pronti ad approntare la gara di 4ore.
Tocca a me partire e sono talmente motivato a vincere che non mi sento nemmeno teso come le altre volte.
Questa tranquillità però contribuisce a non farmi
accorgere che il Direttore di Gara "opportunamente" nascosto dal 1°
in griglia abbassa la bandiera.!
Parto in ritardo e per rendere ancora più diabolico il fatto,la
moto si " imballa",perdo un mucchio di tempo e quindi metri importanti
per approntare la prima curva a sinistra.
Quì speravo di passare da subito il Pantah.
Fortunatamente Licio ormai anche lui " vecchio" del mestiere ed esperto
in partenze stà dalla mia, nonostante lui sia partito bene
mi lascia andare avanti.
Sono furioso!!, mai perdere la guardia!!,Calandrina è partito veloce e mi ha già dato un bel pò di strada.
Questo mi infonde ancora più determinazione e aumenta la voglia
di approntare immediatamente la strategia che avevo proposto ai miei.
Partire subito velocemente e imprimere un ritmo tale da stancare i nostri avversari il prima possibile.
Nonostante sia un minchia da più di quarant'anni,riesco ancora a
essere costante e "veloce" ancora per 45 min.di fila,perciò
avevamo deciso di allungare al massimo i turni..
Lo vedo Calandrina,ci stà dando di brutto ma mi accorgo che
posso superarlo con facilità,l'Honda è veloce e in curva
io lo sono più di lui.
All'inizio del terzo giro,dopo che anche il Max Mantovani mi
dà amichevolmente strada, con una staccata che a momenti
si stacca la catena da quanto mi salta la moto dietro,lo infilo in
fondo al rettilineo e mi fiondo sulla curva a sinistra in salita.
La carena tocca troppo ( alla fine ci sarà un bel buco..) e credo di aver toccato anche il pedale.
La gomma dietro si alleggerisce troppo e un'altro brivido mi pervade la schiena,ma l'Hondina tiene..
Finita la curva parto a razzo col desiderio di lasciare sempre più distanza fra me e i nostri temibili avversari.
Riesco senza errori a terminare il mio turno, recuperando qualche
giro,grazie al fatto che Calandrina si è dovuto fermare alla
mezz'ora.
Con qualche piccolo ritardo il Pantah rientra con 6 giri in meno sulla tabella di marcia,,,
Francesco Gaddi entra, ma iniziano le noie al cambio, la terza salta, ci scappa qualche fuorigiri che ci preoccupa non poco.
Nonostante il problema riusciamo a tenere la posizione sino a quando il Ducati ci passa.
Rientro sempre più deciso a combattere per la vittoria, mi
accorgo che la moto dei nostri avversari fuma un pò, mi
rallegro,(anche se subito mi pento un poco) perchè penso che ci
sia un pò di giustizia almeno: noi col cambio che inizia a fare
le bizze e loro col fumo negli scarichi..
In effetti la 516 ha qualche momento di crisi,la terza non entra bene,
e più di una volta entro nella curva del rettilineo ( terza
piena) con la marcia disinserita.
E una volta il motore si spegne!!!
Cerco di stare in traiettoria rallentando il giusto e aspettando il
momento per inserire nuovamente la marcia e riaccendere il mezzo
meccanico.
Purtroppo non aspetto quanto basta e a moto ancora leggermente piegata schiaccio frizione e inserisco la maledetta terza.
La moto ha uno scivolamento col retro,la ruota patina e lascio una virgola nera lunga qualche metro..
L'effetto che ottengo e da disarcionamento a sedere in aria e mi prendo un bello spavento.
In ogni caso riparto e con una vampata da caldo che mi sale sul
faccione sudato, faccio appena in tempo a vedere il bianchi sul muretto
che avendo visto il mal lavoro si mette le mani sulla testa in segno di
disperazione. Devo aver fatto un bel numero!!
I giri si susseguono e ci alterniamo alla guida,siamo di nuovo in vantaggio di ben 8 tornate.
Mi spiace un poco per i simpatici Calandrina e Ferrarini poichè
la loro moto fuma parecchio e sapremo a fine gara che ad ogni sosta
devono rabboccare di olio il motore.
Alla fine ne consumeranno ben 4 litri in quattro ore ,una buona media non c'è che dire!!
Mancano ormai una ventina di minuti e Antonio Mangino è in
pista, stà viaggiando costante e mantiene la posizione..il
cambio è ormai alla frutta e ogni marcia diventa sempre meno
stabile, a un certo punto rallenta vistosamente.
Ci allarmiamo, in un giro suo Calandrina ne recupera due, si stà avvicinando paurosamente.
Uno sconforto esagerato ci assale quando vediamo Tony arrivare
giù dalla discesa e imboccare la via dei box, la moto si
ferma... sconsolato tira sù la visiera urlando: Il cambio
è andato!!!.
< Come !!!!??> rispondo, <Non è possibile ora, mancano due giri!!!!!!>
Piuttosto li faccio a piedi rispondo e salendo sulla moto mi faccio spingere,la prima,seconda e terza non vanno!!!
Sembrano tante cartoline di metallo che sbattono sui raggi di una ruota!!!
Finalmente la 4° entra e riesco a mettere in moto.
Esco dalla pit line che il rumore dello scarico è praticamente
nascosto da quello degli ingranaggi che continuano a macinarsi!!!!
Sono gli ultimi due giri e credo che anche la frizione mi
lascerà presto,poichè non solo prendo larghe le curve di
Mores,ma sfriziono pure, visto che la quarta fa fatica a riprendersi
specialmente in salita.
La ciminiera Calandrina ha recuperato altri giri ma finalmente arriva il traguardo;
I miei sono in piedi sul muretto e passando li saluto alzandomi col braccio teso!!!
Ce l'abbiamo fatta!!!.
Nonostante tutti i problemi e la nostra scarsa esperienza nel
guidare una Jap 4 cilindri, siamo riusciti nel nostro intento!!!
Era una promessa fatta a Tony ad inizio campionato, gli dissi: Hai
avuto la malsana idea di propormi la guida della tua moto e ti dico che
con questa vinciamo!!! me lo sento!!
E così è stato.
Gli spalti sono pieni di folla!!
Li vedo e applaudono, si sono entusiasmati tutti!!.
La presenza di appassionati è principalmente dovuta alle le
corse successive dove si avvicenderanno le moto moderne.
La scelta di far correre l'endurance a cavallo del mezzogiorno si è rilevata vincente..
Dovrebbero prevedere anche in seguito l'ottimizzazione degli orari
delle gare non relegandoci alla fine manifestazione, quando purtroppo
è tardi e gli ultimi veri appassionati sono costretti a lasciare
la pista.
A Mores è stato tutto bello e affascinante, dall'accoglienza generosa e genuina dei locals e a tutti gli aorganizzatori.
Con la premiazione si è raggiunto l'apice di questa trasferta fuori continente,
Bellissima e affascinante come quella dei piloti importanti con
tanto di coppe medaglie e "sciampagne" da spruzzare con soddisfazione
ai piloti e amici avversari.
Premiazioni come quelle dove i sorrisi e le pacche sulle spalle erano
sincere e gioviali, come quelle che vedevo 40 anni fà alla
TV.......quando non sapevo ancora di essere già abbondantemente
minchia.
Un ringraziamento a :
TONY MANG al secolo Antonio Mangino, un uomo sempre pronto a ripartire in quarta... in tutti i sensi...
RENZO BIANCHI Eccelso meccanico pazientemente smoccolante che grazie a
noi ha confermato la sua speciale bravura a rifare tre motori in 12
ore!!
Il "BOCCIA" Talmente ottimista e di buon umore che mi ha fatto
sorridere più di una volta, nonostante la mia completa
incapacità nel capirlo parlare in comasco stretto!!

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