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ENDURANCE CLASSIC ADRIA APRILE 2008

  

L’importante è stare insieme, poi...

 

Testi: Mauro Iosca 

Foto: Alberto Sala

 

Venerdì:
Mototopo è sempre in ritardo, ed io che sono uno in orario, col furgone carico e pronto da un pezzo, me la “prendo” perché vorrei partire presto, arrivare presto e recintare mezzo paddock così che, almeno per una volta, si possa stare tutti assieme. Invece non solo Mototopo è in ritardo ma un po’ tutti lo sono e quindi….

Chi invece non è mai in ritardo e con un’organizzazione che ormai fa “spavento” è il Team TNT e infatti quando in serata arriviamo ad Adria loro sono già piazzati con una grande imponenza di mezzi, moto, assistenza da far invidia. Oltre ai “Lalli” (perché è giusto che sappiano che questo è ormai da tempo il soprannome del team) c’è chi invece è addirittura in anticipo, cioè arriva di giovedì e alludo a quel simpatico team che l’anno scorso ha “sparecchiato” il tavolo delle coppe e che sulla moto nera appiccica giustamente ed orgogliosamente il numero UNO (ah a proposito loro sarebbero il CP Racing Team, per tutti sono “i Romani").
Per il resto il Presidente mi dice al telefono che sta a 13 km dall’autodromo, bene penso è in arrivo, lo richiamo dopo un’oretta e i km sono diventati 16 (questo è il risultato della Tom Tom generation). Mauro Abbadini e Mario intanto con i camper e i carrelli fanno i girotondi nel traffico padano e alla fine giungeranno in piena notte, Samuele e Antonio troppo affamati vanno a cena fuori, così che io il presidente e Motopo tra pomodori, formaggio e pasta al pesto riflettiamo sul passato, ci imbarazziamo del presente e facciamo discorsi che ci faranno vergognare nel futuro, ma tutto questo è umano, no…?

Sabato:
Meglio svegliarsi presto, tanto siamo nel paddock dei “meeting”, gli “arzilli” tra ansie prestazionali e prostatiti varie, alle ore 07:30 iniziano a scaldare i motori e la pace finisce.
È bello scoprire che nella notte sono arrivati quasi tutti e che chi manca non tarderà.
I primi di sabato mattina sono i ragazzi del Team Gallo Billy direttamente da Camerano City (AN) partiti alle ore 04:45 per essere belli pronti alle ore 07:45; si ma tutta sta fatica per arrivare così presto “a rompe li c.j..i” senza nemmeno che ne so dei croissant caldi onestamente non la capisco.

Alla spicciolata arriveranno tutti vecchie glorie (Lupis e Forlati sono comunque delle glorie) e nuovi eroi [applausi per il nuovo A-team di Oscar Buratti, bellissima la moto, motivati e di gran potenziale i piloti, ottima organizzazione e un giusto un tocco di atmosfera cool ma molto milanese, devo dire anche a causa della vicinanza di Fange (per chi non sapesse chi è Fange specifico che costui altro non è che un ex-romano che oggi fa il milanese come secondo o terzo pilota del VART di De Martin Davide)].
Mentre tutto prende vita tra meccanici operosi (menzione speciale a Simone che per due giorni “spugnetterà” senza tregua per far partire le moto dei “milanesi” e non come certi “faraoni” della “doppia accensione” che ormai ti guardano con sdegno se non gli passi la chiave giusta…) e procedure di verifica varie, la mattina se ne và.
Il pomeriggio è fatto di prove tre turni tutti validi per le qualifiche e quindi si comincia tutti sotto stringi avvita scalda sgomma, e poi sfolla grippa spacca allenta, e dopo serra sposta abbassa e alza, e si va al breefing.

Di sabato mi ricordo:
Enrico Guzzirock e Marco B tutti bardati che entravano in pista a divertirsi nella mattinata tutta dedicata alle prove libere (sempre più belli e sempre più racing e meno spaghetti e mandolino).
La sfilata di frequentatori del Meeting a chiedere: "ma stasera Guzzirock suona???" ; no sapete la mattina è racing e la sera turing (Enrico ci sei mancato e non solo a noi guzzisti!).
Licio 100% positive come sempre, i Motoeuropi un po’ meno (forse perché Graziano e Francesco correvano con la Honda ??? Che bella la Honda però, forse anch’io ……).
Due che dovrebbero fare telefilm a puntate e che io senza di loro meglio smettere… Orazio Lupis Fabio Forlati. Grazie di esistere!
Bruno che non ha voglia di fare niente e gira in giro a farsi celebrare come una velina
La pastasciutta del presidente, le costine di Paolo, la soppressa e il vino della Lebana.
Oscar che mantiene sempre le promesse e che riesce ad incastrare un feudo di milanesità in una babele simil-romagnola-ceca-hispanico-ciociara.

Domenica:
Da una parte correre l’Endurance in queste manifestazioni che ti relegano nel pomeriggio è pesante perché alla fine della giornata è tardi e ti riduci comunque uno “straccio”, ma dall’altra per chi ha guai e problemi da risolvere, e dato che i problemi ci sono sempre e la gente dell’Endurance non si arrende mai, puoi comunque sfruttare la mattina per correre ai ripari e tentare fino all’ultimo di fare la gara.
Così domenica mattina, non pochi, oltre alle registrazioni rituali, cambiavano motori, ricostruivano cambi, forgiavano magnesio e tornivano mozzi “dal pieno”.
I piloti tutti, due ore prima della gara si chiudono in una sorta di finto riposo mentale, una sorta di decompressione psicologica per scaricare la tensione; c’è chi si mette in branda chi si siede davanti la moto e la fissa dolcemente, chi pulisce ossesivamente casco e visiere e chi come me gira tra i vari team a ficcanasare e a fare spionaggio-pretattico.
La gara è magia, adrenalina, energia vitale; chi non ha mai provato, dovrebbe!
Ho visto il pigro scatenarsi, il tranquillo infuriarsi, il saggio osare come l’incosciente.
Arriva il momento, si entra e come al solito Team e piloti dimostrano maggiore disciplina e capacità di auto governo di quanto dovrebbero gli stessi organizzatori, pazienza cresceranno.

Si forma la griglia e mi ritrovo in mezzo tra Forlati e Fange ; “FF” ma a me sembrano le “SS” e non vi nascondo una certa paura. Parte la gara e fortunatamente riesco a prendere un certo vantaggio dalle “SS” almeno quanto i più veloci prendono da me.
Subito al primo giro, forse alla prima curva, mi infila Daniele (Pane e Nutella) l’imponderabile quello che non ti aspetti e scappa via con i più veloci, davanti i soliti Romani, Abba, Samuele Roberto Freddi e la ducati di Orlando Fusco condotta dal velocissimo Duilio che già in mattinana avevo visto vincere una gara superlativa con un Drixton girando in uno e ventinove. La partenza è un momento delicato e decisamente eccitante e il primo giro passa quasi senza sentire il rumore delle moto come se tutto fosse ovattato, e chi sa se le gomme sono calde ? E chi sa se passo prima io oppure quello che con la coda dell’occhio vedo infilarsi all’interno ? Chi sa che nessuno arriva lungo e mi tampona ? (può succedere più spesso di quanto immaginiate) Tutto questo in un minuto e spiccioli dopo piano la furia diventa ritmo e la gara si assesta iniziano i recuperi e i cedimenti e la parte centrale della gara è quasi sempre all’insegna della tattica e qui conta l’esperienza del “muretto”.

Sono al primo turno e dopo pochi giri vedo una moto davanti fumare di un bianco che non da spazio a dubbi, mentre la raggiungo riconosco il giallo della moto di Orazio che già durante le prove aveva avuto problemi ad un pistone, ecco perché non mi aveva raggiunto, purtroppo per loro un’altra gara non finita. Finisco il turno passo la moto a Roberto e mi godo la gara dal muretto dopo qualche giro Mototopo che viaggiava a uno e trenta di passo e che verrà premiato per il giro veloce scivola al tornantino e per riparare la moto e riprendere Il Moretti team perderà un po’ troppo tempo anche per loro la gara è compromessa peccato. Anche Jack lo strangolatore di piste frenanti entra furioso come al solito e si sdraia nel pascolo, niente di grave ma i molti giri persi per il fermo occorso proprio mentre erano in testa alla gara li vedrà retrocessi nelle retrovie retrostanti, mannaggia mannaggia ! A chiudere il cerchio Abba rompe la coppia conica e Samuele è vittima di un motore kamikaze contenente dell’esplosivo, gara finita per il TNT (una sigla che ha del dinamitardo).

In Sintesi come tutti capirete sono queste e soltanto queste le circostanze che consentono ai Minchions di salire sul podio, ma per farlo comunque bisogna esserci e quindi vi invito a farlo.
Tutto il resto è stato molto bello ma per capirlo fino in fondo dovete venire alle gare, tutti aspiranti piloti e non; perché alle gare ci si diverte e perché le gare nell’Endurance le vincono i Team, ed è per questo che anche se poca cosa vorrei dedicare il nostro “secondo posto” al Minchions Team:

ad Adelio e al suo centauro da 180 cv e alla Lebana che lo sopporta da quando il centauro ne aveva 95
a Furio che è un puro Ducatista e alle sue Superlight, 851 e 888
a Paperinik che era 100 % tecnologia e oggi è anche un po’ umano come la sua Imola
a Mattia il taciturno e alle sue bellissime guzzi come la V7 special che avete visto nel paddock
e a Bruno che è sempre meglio che ci sia anche quando non ha voglia di sopportarmi
e a tutti voi che ci seguite!