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ENDURANCE CLASSIC FRANCIACORTA

  

Guzzi e Triumph regine dell'Endurance

 

Testi: Alberto Sala

Foto: Alberto Sala

 



La kermesse delle gare dei Meeting d'Epoca riemerge dalle vacanze d'agosto approdando al catino rovente di Franciacorta alla grande: notevole carne al fuoco con le varie categorie in campo, col fiore all'occhiello finale della 3 ore di Endurance, il Trofeo Guzzi, più il turno libero riservato alle Guzzi al sabato mattina. Indubbiamente una manifestazione dalla grande partecipazione (e soddisfazione), in particolar modo per noi guzzisti. Ma andiamo con ordine.

 

SABATO
Il paddock allargato (così come il tracciato, finalmente foraggiatore di piacere e non più da 'lavori forzati') è gremito all'inverosimile: come spesso accade ai Meeting, di gioielli esposti non c'è che l'imbarazzo della scelta. Ma quel che più conta per noi è la notevole percentuale di guzzismo presente, vuoi per la coincidenza con il Trofeo Guzzi, vuoi per il sempre maggiore numero di nuovi team che si gettano nella mischia dell'Endurance. Facendo l'appello, sono presenti i Minchions orfani del sottoscritto (impegnato col Mattia nell'assemblaggio di una nuova moto), affiancati dal Gallobilly; di fronte l'A-Team di Oscar Buratti con notevole claque al seguito e i 'cugini' Votantonio Racing Team di Davide De Martin, entrambi con immutata composizione di piloti. Il gruppone dei Motoeuropa's vede Graziano e Francesco Gaddi di nuovo 'infedeli' in sella alla Honda con Antonio Mangino (che gareggia anche nel Trofeo Guzzi) compensati dai Licini Brothers e dal secondo bolide condotto dall'inedita composizione Max Mantovani (ex Stagi) e Dino Colombo. Orazio Lupis e Fabio Forlati presenti col motore depotenziato per neopatentati (almeno così sentenziano) mentre il TNT Team come di consueto è presente coi sei TIR e 42 motociclette tra ufficiali, muletti e bardotti. Naturalmente presenti CP Racing al completo con CP, Claudio Ceracchi e Mario Jack, più l'altro team romano con la bella Ducati nero-oro. Girato l'angolo incontro il Pane e Nutella Team con quel minchia di Daniele reduce dalle tourneè per l'Europa a caccia di eventi per classiche, affiancato come sempre da Paolo Ruzza, e arriviamo agli esordienti Trottalemme, perlomeno come team e moto, visto che al fianco del transfugo Piero Gasgas ci sono Davide e Lorenzo Warsaw. Infine "Superteam" stellare quello di Bruno Garella, team già visto all'ultima Cartagena e schierante in questa occasione l'inedita coppia Marco Dall'Aglio e Davide Rossi, tutto contento di essere tornato in sella a una Guzzi, seguiti ai box dal grande (in tutti i sensi) Carlo Cagnani. Fa piacere rivedere anche Marco Florido a coccolarsi la sua ex creatura. Peccato per il forfait forzato di Paolo Gambarelli e Roberto Freddi, non vederli in pista è sempre un peccato.

Sabato mattina vuol dire anche turno libero riservato alle Moto Guzzi: così colgo l'occasione per riportare tra i cordoli il mio Centauro Pupa® dopo le sostanziose iniezioni di Epo alla gomma posteriore, e coinvolgo altri tre guzzisti a provare l'ebrezza del giro in pista, tra cui Paolo Canattieri col suo Daytona ipervitaminizzato (e appena rimesso in sesto da una frittata di valvole). Sarà della partita anche MarcoB con la sua moto da corsa che sarebbe anche ora di vedere ufficialmente in gara, almeno quando riuscirà a trovare compari veri e non pacchi.

L'occasione è buona anche per provare il nuovo tracciato di Franciacorta, giunto allo step 2 (ci sarà anche uno step finale più avanti). In effetti, ora è tutta un'altra cosa: eliminato per sempre il tratto finale da go-kart, dopo il tornante successivo alla chichane già esistente si allarga una curva a sinistra da fare a gas spalancato (non col Centauro, visto che grazie alla posizione custom è impossibile contrastare l'accelerazione a meno di aggrapparsi ai manubri), per poi gettarsi nella seguente piega a destra goduriosa. La curva seguente a destra che conclude la parte alta è secca e bastarda, facilissimo sbagliarsi e prenderla troppo allegra. Poi rettilineo e staccatona finale (con scarsa via di fuga...) per il tratto finale, con tornantone parabolico e controcurva a sinistra in discesina che immette sul rettilineo di arrivo.

A cinque minuti dalla fine il 'fattaccio': Paolone esagera col gas del suo Daytona all'uscita della curva 'bastarda'; complice probabile la pressione troppo elevata delle gomme si produce in decollo col relativo high-side. Contemporaneamente un concorrente del Trofeo Guzzi urta uno dei due 'soci' coinvolti con Paolo, meno male senza conseguenze. Lo stesso speronatore poi, non contento, si preoccuperà di buttare per terra nel pomeriggio Antonio Mangino. Complimenti! E non è finita: Graziano Molendi esagera alla grande con la sua MGS/01: chiappe doloranti per lui e clamorosa frattura alla testa sinistra del motore, davvero impressionante!

Intanto fine anticipata del turno per soccorrere Paolo e fuori tutti. Subito ci precipitiamo in infermeria per sapere come sta Paolo. Verdetto: due fratture composte alla clavicola sinistra e una alla mano. Mi sento un po' in colpa mannaggia...

 

Il bolide dell'A-Team di Oscar Buratti

Oscar con Giovanni Magni, in visita al paddock...

...con la sua bella Giappone52

Lo spettacolare Le Mans di Mattia

Ed ecco la debuttante Nives!

La Guzzi del Votantonio Team

 

Bella botta, eh Graziano?

 

 

DOMENICA

Trofeo Guzzi

Apre le danze il Trofeo Guzzi: pronti-via, e schizza in testa la bella di Claudio Ancelotti, seguita dalla rossa di Carlo Fasola, segue Cristian Poggioli e poi Antonio Mangino... sì, d'accordo, ma come si fa a commentare una gara di regolarità, visto che le posizioni contano sega? Vabbeh, proseguiamo: Mattia segue a centro gruppo, seguito dalla bella ex del compianto Patrignani, condotta da Mario De Marcellis, e così via tutto il gruppo, con saggio fanalino di coda Francesco Todero.

Il duo di testa si invola creando un vuoto cosmico alle loro spalle, duellando come fossero in una gara di velocità, e a metà gara è Fasola che prende il comando. Paolino Stagi perde qualche posizione ma non lo stile impeccabile in curva, segue tutto il gruppone allegro that's all folks compreso il mitico Beppetitanium. Bandiera a scacchi, e vince... boh! Bisogna aspettare i calcoli cronometrici, mah! E difatti va a finire che vince la 'piccola' carenata di Gianni Incoli, oggi re della regolarità, seguito dal grandissimo e incredulo Mattia! Terzo posto per Renzo Pratesi mentre i due iperveloci di testa saranno solo quarti e quinti. Complimenti ai vincitori, ma anche a Fasola e Ancelotti, che mi piacerebbe vedere correre nell'Endurance, chissà!

 

Giovanni Incoli. Risulterà primo in classifica

Carlo Fasola, il più veloce

Paolo Ferrari

Mario De Marcellis con la V7 ex Patrignani

Cristian Poggioli alle spalle di Incoli

Renzo Pratesi

Renato Pasini

Carlo Fasola appena dopo aver passato Claudio Ancelotti

La bella moto di Claudio Ancelotti

Antonio Mangino

Beppetitanium!

Mattia Mattavelli splendido secondo

Stavolta Paolino Stagi è lontano dal podio

Francesco Todero

 

 

 

CLASSIFICA FINALE

Endurance

Beh, direi piuttosto cospicuo, piacevolmente cospicuo il numero di partecipanti alla 3 ore di Endurance. Sarà il minor numero di prove rispetto allo scorso anno, sarà il nostro proselitismo, sarà che poche balle è la gara più bella, sta di fatto che 28 iscritti (26 partenti) non si erano ancora visti in Italia. Così è un gran bel colpo di vista vedere la lunga fila di moto parcheggiate sotto il muretto dei box coi corrispettivi conduttori pronti a saltare in sella all'abbassarsi della bandiera.

In testa immediatamente si piazza perentorio Dall'Aglio che tira subito come un forsennato lasciandosi alle spalle le ben più potenti Suzuki e Kawasaki. Grande gasamento cardanico! Peccato che durerà solo cinque giri: secondo botto del motore per loro (dopo il primo in prova), ritiro inevitabile con Carlo Cagnani visibilmente insoddisfatto ai box. Al 7° giro li imitano i Pane e Nutella, senza botto ma motore rotto comunque. Al contrario di Carlo, loro sono tutti contenti, così hanno la scusa buona per elaborarlo!

 

Ultimi ritocchini prima della partenza

Dall'Aglio, Bruno Garella, Carlo Cagnani e Davide Rossi

The Forever Inimitable Original Minchions Team

Un uomo, un virgulto

Tutti pronti?

Andiam, andiam...

Sono passati 35 secondi dalla foto precedente

Dopo sei minuti...

Poco prima del tramonto prendono alfine il via... (si vede che rosico?)

Bello scatto di SinCodiceFiscale!

In testa, perentorio, Dall'Aglio

Segue il gruppone dondolante

 


Si piazza subito bene il Team 72 che dopo 40 minuti occupa la quinta posizione assoluta, prima delle Guzzi. In testa Di Carlo, secondi Valentini e Magrotti con la Suzuki, terzi i leader della classifica generale Damiani-Fusco-Rossi con la Ducati, seguono Baumann-German con la Trident. Sesti i romani CP mentre TNT e Minchions iniziano il balletto dello scambio di posizioni tra 9° e 10° mentre Graziano sarà il primo a rientrare per il cambio. Il tasso di umidità sfiora quello di Manaus mentre alle 16 rientrano in 7-8 team contemporaneamente creando un po' di ressa. Indubbiamente la zona box non è molto agevole, magari meritava un'allargatina oltre alla pista. Nel frattempo Fange si sta avvicinando lentamente a Iosca e il pubblico inizia a sudare freddo. Meno male, poco prima dell'aggancio Mauro rientra per cedere il bolide a Roberto Masperi: pericolo scongiurato!

 

Spettacolare l'azione della Guzzi numero 18, peccato duri poco

La Ducati di Di Carlo-Pagliaroli-Parravano

Daniele Marziali

Mario Licini

Max Mantovani

Matteo Stella

Davide De Martin

Vista delle onorevoli terga

Lorenzo Warsaw

 

 

Intanto siamo giunti agli 80 minuti di gara: in testa sempre Di Carlo-Pagliaroli ma seconda diventa la Triumph che va fumando come una locomotiva. Terzi, grandissimi, i piloti di Oscar (A-Team), regolarissimi e martellanti senza tregua! Segue la Ducati di Damiani, mentre più indietro risalgono sia i Minchions che -incollati come carta moschicida- i TNT. Purtroppo il Gallobilly è continuamente preda di problemi elettrici, nonostante l'arrivo alla spicciolata di Roberto Freddi ad aiutarli. Problemi anche per Gaddi, Mangino e Molendi, appena avanti ai Licio's Brothers. I Wil Coyote optano per una gara di conserva delle loro giunture ossidate mentre è un piacere vedere esordire bene (almeno finora) i Trottalemme, così come l'inedito duo Max Mantovani-Dino Colombo. Un po' attardato anche il Votantonio causa non meglio precisate instabili condizioni di salute del titolare. Condizioni di salute non eccelse anche per Jack e Ceracchi (l'avevamo detto lo scorso anno...) che però a metà gara guadagnano una posizione, mentre escono definitivamente di gara Magrotti-Valentini, sicuramente tra i favoriti per la vittoria finale.

 

Daniele Sasselli del team Pane e Nutella, peccato siano durati poco

Grandi piegone per la Triumph!

Certo che anche Daniele...

Anche Licio! (...)

Herr.

Fab Fabio

Bel gruppo tra la Morini di Ciampoli, Nives condotta da Lorenzo e la bianca Gallobilly

La Suzuki di Magrotti-Valentini

La bella Laverda di Bargiacchi-Bonacci

 

 

Allo scadere delle due ore sono i Licini Brothers a gettare bandiera bianca: rottura del cardano (o lì in zona). Alle 17,20 il giallo (o viola, o blu come preferite). Lo speaker annuncia che Fange è caduto. In quel momento sono nei pressi di Davide De Martin, che devo ammettere, sfoggia un aplomb da far apparire la regina d'Inghilterra come una napoletana dei bassi.

Nel frattempo in testa la Triumph e la Ducati di Di Carlo-Pagliaroli-Parravano sono a pochissima distanza tra loro infiammando il pubblico con un duello appassionante alternandosi in testa, fino alla mezz'ora finale quando è la Trident a prendere definitivamente il comando coi denti senza più mollarlo neanche a bastonarli. Chi è che sosteneva che l'Endurance è noioso?

 

La Ducati di D'Antonio-Vionnet

Graziano sulla Honda

Gruppone condotto da Orazio

La Triumph di Baumann-German davanti alla Ducati di Damiani-Fusco-Rossi

Una bella lippa la Kawa di Simiani-De Vita

Fange in lotta

Sempre grande CP!

Ecce Piero Gasgas

Massimo Peronetti martella di brutto

 

 

A un quarto d'ora dalla fine, la beffa per i Minchions: si rompe un raggio del cerchio posteriore bucando la gomma. Ritiro inevitabile, peccato perchè erano splendidi 7° in classifica assoluta. Nel finale cedimento progressivo della Ducati di Di Carlo etc., finiranno al 5° posto finale assoluto. Così, allo scadere delle tre ore vittoria per la Triumph, che però batte bandiera classe 750, per cui la vittoria della classe Open è della bianca guzzona dell'A-Team di Oscar!!!! Seconda la bella Kawasaki di Simani-De Vita, terzi CP Racing!! Due Guzzi sul podio, basta, non c'è nè per nessuno!! E perdippiù splendido secondo posto del TNT nella classe 750!! Complimenti anche alla Ducati di Damiani, Fusco e Rossi che si trovano ormai credo irraggiungibili (e meritatamente) in testa alla classifica generale.

Non c'è che dire, grandissima giornata, con grande affluenza di pubblico (davvero suggestiva la cornice al momento della partenza dell'Endurance), oltre alla consueta minchitudo dei 'nostri' team e appassionati che stavolta non si sono lasciati sfuggire l'occasione di vedere, e partecipare, alla grande goduria agonistica.

 

The second Minchion: Roberto Masperi

Roberto Freddi cerca di mettere una pezza ai problemi dei Gallobilly

Rifornimento per la Ducati romana

Agile cambio di pilota per il team Votantonio...

The Minchions PitStop...

e quello del team TNT

Livio Milan

La Laverda di Dressino-Greggio-Laverda

Mario Jack

Il team A-72 ormai prossimo alla vittoria

Fange un attimo prima del disastro

La Ducati di Bernotto-Gatti-Testoni

Roberto un attimo prima di forare. Bella sfiga!

Bandiera a scacchi per la Triumph prima assoluta

Seconda assoluta e prima della Open la Guzzi dell'A-Team!!

Il podio della classe 500

Il podio della 750: secondo il TNT Team!!

Infine quello della Open: primo A-Team, terzo CP Racing!!

 

 

CLASSIFICA FINALE ENDURANCE

 

Postilla alla classifica finale: la Ducati di Di Carlo-Pagliaroli-Parravano, a seguito di reclamo presentato dall'altra Ducati è stata squalificata per albero motore irregolare, per cui tutti gli equipaggi seguenti salgono di una posizione.

 

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