EPROM:
LO SCRIGNO MISTERIOSO!
di
Fange
Con questo articolo diviso in
due puntate cercherò di spiegare in maniera
semplicissima e diretta cosa è e cosa si può fare
con un oggetto tanto misterioso quanto potente che
ormai sentiamo nominare in continuazione quando si
parla di messa a punto o di elaborazione di un
motore motociclistico dell'ultima generazione: la
EPROM.
Prego gli esperti in materia di
non lapidarmi sulla pubblica piazza per tutte le
omissioni e gli argomenti toccati e non
opportunamente approfonditi che il presente
documento contiene, ma volendo rivolgermi
principalmente a coloro che sono completamente al
buio sull'argomento trattato, queste
"superficialità" risultano assolutamente
necessarie.
Mi verrebbe di iniziare con un
bel "C'erano una volta i carburatori e le
puntine platinate..." che se da una parte suona
molto fiabesco dall'altra parte permetterebbe di far
capire che una EPROM altro non è che la loro
evoluzione in versione elettronica.
Ma andiamo con ordine.
La scintilla prodotta dalla
candela deve scoccare in un preciso momento e cioè
un po' prima che il
pistone arresti la sua corsa verso l'alto per
ricominciare a scendere. Questo è necessario per
dare il tempo alla miscela di aria e benzina
presente nella camera di scoppio di bruciare
completamente e quindi produrre quella spinta sul
pistone che fa camminare la moto. Se la scintilla
scocca troppo presto lo scoppio andrà a contrastare
il pistone che ancora sta salendo con conseguente
perdita di potenza e surriscaldamento della testata,
se scocca troppo tardi una buona parte dell'energia
prodotta non sarà utilizzata perchè per quando la
combustione è finita il pistone ha già iniziato la
sua corsa verso il basso.
Il momento in cui scocca la
scintilla è di una importanza fondamentale per il
buon funzionamento e rendimento del motore e tanto
più il motore è spinto, tanto più sarà sensibile
a piccoli errori sul momento di accensione.
La scintilla quindi deve
leggermente anticipare l'arrivo del pistone
all'apice della sua corsa verso l'alto. Questo fatto
viene chiamato "anticipo
di accensione" e si esprime in gradi
radianti calcolati sull'asse dell'albero motore che
naturalmente in un suo giro compirà 360 gradi.
Ora iniziano i dolori:
l'entità dell'anticipo di accensione non è sempre
la stessa per tutti i regimi di rotazione del motore
ma purtroppo deve variare a seconda che il motore
giri più o meno veloce.
Il perchè è facilmente
intuibile: tanto più velocemente si muove il
pistone, tanto prima deve scoccare la scintilla per
dare tempo alla benzina di bruciare completamente
cercando di esprimere la massima spinta nel momento
in cui il pistone si trova all'apice della sua corsa
e sta ricominciando a riscendere.
Il meccanismo più usato con
cui per decenni si è gestito il tempo di anticipo
dell'accensione su auto e moto è lo spinterogeno.
Il suo funzionamento è molto
semplice quanto efficace e si basa sostanzialmente
su un contatto (puntina platinata) che si apre e si
chiude in momenti precisi facendo scoccare la
scintilla sulla candela, oltre che su un sistema che
fa variare il momento di apertura e di chiusura del
contatto basato su due pesetti (massette
centrifughe) che si muovono subendo la forza
centrifuga dell'alberello a cui sono fissate.
L'alberello è comandato dal motore quindi più il
motore gira velocemente e più questi due pesetti si
allontaneranno dall'alberello, anticipando il
momento in cui scoccherà la scintilla.
Ho semplificato al massimo ma
prendete tutto per buono.
Questo sistema è comunemente
chiamato "accensione a
spinterogeno" o "a
puntine".
E' facilmente comprensibile che
un sistema fatto in questo modo è soggetto a tutta
una serie di fattori perturbatori: i contatti e
tutti i componenti meccanici del sistema si usurano
e i giochi meccanici aumentano col risultato di
rendere sempre meno preciso il tutto man mano che
passano i km e con la necessità di registrare
periodicamente i vari componenti.
Inoltre, ed è questo l'aspetto
più importante, il funzionamento di questo
marchingegno darà come risultato un determinato
tempo di anticipo per ogni regime del motore e non
è detto che l'anticipo dato sia sempre quello
giusto. Variare i valori di anticipo solo per
determinati regimi intermedi di rotazione del motore
risulta una impresa quasi impossibile.
Ora immaginiamo di mettere un
computer al posto dello spinterogeno che decida
regime per regime quale è il momento esatto in cui
la scintilla deve scoccare. Abbiamo inventato la centralina
dell'accensione elettronica!!
Da ora in poi non ci dobbiamo
più preoccupare delle puntine, delle massette
centrifughe e della regolazione dello spinterogeno,
la centralina elettronica farà il suo compito per
tutta la durata della vita della moto (salvo
eventuali guasti, di rito i dovuti scongiuri...)
senza bisogno di regolazioni e senza subire
l'effetto dell'usura, dello sporco, degli agenti
atmosferici e così via (ci sarebbe l'usura del
motore che fa variare le proprie 'esigenze' ma per
ora facciamo finta di niente).
Semplificando sempre al massimo
e senza avventurarci in meandri tecnici vediamo come
ragiona una tipica centralina di accensione. C'è un
sensore posto da qualche parte nel motore che
solitamente è di tipo magnetico in modo da
funzionare senza nessun contatto fisico (è quindi
esente nel tempo da usura meccanica) che comunica
alla centralina la velocità di rotazione e la
posizione dell'albero motore (e quindi dei pistoni).
La centralina riceve questa informazione e va a
cercare in una "tabella di corrispondenza"
quale tempo di anticipo deve applicare per quel
determinato regime di rotazione. Risulta chiaro che
con questo sistema il tempo di anticipo potrà
essere diverso addirittura per ogni singolo ciclo
(due giri) del motore.
La tabella di corrispondenza
che contiene gli anticipi per tutti i regimi del
motore, viene preparata dal costruttore del veicolo
in fase di progettazione dopo aver effettuato vari
studi e prove al banco per quel particolare tipo di
motore. Una volta pronta la tabella (che in realtà
si chiama "curva degli
anticipi" poichè tale risulta se
rappresentata su un grafico in funzione dei vari
regimi del motore) viene memorizzata su un
componente elettronico che viene a sua volta montato
nella centralina.
Indovinate come si chiama tale
componente? Se avete risposto EPROM ci avete preso
in pieno!!
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La
EPROM si presenta come un chip abbastanza
grande.
In
questa foto si vede un chip removibile ma si
può trovare anche fissato nei circuiti
della centralina e quindi non smontabile. |
La EPROM (Erasable Programmable
Read Only Memory) è un componente piuttosto
semplice, in sostanza è un chip di memoria
permanente che offre la possibilità di essere
cancellato e riscritto a piacimento per poi
conservare il suo contenuto fino alla successiva
cancellazione.
Riprogrammando la EPROM è
possibile inserirvi diverse sequenze di anticipi per
quella determinata moto e modificarne quindi in
maniera sostanziosa l'erogazione e il rendimento del
motore.
Ma questo è solo uno dei due
fondamentali compiti che può svolgere la EPROM. Ora
aggiungiamo l'altro importantissimo elemento.
Un altro fondamentale aspetto
per il buon funzionamento del motore che va a
braccetto con l'anticipo di accensione di cui
abbiamo parlato fin'ora è la sua alimentazione.
Spiegare l'importanza di una alimentazione corretta
è molto semplice: l'aria aspirata dal motore si
deve miscelare con la benzina in misura sempre
uguale per qualunque regime di rotazione. Il
rapporto corretto di aria e benzina chiamato rapporto
stechiometrico deve essere di circa 14.7
parti di aria per 1 parte di benzina (in peso).
Dirlo è semplice ma farlo non è proprio la stessa
cosa, perchè nel momento in cui apriamo il gas
agendo sulla manopola il motore aspirerà
istantaneamente una quantità d'aria maggiore a cui
non è facile far corrispondere immediatamente un
adeguato apporto di benzina. Inoltre risulta
abbastanza evidente che mentre il motore sale o
scende di giri il sistema di alimentazione deve
variare in maniera continua la quantità di benzina
fornita, compito tutt'altro che facile vista la
velocità con cui su una moto avvengono le
variazioni dei regimi (pensate a quando scalate le
marce).
Il dispositivo di alimentazione
universalmente usato da oltre cento anni a questa
parte su qualunque tipo di veicolo a benzina è il carburatore.
Il carburatore altro non è che un miscelatore
di aria e benzina.
Mentre tra i dispositivi di accensione ormai la
centralina elettronica ha soppiantato tutti gli
altri, tra i dispositivi di alimentazione invece i
carburatori hanno saputo evolversi fino a diventare
dei dispositivi così efficienti da rendere ancora
oggi validissimo il loro utilizzo per gran parte
della produzione di serie. Negli ultimi anni però i
carburatori hanno trovato sulla loro strada una
temibile rivale: l'iniezione
elettronica.
Questo
dispositivo si avvale di un iniettore comandato
elettricamente e installato nel condotto di
aspirazione che "spruzza" la quantità di
benzina necessaria ad ogni ciclo del motore. La
durata della spruzzata può variare in base al
segnale elettrico che l'iniettore riceve di volta in
volta. Ci si rende subito conto che la versatilità
di questo sistema è enorme visto che permette di
comandare a piacimento l'iniezione di benzina ad
ogni singolo ciclo del motore.
Ma chi
comanda gli iniettori? La solita centralina
elettronica, solo che questa volta non si chiama
centralina dell'accensione elettronica ma bensì centralina
dell'iniezione elettronica.
Quando
sentite parlare di iniezione elettronica date pure
per scontato che nella stessa centralina trova
ospitalità anche l'accensione che in questo caso
viene indicata come accensione
integrata con l'iniezione.
Infatti l'accensione elettronica può lavorare in
maniera completamente autonoma facendo
tranquillamente a meno dell'iniezione mentre
l'iniezione elettronica la troveremo sempre
accoppiata (e integrata) con l'accensione
elettronica.
Se ora
provate a pensare che le informazioni contenute
nella EPROM sono in grado di condizionare sia gli
anticipi di accensione che i tempi di iniezione del
carburante vi renderete subito conto che questo
piccolo pezzettino di silicio è praticamente il
cuore del motore stesso. Variando le informazioni in
esso contenute è possibile trasformare una moto
tranquilla in una belva o una supersportiva in un
semplice ciclomotore. Beh, forse ho un pò esagerato
ma solo per rendere meglio l'idea!!
Spero sia
chiaro ora che quando si trova una EPROM in vendita
o l'amico del cugino della zia che si programma le
EPROM in casa o una misteriosa EPROM proveniente da
Taiwan accompagnata dalla frase epocale "Eh,
là sì che le sanno programmare le EPROM", ci
si deve porre con la giusta dose di prudenza e di
"fondato sospetto".
La EPROM
è un elemento assolutamente fondamentale per il
buon funzionamento del motore e deve essere
espressamente programmata per quel tipo esatto di
motore e nessun altro; il costruttore del mezzo la
programma tenendo conto di una miriade di parametri,
di vincoli imposti dalla legge in tema di
inquinamento, inseguendo la migliore erogazione e la
migliore guidabilità. Per rifare una EPROM non
basta un PC ed un programmatore di eprom ma tanta
esperienza e tante prove al banco per verificare i
risultati ottenuti ad ogni modifica apportata ai
dati. La realtà è che anche se non ce ne siamo
accorti ormai da alcuni anni siamo entrati in una
nuova era: l'elaborazione
elettronica dei
motori!!
Di questo e di quello che si
può fare agendo su una EPROM parleremo
prossimamente sempre su questo sito.
Fange
© Anima Guzzista
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