Finestre sull'Abruzzo
Alberto Sala
Lenticchie
"Perchè dobbiamo passare da Castelluccio?" chiedo, dopo aver
lasciato il primo tratto del trasferimento in Abruzzo, composto da una
prima parte d'autostrada, dove ogni tanto mi affiancavo a Iosca e a
GuzziRock per un po' di tempo, ad ammirare quanto sono belle viste di
lato in movimento le nostre Guzzi, con il vibrare del ruotone dietro
che gira in continuo radial blur, con grotte di metallo rilucenti del
sole che vi si insinua a seconda delle curve della strada. La seconda
parte sarà già un bell'assaggio delle colline
marchigiane, anche se ancora la strada non è ben sgombra dagli
ingombranti ospiti a 4 ruote.
"Fidati" è la risposta di Iosca. E io mi immagino un paesino con
un bel castello su un dirupo. Invece attraversiamo sì un paesino
ma nulla di speciale, fino a che in uscita sulla destra si apre un
panorama pazzesco. Siamo sopra un altopiano verde e giallo, vastissimo,
con tanto di strada in mezzo dritta come la riga di un geometra, che si
perde nell'infinito. E' la prima volta che vedo un luogo del genere in
Italia. Il giallo è dato dai fiori delle lenticchie, che ancora
non sono del tutto fiorite: fra qualche giorno si vedrà tutto
giallo, e beato chi sarà lì a goderselo. In ogni caso:
mozzafiato.
La testa
A volte se non spesso i nostri giri in moto somigliano al Giro
d'Italia. Venerdì pomeriggio, nonostante la pioggia, la testa
della carovana da Amatrice a Pescasseroli era in fermento. Sono tutti
lì, tra i primi, a ripetere un rito costante: ecco che uno esce
sulla sinistra ma senza prepotenza, a superare uno o due moto (verrebbe
da dire 'concorrenti'). Ma senza portarsi in testa, come a badare a
risparmiare le forze e a non sbilanciarsi. Appena però uno si
lancia in testa sorpassando impudentemente il gruppo, ecco che si
scatena la bagarre. Chi si porta in testa inevitabilmente lancia la
sfida, perchè tutti si usmano, si studiano, si fiutano le moto,
le gomme, le posture. Non ricordo chi ha movimentato, forse non
c'è stata una vera fuga lanciata ma un po' tutti nonostante la
pioggia hanno cominciato ad agitarsi sulle proprie selle. Forse Gnappo
è il più irrequieto, mentre davanti Vladimiro pennella
tranquillo e veloce.
Ho sempre avuto timore dell'acqua in moto, e mi ritrovo ad andare
più veloce di quanto pensassi. Sono anche un po' curioso di
quanto possano tenere le Diablo Corsa sul bagnato e sento che tutto
sommato per essere gomme sportive non fanno scherzi.
Attraversiamo di tutto, proprio come ciclisti al Giro. La cosa forse
più insidiosamente bastarda sono le chiazze in curva, sotto agli
alberi ma sull'asfalto, di foglioline cadute a terra. Meno male che si
notano nel buio dell'ambiente dopo la repentina dipartita del sole.
Anzi no, mi correggo: la cosa più bastarda sono le merdacce. Di
cavallo, pecora... la provenienza è ininfluente sull'effetto, e
memore del volo sui tornanti di Albiate la evito come la merda
(appunto). In più mettiamoci ondate di brecciolino, insomma: la
strada forse era per il paradiso ma non era un paradiso. E noi non
eravamo santi, anche se sono certo Gnappo ne abbia invocato qualcuno
quando colto da un eccesso di agonismo scatenante un altrettanto
eccesso di strizza inchioda e dimostra a tutti il concetto geometrico
di tangente. Tutto appare al rallentatore: la gomma posteriore dapprima
bloccata che poi lentamente riprende a ruotare scintillando pioggia, la
moto di Gnappo con su Gnappo (quindi una massa che definiremo di
discreta volumetria) che valica la riga bianca di mezzeria con
conseguente accensione dell'allarme rosso, la massa critica che
attraversa la corsia opposta e si infila come un treno sul suo binario
nuovo dopo lo scambio nell'angusto e sottostante spazio tra careggiata
e guard-rail, e ivi si ferma. Nel contempo ci fermiamo tutti e credo
che nessuno abbia resistito all'istinto di scoppiare a ridere, pur in
considerazione che il guard-rail fosse l'ultimo baluardo. Poi è
sembrato come se qualcuno dicesse a Gnappo: "ALLORA, CHE CAZZO
ASPETTI?!?" e il Gnappo Illeso immediatamente si squote, riaccende il
bolide, innesta la prima e risale in strada, per proseguire come prima,
un po' avanti il Comandante, poi Vladimiro...
Iosca perde la mia ruota, e sarà una disattenzione che gli
costerà cara. Mai quanto Zinfo, che si ritroverà in un
disco che conosco bene... (clavicola destra rotta, però a lui la
fasciatura stava bella larga, se becco il mio ortopedico...)
Grandine
Ripartiamo da Campo Imperatore velocemente, sta già cominciando
a gocciolare, facendo una strada nuova, passando cioè da Castel
di Monte. Ad un certo punto passa una Griso, saluto e due nanosecondi
dopo mi accorgo che quella non è una Griso qualsiasi ma la Zero!
Inchiodo e faccio inversione per recuperare Filippo, segnalo agli altri
di aspettare ma quelle minchie non capiscono e mi rispondono al saluto.
Filippo è di volata, ha avuto problemi con la pinza posteriore
per strada ed è arrivato tardi, facciamo un pezzo di strada
insieme e poi ci saluta. Intanto il cielo è arrivato prossimo al
100% del nero e piove. Man mano che scendiamo la pioggia si trasforma
in diluvio, non si vede più nulla dalla visiera, mentre la
strada, dal primo subire solo qualche attraversamento di torrenti
diventa essa stessa un torrente, con la grandine che comincia a
picchiare sulle spalle. Ma non bastava, lo scenario non era
sufficientemente arduo: sono a secco con la benzina e di colpo la pompa
del freno davanti va completamente a fondo corsa. Meno male che non
sono solo e probabilmente paradossalmente le tonnellate d'acqua
riversate sono state provvidenziali nel costringermi ad andare
pianissimo, frenando praticamente solo di motore e freno posteriore
(che sul Centauro può servire in pratica solo in questi
frangenti, come fosse una scialuppa).
Poi quasi di botto smette di piovere, raggiungiamo un distributore
fortunatamente aperto e spurghiamo la pompa. Tutto a posto: possiamo
ripartire per prendere... la seconda secchiata di grandine! Siamo stati
lì a valutare quale strada fare per il rientro a Pescasseroli ma
sono convinto che qualsiasi fosse stata la nostra decisione non avrebbe
cambiato il nostro destino. C'è da dire che qui i fenomeni
atmosferici sono irruenti ma flebili nel tempo, così l'ultimo
tratto torna ad essere da godimento assoluto.
Volti
Un giorno lo dovrò fare. E' da un po' che ce l'ho in mente. Ma
non vi dico cosa: solo che lo farò, prima o poi, e lo posso fare
solo al nostro incontro. Perchè tutti valete tantissimo.
Non so mettere un nome a tutti e la dislessia arranca, ma intanto:
Mattia ha una faccia felice come un bambino. Marco tra il primo raduno
con noi, lo scorso anno, e questo ha cambiato tre moto e nessuna
è una Guzzi, ma non si perde il nostro circo. Il Comandante
è una certezza di sana risata e di abbracci. Il Reverendo sembra
insensibile, sembra capitato per caso (e guardando la sua mise di
sabato sera chi obietterebbe?) ma sghignazza sulla sua Imola. Iosca
è una gatto sornione. Tatuato... il fatto che c'è
è la sorpresa che mi rende più felice. Milingo è
un nuovo compagno. Piero lotta con la sorpresa del Tatuato per la
leadership. Isa è affascinante. Zinfo è un gladiatore.
Lalla è golosa. Peppe è uno spettacolo. CP è una
meteora. Goffredo un poeta. Fange racchiude tutta Roma. Enrico suona da
dio anche in sella. Con Valter c'è molto in comune. Almerico
è leggero sulla Griso. Con Pedro condivido il tempo che vorremmo
in più. Davide è autentico. ll Berghella se non ci fosse
andrebbe inventato. Giorgia e Luca sono un miracolo. Michele una
roccia. Antonio è uno di noi. Nello liso è un vero
minchia. Gnappo non liso è ancor più minchia. Pask
è adorabile. Attilio mi è simpatico. Tonirag ha fatto un
bel salto. Gianni canta con l'Anima Guzzista. Mauro è disinvolto
con la chitarra come con la sigaretta. Ciro con la tastiera, lui non
fuma. Cristina è gioiosa. Livio è tenace. Filippo
è bastata la toccata e fuga. Il Ciampoli è grande! Steven
pure! Michele e il suo Le Mans notevoli. Marcello è gentile.
Beppe è ansioso di guzzismo. Vladimiro è un dio greco e
ha lavorato da dio, greco o meno.
Ha ragione Pedro. Voglio più tempo. Il prossimo incontro una settimana intera!
Alberto
©
Anima Guzzista

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