100 Miglia Franciacorta 2006

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100 MIGLIA - FRANCIACORTA

 

Report Stagi Racing Team

 

di Paolo Stagi

 

 

 

 

Tutto incomincia a settembre sul circuito di Cartagena: Mauro Iosca spiega ai presenti che a fine ottobre ci sarà la possibilità di partecipare ad una gara di Endurance in Italia che servirà come prova generale per cercare di realizzare un piccolo campionato di Gare di Durata.

Circa un mese dopo: sono le cinque di mattino e attacchiamo il carrello con il V50 alla macchina, dopo aver passato le ultime due settimane a preparare la moto (tempo impiegato 4 minuti) e a compilare tutti i moduli di iscrizione (tempo impiegato 567 minuti) non mi sembra vero di poter fare questa Cento Miglia sulla pista di Franciacorta. Il Team è composto dal sottoscritto, Massimo Mantovani e il Meccanico nonché “Guru” Enrico. Al nostro arrivo il paddock è già pieno come un uovo, il dubbio che fossimo pochi team si rileva più che infondato! Ci sistemiamo nel punto più remoto ammirando le straordinarie moto in bella mostra intorno a noi: ci sono una quantità di MV, Benelli, Yamaha, Suzuki, Bimota da competizione che avevo visto solo nei cataloghi dei modellini Protar.

Sbrighiamo le ultime formalità e dopo le verifiche tecniche siamo pronti per entrare in pista. Il tracciato di 1500 metri presenta due parti, una veloce dove mi trovo bene e una lenta dove mi trovo ancora meglio. In questo punto anche noi con il piccolo Monza (circa 200 Kg con me sopra) facciamo fatica a girare, ma vedendo i nostri colleghi con i serie grossa capiamo di essere fortunati: riuscire a far curvare in questo tratto un Le Mans è veramente un impresa dura.

A proposito di colleghi siamo in buona compagnia: Mauro e Alberto (seguiti dal buon Scola) sono al debutto con una moto veramente bella dove anche il particolare più insignificante è curato in modo irreprensibile; il Team Moto Europa è come al solito organizzatissimo e anche molto veloce con Graziano e Francesco; il Votantonio Racing Team presenta una moto inedita con una colorazione molto bella (telaio bronzeo e sovrastrutture nere) e la coppia De Martin-Mototopo. Oltre ai corridori tanti ragazzi del forum di Anima Guzzista ci fanno un ottima compagnia, compreso Edo, fotografo-supporter nelle curve più remote del circuito!

Dopo il briefing dei piloti ci prepariamo per le qualifiche, tocca al mio compagno Max strappare un buon tempo e con un 1.01 ci piazziamo in dodicesima posizione su diciotto iscritti: la concorrenza è molto veloce e soprattutto nella classe 500 abbiamo dei rivali molto agguerriti.

Andiamo in albergo dubbiosi sulla gara di domani, ma complice un ottimo vino ci ritroviamo tutti e tre felici e contenti, d’altronde l’importante è divertirsi senza pensare troppo al risultato.

La mattina della gara la passo a chiacchierare con i fans (un po’ di amici che hanno deciso per compassione di venire a vedere come buttiamo via il nostro tempo libero a girare in tondo su un pezzo di asfalto) e ho anche l’occasione di farmi autografare da Patrignani, molto gentile e simpatico, due suoi libri della mia motobiblioteca.

In un attimo arriva il momento della partenza, tocca a me iniziare il turno. Sventola la bandiera e correndo con l’agilità di un gatto di marmo salto in sella e parto abbastanza bene (nonostante abbia compiuto dieci grattate al cambio su tre marce inserite…), recupero subito un paio di posizioni e mi attesto dietro ad un Kawasaki della Open. La moto va benone e riesco a fare anche un giro sotto il minuto, l’anteriore vibra sempre nelle curve veloci e le pedane toccano per terra ma ce ne facciamo una ragione, d’altronde siamo “piloti per caso” e questa non è la MotoGP.

Il mio turno passa in fretta e riesco a prendere il Kawasaki, poco dopo in un doppiaggio piego troppo la moto e nonostante l’impuntamento della leva freno il posteriore scivola gradualmente senza farmi andare per ghiaia. Ringrazio il mio angelo custode e si va al cambio pilota al 26° giro. Anche Massimo gira molto bene e costante per la felicità di Enrico, che come meccanico e creatore del nostro Monza ci assiste al muretto.

Finita la prima manche siamo 6° assoluti e 4° di categoria: davanti a noi una Seeley Matchless, un Ducati mono e una Honda quattro cilindri che viaggiano molto veloci!

Ripartiamo e mentre Max fa il primo turno l’altoparlante da la notizia che la Seeley numero 101 è fuori gara. Riparto io con la consapevolezza del possibile podio e il terrore di buttare via tutto (Valentino Rossi lo aveva appena fatto), giro leggermente più tranquillo e ad ogni passaggio guardo il contagiri della pista che sembra non arrivare mai ai fatidici 54 giri di fine gara. Finalmente passo sotto la bandiera a scacchi e mi sorride anche la visiera del casco, arrivo al parco chiuso carico come una sveglia!

Dopo abbracci, foto, complimenti, pacche che nemmeno fosse la finale del Mondiale ci chiamano per il podio, sia per me che per Massimo è la prima volta che ci premiano sul classico podio a scaletta e siamo visibilmente emozionati. Ritiriamo le targhe del terzo posto e ci avviamo a caricare la macchina dopo aver smontato il nostro box-gazebo.

Siamo un piccolo team ma in questa nostra prima stagione ci siamo divertiti molto con buoni risultati, ormai siamo entrati nel “tunnel dell’endurance” e sarà dura uscirne…!

 

 

 

 

 

 

© Anima Guzzista