100 Miglia Franciacorta 2006

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100 MIGLIA - FRANCIACORTA

 

Uffa, uffa, uffa!

 

di Alberto Sala. Foto di Fange e Edo Vezzoli

 

 

 

 

 

E' stata proprio la domenica delle sorprese. Insomma, in fondo, anche noi, come Valentino, non siamo invincibili... però quando vedi salire la coppia Gambarelli-De Martin sul secondo gradino del podio della classe 1200 e sai che se non fosse stato per un fottuto regolatore di tensione e per la Avon anteriore su quel gradino ci saremmo saliti noi, un pizzichino di rammarico ti esce spontaneo.

Ma d'altronde come in ogni vicenda è bene prendere atto della situazione, traducendola in almeno tre lezioni: la prima è che è buona cosa tenere una batteria carica di scorta, la seconda è che non devi mai, mai, mai prendere decisioni tecniche in base ai consigli altrui: è mooolto meglio sbagliare da soli, e la terza (e più importante) è che non siamo dei piloti, ma solo dei poveri minchia...

La prima prova di durata organizzata in Italia dalla Federazione Motociclistica, e inserita in un weekend molto intenso di gare era iniziata con un clima più che buono: se sabato il nebbione ci aveva ricordato che siamo a fine ottobre e nel bel mezzo della pianura dei 'ciucianebbia', era sempre meglio, assai meglio, delle tipiche giornate piovose in scala di grigio che questa terra ci offre in questo periodo dell'anno. Il paddock è pieno, pieno, pieno di moto storiche e classiche di ogni genere, sidecar compresi, e la presenza di un cospicuo pubblico dimostra che qui la faccenda interessa assai.

La variegata armata di Anime Guzziste regolarmente iscritte a questa 100 miglia, che si svolgerà in due manches di 54 giri l'una, è composta dal team Moto Europa con il missile Graziano Molendi, affiancato dall'altrettanto sveltino Francesco Gaddi in sella al loro bolide reduce da Cartagena; dal team Stagi con Paolino 'sveltino' e Massimo Mantovani alla cloche, dalla Votantonio Bike finalmente sui nostri teleschermi dopo aver toppato Cartagena, vestita dal nuovo sponsor John Player Special e cavalcata dall'inedita coppia Mototopo-De Martin, e infine dall'Original Unique Minchions Team (l'unico team che vanta migliaia di imitazioni), cioè 'sèm nùm' Mauro Iosca e il sottoscritto, con la debuttante, spendida, affascinante Cioppy.

Si comincia la mattina del sabato a fare le solite operazioni di messa a punto, che nel nostro caso sono ancor più delicate, visto che Cioppy ha emesso i suoi primi vagiti solo dieci giorni fa. Ci assiste generosamente, oltre al solito grande Bruno Scola che è sempre un piacere vedere ringiovanire di vent'anni secchi appena fiuta la competizione, anche Enrico Santacatterina in arte GuzziRock, davvero prezioso per tutto il weekend, e più tardi il grande Roberto Freddi che ha contribuito assai nell'assemblaggio del bolide. Dopo i primi due turni liberi, tra la nebbia emerge che il motore va benone, almeno lo si intuisce pur limitandolo per fargli fare un degno rodaggio, mentre la forcella è di gomma e rimbalza come un canguro e la pompa del freno anteriore ogni tanto diventa un po' molliccia, e non è esattamente una bella sensazione in staccata...

La pista, che come probabilmente sapete è incompleta in attesa del prossimo aggiornamento, in fondo non è malaccio fino a tre quarti: le prime curve sono piacevoli e divertenti, bello poi il tratto della chicane a sinistra e la curva a destra in accelerazione. Il resto a seguire, un incubo, roba buona solo per go-kart. Faccio talmente fatica in questo tratto che, complice anche la posizione di guida un po' costretta, finisco il mio turno libero con un crampo tremendo alla coscia sinistra.

Saltiamo la pausa pranzo da veri crumiri col Gambarelli che ci aiuta a sistemare meglio la forcella: molle sostituite e dosaggio centellinato di prezioso olio speciale per il primo turno di qualifiche, che dividiamo in due, dieci minuti a testa. Mauro entra e subito segna tempi migliori, il motore gira slegato e a quanto pare il lavoro sulla forcella ha funzionato, difatti gira ripetutamente sul 1'03", per poi rientrare e cedermi il ferro caliente: sgommo e finalmente mi diverto! La forcella ora va meglio; certo non è fenomenale, in staccata senti la moto che si muove ma lo fa in maniera prevedibile, anzi, meglio perchè ti immagini che da fuori ti vedano come Hayden in staccata con la moto che sbanda, mentre in realtà da fuori sembri solo un pirla e basta, ma fa niente: non devo più pensare ad ogni curva come si comporta, vado dentro tranquillo senza pensieri e difatti scendo anch'io sull'1'03 eppoi finisce il tempo a disposizione. Ma sono convinto che, sistemando il problema in frenata, possiamo scendere entrambi ancora di almeno un secondo. Peccato che la seconda sessione cronometrata non è stata cronometrata per un blackout elettrico, così resta valida solo la prima e siamo 15° in griglia. Che scarsi. Molto meglio Graziano, terzo, e gli altri, compreso il team Stagi che col Monzino vola nel toboga lillipuziano.

 

 

La sera troviamo anche il tempo di sgomitarci coi kart elettrici: miglior tempo Iosca, io ultimo. E' chiaro che avevo un mezzo inferiore.

La mattinata la passiamo a risolvere il problema in frenata, scoprendo che era causato dalla ruota anteriore che 'ballava' per via di un non perfetto accoppiamento tra i cuscinetti e le flange; sistemiamo anche la pinza posteriore che pioveva DOT-5 a catinelle eppoi prendiamo la decisione fatidica, consigliati da quella volpe di Mototopo (d'ora in avanti Mototopovolpe): cambiamo la gomma anteriore da Bridgestone ad Avon. Così ci presentiamo per la prima partenza della gara con la gomma nuova di trinca, convinti che sarebbe stato il nostro asso nella manica per recuperare un po' di posizioni. Che geni!

Alla partenza scatta benone Graziano insieme agli altri missili come Davide Rossi, che stavolta fa coppia con l'amico Zaccarelli sulla sua Ducati, Magrotti e gli altri provenienti dal campionato Classiche. Mauro parte bene e pian piano sembra rimontare un po', ma i tempi restano alti, non scende sotto l'1'05. Strano. Passa la mezz'ora e tocca a me: subito dalle prime curve mi accorgo che il comportamento dell'anteriore è radicalmente cambiato. La tendenza a chiudere è aumentata, sembra di cadere dentro la curva e in più sento la ruota anteriore scivolare. Boh. Che ciulata. Provo a far finta di niente, fischietto e affronto la seconda curva dopo il traguardo e da semplice impressione, la gomma passa a scivolare proprio. Mi prendo una bella pera ma meno male non cado. Torno così ad essere rigido come una scopa irrigidita con apposite nervature e in più mi stanco di brutto. Così alla fine arriviamo noni assoluti, assolutamente perplessi, mentre se la cavano ben meglio gli altri: terzi i Motoeuropi: madonna quanto andavano, ad ogni passaggio Graziano incuteva timore con quel baccano. Secondo me ha montato anche un amplificatore MacIntosh valvolare. Non male anche il duo Mantovani-Stagi, sesti con alle loro spalle la Lotus del Votantonio Team. Meditiamo vendetta, o meglio meditiamo se si può fare qualcosa per migliorare la situazione della ciclistica, perchè è un bel peccato, il motore va di un benone... un po' meno pieno di Olimpia in basso, ma comunque bello pastoso, il cambio è di burro, la frenata ora funziona senza incertezze e la giornata è quasi estiva. Mauro studia la situazione e sfila le forcelle di quel tanto che basta, allargando un pelo anche i semimanubri. Vediamo se riusciamo a compensare la sgradevole sensazione di scivolamento e saltellamento. Oh, poi qui si potrebbero aprire parentesi infinite, intendiamoci: da voci bene informate pare che l'accoppiata come la nostra, Avon anteriore e Bridgestone posteriore sia la preferita dal Molendi, tanto per dirne uno, così come le nostre stesse impressioni sono diverse: a me scivola, a Iosca saltella. Lascio a voi stabilire cosa sia meglio...

 

 

Ma è già ora di ripartire per la seconda manche, ora tocca a me fare la partenza: infilo il casco, pigiamo il tasto d'accensione e... il silenzio più assoluto che manco sull'Himalaia si ode. La batteria! Che minchioni, non abbiamo pensato di controllare che fosse tutto a posto nel parco chiuso. Ora siamo semplicemente nella merda. Mentre viene sventolata la bandiera per il via, noi siamo ancora nella corsia box sudati come anguille a spingerla. E naturalmente non parte. Proviamo anche a montare l'altra batteria, ma è di marca Farloccz. Al che scorgiamo un avviatore disinvoltamente appoggiato alla colonna del box e solleviamo il ditino per chiederlo in prestito. E' la nostra ultima speranza. Dopo svariate sgommate alla fine il bolide prende vita: via di corsa a recuperare! Grazie al cielo mi accorgo subito che le modifiche hanno, se non risolto, almeno lenito lo schirligamento: la moto si guida meglio, tende sempre a saltellare e a non dare fiducia ma almeno non me la sento più scivolare, e superata la stanchezza viaggio un po' meglio, anche se rimango sempre a un paio di secondi dal mio miglior tempo in prova (che già non figurava 'esattamente' tra i Best Laps of Ever), complice un paio di perplessità del cambio a trovare le marce. Fa niente, pensiamo a divertirc... BOX! Diavolo, è già ora del cambio: cedo Cioppy a Mauro e anche lui va meglio, riuscendo anche a strappare un paio di 1'02". Nel frattempo sono successe un po' di cosucce interessanti: il team Motoeuropa si immola subito al primo giro e per loro è già ora di raccattare le carabattole; altri cinque team manco ripartono, mentre al contrario il team Stagi va come un treno. In testa conduce sempre il team di Magrotti con la loro Suzuki che va da paura, secondi la coppia Zaccarelli-Rossi, con quest'ultimo che si diverte a doppiarmi cento volte, mentre i De Gambarelli cominciano a scoreggiare pesante. Ad ogni passaggio le raffiche di spari aumentano: dagli sguardi dei maghi Freddi e Scola si propende per un incollaggio delle puntine. Mauro ce la mette tutta per recuperare, un giro lo ripigliamo ma ne restano ancora due, è tutta colpa del regolamento: se durava sei ore li passavamo! Finiamo così noni assoluti, credo quarti di classe più o meno, mentre sul podio ci vanno i team Stagi e la John Votantonio Special. Però la moto più figa è sempre la nostra. A Cartagena ce l'avrebbero riconosciuto, ne siamo certi.

 

 

Tornando seri: questa era una gara 'pilota', una prova per far funzionare tutti i meccanismi e per vedere se c'è anche qui in Italia interesse verso le gare di Endurance per le moto classiche. Guardando la grande affluenza, sia di pubblico che di team, e leggendo negli occhi di Massimo Mita, Raffaele Lanza e Renzo Montanari, gli uomini della Federazione che più hanno voluto farla, il successo è stato notevole, il che ci fa ben sperare in belle sorprese per il prossimo anno per noi minchioni e per chiunque voglia buttarsi in questa bella e appassionante avventura. Personalmente ringrazio gli organizzatori e il mio minchia preferito, Mauro Iosca, che mi permette di divertirmi con le sue belle d'acciaio. Ma quanto vale? (d'altronde, si sa, Iosca è una mia scoperta) ;-)

 

CLASSIFICA FINALE 1° MANCHE

CLASSIFICA FINALE 2° MANCHE

 

 

GALLERY

 

 

 

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