Mandello 2003

Sabato-Domenica

Stelvio

Report di Ilenia

Lunedi

Monza

Report di Alberto

Report di Goffredo

Report di Marcello

Mercoledi

Mandello, varo della barca Breva

Report di Terry

Sabato-Domenica

Mandello

Report di Goffredo

Report di Gianjackal

PARIS MANDEL PARIS, LUGLIO 2003

 

 

GMG 2003

 

di Goffredo Puccetti


Paris-Stelvio.

Ma come? Ma non si era detto che le si spostava a luglio per evitare la pioggia? Ah, già, vale solo per l’Italia…
Sconsolato mi guardo il meteo della sera che implacabilmente mi comunica che domani, venerdi 4 luglio una simpatica perturbazione attraverserà la Francia da ovest ad est. Già che c’erano potevano aggiungere: i temporali fantozzianamente si verificheranno in corrispondenza dei luoghi attraversati da una V11 guidata da un minchione...
La mattina dopo, il cielo, come previsto, è uno di quelli che ispirano poca fiducia. Non piove ancora, ma pioverà. E vabbè, vorrà dire che testerò la mia nuova tuta antipioggia. La scelta del percorso, il dove ed il come lasciare l’autostrada per le statali lo decideranno le nuvole. Dove c’è chiaro si esce e si fanno le statali. Per gli acquazzoni ci si ferma agli autogrill. Con questo schema in mente il primo giorno di avvicinamento allo Stelvio termina dopo quasi 800 chilometri in un alberghetto prima di Bad Ragatz, in Svizzera. Bellissima la deviazione per la N19, con il nuovo tratto intorno a Belfort che sembra un pista, meno belli i temporali all’altezza di Langres e le code a Zurigo…
Ora, dico io, o tu svizzero testa di pinolo ma si è mai vista un’autostrada (per la quale mi fai pure pagare il bollino) che finisce con un semaforo?? Ebbene sì, l’universale concetto di tangenziale, di raccordo anulare, di anello-di-asfalto-intorno-ad-una-città è alieno alla mente elvetica.
"Autostrata ti nort finisce in Zurico nort. Autostrata ti sut riprente ta Zurico sut!" Siete dei minchioni e vi aspettate pure (pure!!) che un motociclista stia fermo in fila! (in sfizzera tu no passi tra file ti makkine no no no sennò io zuonare clakson!) Ecco, bravo, suona il clacson che ti passa.
Attraversata e mandata a cagher Zurigo mi rimetto in marcia verso sud, approfittando di un tiepido sole, mi getto sulla bellissima statale A3 che corre parallela all’autostrada costeggiando i vari laghetti. Molto bella. Decido di fermarmi prima che le valli svizzere si trasformino nelle “famose valli svizzere”…Dormire a Davos o Kloster costrebbe un patrimonio. A Mels, trovo un albergo che fa mezza pensione per 50 euro. La bistecca è di frassino, credo, o forse pino russo, ma la birra (Schutzgarten o qualcosa di simile) è molto buona.
La mattina dopo si riparte. Le strade sono bellissime! Kloster, Davos e poi i passi! Il Fluelapass (dove la notte prima ha nevicato…) lo stupendo Ofenpass da percorrere in sintonia col proprio tempo e la performance e poi la Val Mustair, il più tosto Pass Umbrail (con tanto di sterratino in cima) ed infine lo Stelvio. Eh si, da Davos allo Stelvio son quattro passi! Ah! Ah! Quattro passi!! Ah Ah! Sono proprio quattro passi!! Ah Ah (lo portano via…).

Stelvio.

Che roooooooba. Arrivo in tarda mattinata e, per così dire, da una via secondaria. In tempo per godermi lo spettacolo assolutamente mozzfiato delle migliaia di moto che salgono e scendono per i tornanti. Incredibile. La bellezza del luogo poi, è commovente. Mi sistemo al Folgore e mi fiondo alla tenda Moto Guzzi per l’iscrizione: segno garrulo e lieto i miei 924 km nel modulo e ritiro i simbadigi cacciets: molto bella la maglietta di quest’anno e il nuovo portachiavi. Mi fiondo sulla polenta con carne (Capriolo? Cervo? Gatto? Helvetico bimbo? Boh, comunque buonissima). Nel pomeriggio, scendo fino alla via per Merano per trovare un Bancomat, visto che lo “sportello più alto d’Europa” al passo, era chiuso. Che strada! Il pensiero vola al leggendario Fausto Coppi che su questi tornanti costruì la sua leggenda. Ed io che la consideravo una strada stancante in moto...
Incontro Gilbox con la sua Stone modello a frizione a scomparsa. Gironzoliamo tra le Guzzi, ci scopriamo colleghi di mal di schiena e ci diamo appuntamento per la cena dove i guzzisti sono stati invitati ad unirsi al tavolo dello staff Guzzi. Complice il famoso “mi stendo solo cinque minuti prima di cena” Gilbox quasi salta il primo! L’atmosfera a tavola è molto simpatica, e la cena ottima. Veniamo, con malcelata soddisfazione, reclutati per l’indomani, per fare delle riprese da inserire nel filmato delle GMG (lo sapevo! e guardami che sembro una zingara senza nemmeno un ombra di rimmel, ussignur...).

Il settimo da sinistra è Bartoletti Lucio di Rovigo

Il Caloroso benvenuto al Folgore

Oh, no! sta accadendo ancora...


La Domenica, sotto un sole radioso, andiamo su e giù per tornanti appresso ai due adetti alle riprese che meriterebbero loro di essere ripresi per i numeri di cui sono capaci. Al gruppo si sono uniti dei volti noti di Anima Guzzista, in primis Six che ad un certo punto decide di verificare quell’antico adagio della Valtellina che dice: “ In un tornante non fermarti mai appoggiando il piede a valle: il peso della moto potrebbe sorprenderti “. (esiste, esiste, siete voi che non conoscete gli antichi adagi valtellinesi...). La Bontà del detto è presto verificata. Rialziamo il mezzo e ripartiamo. Nel frattempo le moto sono aumentate a dismisura. Torniamo al Folgore e incontriamo nuovi e vecchi Guzzisti. Ecco Ale Cafè, Led Zep in procinto di partire per il suo Milano-Mandello in 3000 km, e poi il leggendario Bellotti, San Bruno da Carate e ancora Ilenia, Randagio e altri.
Corre voce di ripetute visite di Nello e del Tatuato ma non li incontro. Ci polentizziamo sui divani del salone del Folgore, sparando minchiate. Arriva ben presto il tempo di decidere che strada fare per il ritorno. Ale Café propone un Foscagno-Trepalle-Bernina Maloja Chiavenna al posto del più banale Bormio-Sondalo-Cheduepalle.
Accettiamo con gaudio perché noi valgo.
Sarò eternamente grato a Alecafé per aver proposto un tale giro e al Macione Molteni che telefonicamente me ne aveva parlato: assolutamente sublime. Teniamo un passo abbastanza allegro, nonostante Ale insista “ma potevamo andare anche più forte, neh”… ( pss, ehi Ale, ascolta: abbiamo la stessa moto e se all’uscita di quella S ho scalato una marcia, aperto a palla e non ti ho superato, significa che stavi facendo esattamente la stessa cosa, puzzone!). Il ritmo da sostenuto si fa cazzubaldesco (Cazzubaldo da Brescia protettore di chi va de prescia, ndr) nel tratto, pazzesco, meravigliosamente pazzesco, che va dalla dogana al passo Bernina. 5 chilometri di puro Mountain. Ah, già che è pure domenica e allora che Mad Sunday sia!! Attacco con un Voca me cum benedictis e parto: ecco il bandit che mi ha passato prima che ha già raggiunto la hornet. Hei tu porco levale le mani di dosso! E lo passo. Ecco la Hornet, che cavolo stai dicendo willis? E puf! Pare che sia ancora lì a domandarsi cosa fosse quella cosa scura con più borse serbatoio che cavalli che l’ha passata all’interno. Arrivo dietro al VFR, ecco il tornantone… Ah fellone, fate luogo vile mecanico! Sto per sferrare l’affondo mortale in nome di Omobono, della Patria, di Dante e degli esiliati tutti quand'ecco che un motociclista proveniente dal passo ci lampeggia. Il vfrista alza la mano in segno di…resa, no di rallentamento o comunque di cessata ostilità…E possiamo trotterellare a 50 all’ora di fronte ad elvetici gendarmi appostati poco più avanti evidentemente ignari e di cio che avveniva qualche istante prima sui tornanti a poca distanza da loro, e soprattutto ignari del fatto che l'emigrante Zappula Ciro, l'idraulico del paese, in quel preciso istante gli stava trombando le mogli (sì, due alla volta, magico Ciro!). Nota: a questo punto anche i meno attenti fra voi avranno convenuto che a me i poliziotti svizzeri stanno assai simpatici...
Sul passo incontriamo il gruppo di Bruno Scola. Posiamo per Superbiondina per una foto ricordo e via verso nuove avventure. La discesa è bellissima. Poi la tranquilla e panoramicissima strada di St Moritz che si sublima nell’esaltante passo Maloja.
Entriamo in Italia schiaffeggiati dall'afa, inesistente al di là di Chiavenna, e ci concediamo un gelatone da Costantin, a Mandello, quale preludio delle GMG.
Ci salutiamo lì e lasciamo che il traffico della Superstrada ci separi. Arrivo a Monza dove mi attende la mia stanza prenotata al Macio & Anto Palace. Ve lo consiglio: Suite imperiale con stereo e tv, ottima cucina romana ed è a soli 5 km dall’autodromo…

Lunedì in Pista.

E così ci siamo. Non sto a ripetervi il racconto dell’ emozione di girare in pista a Monza. Personalmente sono molto contento, perché penso di essere migliorato: mi sono sentito più sciolto e più a mio agio nelle situazioni da cacarella tipo l’alleggerimento dell’avantreno al Serraglio.. Ah, mi ero ripromesso di tornare sull’argomento “passeggiare a Monza” ma come si suol dire…Lasciamo la parola alle immagini!

Meritano invece due paroline i nostri Centauri Alberto e Macio. Alberto è stato di gran lunga il più veloce e Macio (scoprirò in seguito: al suo debutto in pista! Compliments!!) ha testato sin dalla prima variante il limite più grosso del centauro che non è tanto la scarsa manegevolezza quanto una ridotissima luce a terra delle pedane che toccano troppo presto in piega. Peccato poi per la loro caduta. Sicuramente non fa piacere a nessuno finire un turno in pista su una macchia d’olio ma vuoi mettere il poter raccontare: “ah, mi ricordo quando caddi a 200 all’ora all’uscita della Parabolica…” Ah, che invidia.

Un uovo sodo al comando

ma sento nell'aria c'è già la nostra canzone...

Con Phon e abbandono...

La Special di Fange! Da ammirare nei dettagli.

I "Nostri Caduti"

Ancora Tu? Ma non dovevamo vederci più?


Martedi, mercoledì, giovedì, Ruta di Camogli.

Val Trebbia vi dice qualcosa? Sì? E l’assenza di traffico di un martedì mattina? Mettete insieme le cose, aggiungete un minchione in sella ad una Scura e shakerate bene. Servite caldo o lasciate freddare…Et voilà, guardami guardami, sono un mago, ero a Monza e adesso sono a Recco. Puf!
In attesa di tornare a Mandello per il weekend finale delle GMG mi sono sparato tre giorni in Liguria. Immagino che il vostro interesse per le mie ferie estive sia una tacca sotto “come vivono gli yanomami” e quindi la faccio breve. Due puntualizzazioni: ho scoperto che lasciar passare una moto o comunque dare la precedenza in generale ad un altro veicolo porta all’impotenza. Non trovo altra spiegazione per il comportamento ebete per quella sub-specie di esseri umani che vivono in quell’ecosistema maledetto chiamato Tangenziale Est di Milano…
Seconda puntualizzazione: i ravioli di pesce del ristorante San Lorenzo (Via Aurelia tra Ruta e Rapallo) sono ottimi. Non è vero che sappiano “troppo” di mare, come dice mia zia. No, no, vanno benissimo così.

Mandel!

Il venerdi mattina riparto per Mandello. Faccio tappa alla Mondadori di Segrate, dove lavora un’amico. Nella mia veste di designer (leggi: architetto fallito) faccio una foto alla sublime partitura in cemento armato realizzata da Niemeyer. Secondo me è una delle cose più belle costruite in Italia negli ultimi trecento anni. Dopo pranzo saluto gli amici e via, alla volta di Mandello.
Anche quest’anno, la Anima Guzzista Tour Operator ha scelto Il Cinque Stelle Aldo e Terry. Impagabili. Doccia e subito gitarella in fabbrica. Subito, cioé subito per modo di dire. Sul programma c’è scritto che aprono alle 19 ma alle 19:30 stiamo ancora fuori dai cancelli. Mentre attendo, faccio mente locale con i precedenti quattro raduni che ho fatto a Mandello e arrivo subito alla amara conclusione: siamo molti ma molti di meno del solito. Finalmente ci aprono. E vai con la visita! E come guida? The one and only Vanni. In meno di cinque minuti io, Gianjackal and family e altri guzzisti veniamo rapiti dai racconti di Vanni e ancora una volta, come ogni anno, la visita al museo si trasforma in un esperienza indimenticabile. Quest’anno, la chicca riguarda il VERO colore della V8, sapete quel famoso verde dovuto all’electron e all’assenza di ulteriori strati di vernice protettiva (cosa non faceva Carcano pur di risparmiare peso…). Ebbene, che qualcuno si sbrighi a far riverniciare la V8 del museo. Il colore vero della V8 è quello della foto nel negozio all’ingresso del Museo: un verde molto più acido e brillante. Il verde oliva è il frutto di successive passate di tinta, ma pensa un po’.

Per la cena, appuntamento al solito Crotto di Fiumelatte, dove (ah già che siamo a luglio!) mangeremo sulla terrazza all’aperto con vista sul lago. Niente male, davvero.

La mattina del sabato ci si sveglia presto per andare a montare lo stand. C’è poco da fare l’atmosfera è segnata dal gran caldo e dalla sempre più netta constatazione che siamo pochi. La formula di quest’anno, sicuramente molto coraggiosa, alla fine pagherà lo scotto di aver molto diluito le presenze nell’arco della settimana e quindi verrà a mancare l’effetto “invasione” a Mandello il sabato e la domenica. Tra l’altro, mentre si notano comunque delle targhe tedesche mancano quasi in blocco gli olandesi, svizzeri e i francesi di solito sempre numerosi. Peccato perché il bagno di folla allo Stelvio faceva ben sperare.

Lo stand comunque viene allestito in pochi minuti. Anche quest’anno la Santa Icona del Mistero Gaudioso di Fange viene alterata dalla mano sapiente del Designer Hare Sala al quale si devono i geniali poster. Sul bancone oltre alle nuove T-shirt ci sono poi delle “sobrie” cartoline postali da mandare agli amici per ricordare loro che una Guzzi è per sempre.
Grazie ad Aldo e Mauro, lo stand si impreziosisce di due moto da collezione assolutamente fuori dal comune: una Sport 15 perfettamente conservata e marciante ed una rarissima Normale, davvero un pezzo unico che destano l’ammirazione dei presenti. Nel frattempo Luca decide di sfidare il caldo atroce e parte per un giro sulle strade del Circuito del Lario con un manipolo di arditi e sudati Guzzisti.
Alle 18:00 abbiamo appuntamento in Guzzi, nella sala dei trofei (miiiiiiiiiiiiiinchia!!!) dove un Beggio in gran spolvero ci presenta le diapositive della nuova attesissima 1100. La presenta con dovizia di particolari, ma non servono perché basta vedere la prima diapositiva per convincerci tutti. La moto è bella ed azzeccata: pensata per andare ad inserirsi nel segmento delle maxi tipo bmw r, quelle con le quali ci vai sia in ufficio che in vacanza, sarà presentata ufficialmente a Milano. Presenta anche un ventaglio di nomi per tastare il poslo ai presenti. Le proposte più apprezzate sono Stelvio e Breva con maggiore enfasi per quest’ultima. Foto di rito e lasciamo la sala belli contentoni. Mentre usciamo mi ritrovo a fare mente locale per il prestito in banca…

Arriviamo finalmente alla cena. Quest’anno abbiamo deciso di restare al Lido, si cenerà sui tavoloni messi a disposizione dagli Alpini. Siamo più di ottanta: ad un tavolo Fabienne e Salvatore dalla Normandia, ad un altro i leggendari Nic e Pippo, da Trapani. In mezzo una parata di minchioni di svariata provenienza. Complice un attesa fantozziana per sederci e dei buchi di mezz’ora tra una portata e l’altra ecco che torna grande protagonista a sorpesa il Cinghialismo! (vedi: “Guzzisti Cinghiali. Epistemologia dei comportamenti animali del Guzzista in calore” di M.Iosca, Edizioni Megadito, Cinghiate Sul Membro, 1987)
L’atmosfera si fa calda con il Tatuato che non si accontenta di esibire la sua ormai leggendaria schiena ma tenta di sedurre Marcello saltandogli sulle spalle. Marcello dopo aver girato per il piazzale con l’imbarazzante trofeo sulle spalle, non può far altro che scagliarlo verso un aiuola.
Quali colombe dal disio chiamate ecco che alcune fanciulle, che qui chiameremo col nome in codice di “amiche di Iko” , sentono irrefrenabile l’impulso di condividere col Tatuato quel senso di libertà che solo il sollevamento della maglietta sa dare. La folla risponde come un sol uomo applaudendo. Si odono, confusi, alcuni barriti. Nel frattempo ci perdiamo i fuochi d’artificio ( francamente, gnente de che, come si dice a Bergamo…) perché siamo ancora al secondo. Il contorno viene d’ufficio abolito, a stento raggiungiamo un caffè ed infine in un modo o nell’altro riusciamo a finire la serata di fronte ad una birra. Nel frattempo Mandello è piena di vita ma sono più i turisti con famigliole del classico dopocena di luglio con gelatino all’imbarcadero che Guzzisti…Strana atmosfera. Le cose non migliorano alla discoteca del Lido dove la musica techno-house-mavaacagher-indie-pop c’entra come i cavoli a merenda col raduno.

Mauro spiega alla stampa il fenomeno del Cinghialismo

È successo al Crotto...

Eeeeeeeee....Oplà!

In alto i pitali! Cioé, i calici!..

Un altro sobrio tavolo...


Le Premiazioniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Anche quest’anno secondi. Tutto sommato, in pieno spirito ecumenico direi che va bene così: la regola adottata è curiosa ma alla fine accontenta tutti: si fanno diverse classifiche per categorie e poi si fa in modo che nessuno venga premiato due volte lasciandogli solo il miglior piazzamento. Ecco quindi che ad Anima Guzzista va il secondo premio come Gruppo con più chilometri percorsi (se ho ben capito). Ma andiamo con la cronaca. Dunque ci sono circa 40 gradi e cosa c’è di meglio che iniziare le premiazioni con un’ora e mezza di ritardo?…Mentre la gente sviene Beggio coadiuvato da un falso magro e da una svampita sembra divertirsi sul palco. Noi boccheggiamo. Ad un certo punto viene presentato un tizio con la faccia da commercialista. La gente lo fischia senza pietà. Chiedo spiegazioni. Si tratta di uno dei partecipanti alle nota trasmissione per coglioni “il Grande Fratello”. Ah. E che minchia ci fa sul palco del Raduno Annuale Moto Guzzi?? Ma per chi ci hanno preso? Abbiamo qualcosa a che spartire con il Grande Fratello?? Siano per sempre benedetti coloro che lo hanno fischiato e la loro progenie eletta e le loro messi rigogliose. Mentre il commercialista si aggrappa al microfono implorando: “no, dai, sono un guzzista vero, ho un sp!…”, il falso magro capisce la situazione e lo manda a casa velocemente.
La giuliva bionda di turno sebbene riceva dal pubblico apprezzamento e consensi che vanno dal classico “ue gnoccona!” al più raffinato “vulverrima!” purtuttavia non convince. Diciamocelo, Susannona è tutta un’altra pasta. Un’altra classe, un altro stile…Torna Susanna, saremo i tuoi ippopotami blu!
Ed ecco che infatti la spumeggiante biondona, al momento di chiamarci sul palco, si impappina ed evoca un fantomatico gruppo “ANI MA GIUSTI!” o qualcosa del genere, che tutto sommato mi sembra calzarci a pennello. Una volta sul palco mi ritrovo pure un microfono in mano ma, sarà il caldo, sarà la consapevolezza di non poter certo tenere testa ad un Beggio scatenato, non mi viene in mente niente di particolare oltre il solito “ciao mandelo!”. Non aggiungo ‘siete caldi” perché mi pare eccessivo.

Asereye, eh eh!

E tu, e noi...Pensiero stupendo...

Beggio & The Bermuda Boys Live in Mandello!

Foro ricordo

Senza parole


Le premiazioni continuano. Il caldo è opprimente e non ce la si fa a restare ad applaudire gli altri, man mano che le persone ricevono le coppe, la tappa successiva è il bar per evitare la disidratazione… E così arriviamo ai saluti. Io e Jean Marc..Ah, non ve lo avevo detto? Mitico, Jean Marc è partito la domenica mattina all’alba da Grenoble e adesso ce ne torneremo insieme in Francia.
Saluto tutti, doccia gelida da Aldo e Terry e via, si parte. La noia dell’autostrada ma poi il Monginevro, il Lautaret e l’Alpe d’Huez, raggiunta attraverso la Route Pastoral del Col de Sarennes: sublime.
Il giorno dopo, mi vedo la partenza di una tappa del Tour de France ( e io che pensavo che i motociclisti fossero degli esagitati...) e poi autostrada sotto un caldo africano e la ormai classica deviazioncina alla ricerca di fresco per Auxerre, ed infine Parigi.
Guardo il contachilometri. La moto ha 3054 chilometri in più di 9 giorni prima. E la mia schiena pure. È il quattordici luglio, festa nazionale in Francia. Ancora non lo so ma poche ore fa una Guzzi ha vinto pure il Bol d’Or Classic…Mi godo una birra davanti ai fuochi d’artificio e penso che da domani mancherà un giorno in meno al prossimo raduno a Mandello...



Ringraziamenti:

Mandello senza Aldo e Terry sarebbe come una Guzzi senza ruote. Siete davvero impagabili. Grazie. Macio e Anto ormai per me sono come Mork e Mindy: imprescindibili. E poi un grazie a Fange, ragazzo immagine, facchino, portavalori, autista, barista e quant'altro. Andrea, la schiena che da una mano (?), NelloBelloamandello, Frensis, Luca e insomma grazie a tutti. E un grazie speciale a Mauro MGS Sala per lo sbattimento enorme per lo stand e le moto.

Ed infine, come al solito, il ringraziamento più grande è per Alberto. Grande, sempre presente, sempre disponibile. Pensate che pur di non umiliarmi al turno successivo, ha preferito prendere la chiazza d'olio...

 

© Anima Guzzista