I protagonisti della storia Guzzi

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Dal 1922.

 

 

 

Roberto Freddi, al centro, assieme ai compagni di team Micio e Paolo, e Fabio 'prezzemolo' Forlati

 

 

 

 

Come appariva la concessionaria nel 1922

 

 

 

Alcuni 'quadretti', testimonianze della storia della concessionaria

 

 

 

 

Trofei...

 

 

 


...e miti

 

 

 

Uno degli amici di famiglia

 

 

 

 

Chi di voi a casa non ha la coppa della Milano-Taranto?

 

 

 

 

 

Primo e Giovanni Moretti

 

 

 

Piloti si nasce?

 

 

 

 

Intramontabili anni '70

 

 

 

15.000 e più fasce per pistoni

 

 

 

Roberto è sempre paziente, anche con gli scocciatori

 

 

 

L'officina, le corse, oggi come ieri

 

 

 

 

Ma quanti pezzi ha sta Guzzi?

 

 

 

Roberto in azione a Cartagena

 

 

 

Il Moretti Team contaminato...

 

 

 

Un'insegna Pirelli originale del 1933

 

 

Insegne d'altri tempi

 

 

 

L'officina è nel retro...

 

Mio nonno era il Primo, mio zio Giovanni...

di Mauro Iosca

 

Guido come sempre in autostrada, la radio manda Dalla con Nuvolari “…Nuvolari è basso di statura, Nuvolari è al di sotto del normale. Nuvolari ha cinquanta chili d’ossa, Nuvolari ha un corpo eccezionale…” e mi viene da pensare con allegria e ammirazione ai miti del passato, del passato che più è passato e più diventa grande il mito; in realtà la storia dei tempi dei nonni non la conosco poi così bene, eppure il Tazio lo sanno tutti che grande pilota era e che carisma; credo che all’epoca del Nuvolari più mito di lui non ci fosse nessuno.
Certo che anche il Tenni Omobono però... che coraggio e che tempra la sua, la loro; pensa con che “mezzi” correvano ‘sti signori. Comunque in quanto a notorietà il Tazio è stato certo il numero uno, sì il numero uno di un epoca ormai così lontana che le tracce facilmente si perdono: è evidente che se nuove celebrità come Lucio Dalla sono chiamate a ricordare vecchie celebrità allora del tempo ne è passato davvero.
Il tempo che passa, eh già, il tempo… questa metafora di rara democrazia che a tutti concede spazi uguali e pari speranze: tempo che medica, tempo che ripara, tempo che galantuomo ricorda e paradossalmente dove più sembra non essere passato, più ricorda...
Come in certi luoghi, certi angoli dove le circolari traiettorie del tempo non hanno portato modifiche tangibili alla storia, ad una storia che sembra di ieri, ad una storia che sembra incredibilmente di oggi.

Uno di questi luoghi è una piccola bottega sita nei pressi del centro di questa bellissima città che è Macerata, terza provincia marchigiana dall’antico passato e dalla medievale bellezza.
L’insegna della bottega dice semplicemente “Dal 1922, - PRIMO MORETTI - “.
Questa bottega è oggi una concessionaria Moto Guzzi e dato che fu aperta nel 1922 è appunto la prima concessionaria aperta in Italia e quindi la più antica del mondo. Il Primo all’epoca correva già da un pezzo, infatti mentre Carlo Guzzi era al “militare” Lui vinceva la Milano-Napoli con una roboante Frera e quindi quando nel ’25 passa alla Guzzi (agonisticamente parlando) è già un affermato pilota; magari non famoso come i piloti di oggi di cui tutti parlano anche perché preferiscono una birra o mettono certi occhiali da sole, oppure perché guidano molto sportivamente certe utilitarie da città. La fama una volta la tramandava l’odore del sudore ed il racconto di chi c’era, e per questo le poche cose che ricordano quei tempi hanno un sapore più intenso, più vero. Comunque per dovere di cronaca vi riporto di seguito chi è stato Primo Moretti:

Nato a Campo rotondo il primo Febbraio 1890 ma tolentinate di adozione, dopo aver prestato servizio come motociclista nella prima guerra mondiale, inizia la sua attività sportiva nel 1920 con la Frera e vince numerose corse con la casa di Tradate alla quale rimane in qualche modo fedele fino alla fine del 1924.
Nel 1925 inizia a correre per la Moto Guzzi e domina in tutte le principali corse della zona adriatico-romagnola oltre a ben figurare in altre importanti competizioni nazionali.
Determinato e positivo nelle azioni quanto modesto negli atteggiamenti continua la sua attività, sempre con Moto Guzzi, fino ad età avanzata e nel 1940 lo troviamo ancora secondo nella classe sidecar alla Milano-Trarnto.
Nel 1945 nei primissimi giorni dopo la fine della guerra la sua preoccupazione è quella di recarsi a Mandello per riprendere i contatti con la Moto Guzzi; vi si reca con un motocarro e sulla via del ritorno trova la morte investito da un grosso autocarro.

26 settembre 1920
terzo alla Milano – Napoli (Frera)
18 settembre 1921
primo alla Milano – Napoli (Frera)
30 settembre 1923
secondo alla Milano – Napoli
12 giugno 1932
sesto alla Milano – Napoli (moto Moretti)
2 maggio 1937
secondo alla Milano – Roma – Taranto (sidecar Guzzi)
30 aprile 1939
secondo alla Milano – Taranto
6 maggio 1940
secondo alla Milano - Taranto

1925:
squadra ufficiale Moto Guzzi Guido Mentasti, Primo Moretti, Ugo Prini
19 aprile
Due vittorie di Primo Moretti nelle prime due tappe del giro d’Italia
3 maggio
Circuito dei campi flegrei, g.p. del M.C. d’Italia: è primo Primo Moretti
24 maggio
III circuito del savio: vince Primo Moretti
14 giugno
Terni - passo della somma: vince Primo Moretti
2 agosto
Pesaro circuito del Foglia: vince Primo Moretti
agosto
V coppa dell’Adriatico a Rimini: vince Primo Moretti
13 settembre
G.p. delle nazioni: sotto la pioggia verso metà gara è Primo Moretti a portarsi in testa ma è raggiunto dalla AJS di Hough che alla curva di Lesmo gli cade proprio davanti coinvolgendolo nella caduta. (da Moto Guzzi da corsa)
20 settembre
Primo Moretti vince il I circuito versiliese
27 settembre
Circuito di Galliate: una errata scelta dei rapporti non gli concede di andare oltre il quarto posto (da Moto Guzzi da corsa)

1926:
1 aprile
Secondo al gran premio reale di Roma
11 aprile
È terzo al V circuito d’Italia
lo stesso anno vince la gara del circuito di Lugo e la gara del circuito di santa croce a Reggio Emilia
1 maggio
Secondo a Imola circuito dei tre monti
3 maggio
Vince il g.p. circuito del Savio
10 maggio
Secondo ancora al circuito del Savio
Sempre nel 1926 vince al circuito dei monti peloritani
18 luglio
Vince a Verona al circuito motociclistico del pozzo
In agosto vince al circuito della versilia
29 agosto
Vince a Cesena nella coppa Olindo Raggi
5 settembre
Vince al circuito di Correggio

1928:
è secondo nella gara al Circuito di Reggio Emilia e ad aprile vince al circuito dei monti pretoriani

Nel 1931 vince il G.P. di Monza

Nel 1939 è secondo a Foggia

Colleziona anche 17 gare corse con Tazio Nuvolari e Achille Varzi di cui tre vinte e le restanti terminate tra i primi classificati.

Primo Moretti fu anche ma soprattutto il padre di Giovanni e di Lidia.
Giovanni nasce nel 1923 e neanche a dirlo sogna la carriera di pilota fin da piccolo tanto che all’età vent’anni è gia pronto ad emulare agonisticamente la carriera di papà Primo.
Partecipò con successo a molte gare, sempre con la Moto Guzzi.
Nel 1946 con una Guzzi 500 è primo a Lodi e Macerata. Nel ’47 vince a Luino, Varese, Alessandria, Asti, Macerata, Legnano, Reggio Emilia, Pallanza e Gornatte Olona.
Nel 1948 passa dalla seconda categoria alla massima, partecipando a gare di campionato a Firenze e Roma, al fianco dei massimi piloti conobbe avversari come Omobono Tenni, Balzarotti, Nello Pagani, Bertacchini e Artesiani.
Vinse a Monza e Bergamo col “Dondolino” queste vittorie lo portarono alla ribalta e la stampa specializzata dell’epoca lo ribattezzò “ol Joannì” l’omino di Monza.

Era l’ottobre del 1948 e si correva la gara più importante della stagione; la Moto Guzzi prende la decisione di affidare al Joannì la bicilindrica di Omobono Tenni, ma la sorte avversò la corsa di Giovanni che cadde alla curva di Lesmo per un guasto meccanico, mentre stava cercando di colmare lo svantaggio. Era l’Ottobre del 1948.

Lidia Moretti col Giovanni nel 1948 fonda in onore del padre l’omonimo Moto Club Primo Moretti, indubbiamente in quegli anni uno dei Moto Club più importanti ed attivi nel paese. La Lidia è una donna forte, una donna dal gran temperamento, una donna che andava in moto in un tempo in cui le donne al massimo si sedevano di traverso dietro alla Lambretta, badando bene a tirar giù l’orlo svolazzante delle gonne. La Lidia invece, le cui moto erano il Falcone o il Gambalunga, ha continuato l’opera sostenendo la concessionaria e badando con l’aiuto del marito, Dino Freddi, al mantenimento di uno spirito fatto di sfide e di orgoglio: lei di storie con la famiglia Moretti ne ha vissute tante e forse molte ne potrebbe raccontare. Visitare questa Bottega è un piacere tutte le volte; il sentimento strano che si prova non è quello tipico che si avverte nei musei o nei luoghi votati alla constatazione della storia. Visitare la concessionaria Moretti oggi è in un certo senso vivere quella storia, farne parte.

Nel settembre del 2004 siamo a Cartagena, in Spagna, per disputare la nostra terza gara dell’ormai famosa endurance della Deccla. Tra i vari team convenuti, incontro per la prima volta i ragazzi del team Moretti i quali si metteranno subito in luce non solo per i brillantissimi tempi in pista, ma per un altro particolare avvenimento, ossia per l’inconsueta quanto radicale metodologia adottata per risolvere il sempre attuale problema del “trasporto della moto”.
Arrivati a bordo di un monovolume in cinque, non si capisce come ma vi giuro che lo hanno fatto, scaricano dal bagagliaio una serie interminabile di pezzi che andranno a ricomporre, sotto gli occhi esterrefatti degli astanti, la moto con la quale meravigliosamente correranno una gara epica che li vedrà quarti al traguardo.
Ed è quindi a Cartagena che conosco Roberto Freddi, nipote di Primo Moretti e di Giovanni e figlio della signora Lidia.
Roberto che è oggi il concessionario Moto Guzzi di Macerata, Roberto che in pista corre veloce, Roberto che con Paolo e Micio ha messo su il Team Moretti, Roberto che è ormai un compagno di ventura, un amico oltre che un bravissimo meccanico.

Guido come sempre in autostrada e il mestiere spesso mi fa conoscere posti nuovi ed è così che girando e curiosando ho visitato e conosciuto molti concessionari. Di alcuni di loro sono anche divenuto amico; ma è per un assurdo scherzo del destino che sono amico di un concessionario di Macerata che ho visitato poi e che avrei dovuto visitar per primo.

 


© Anima Guzzista