Ghezzi
& Brian
Ricordo
tre anni fa, al raduno ufficiale Moto Guzzi a
Mandello, una strana special schierata nel
cortile presso la galleria del vento: una moto
stupefacente, con un telaio fucsia appariscente
sia tecnicamente che per la verniciatura, con
una attitudine cattiva e nello stesso tempo
leggera: era il primo prototipo della Supertwin:
una moto spettacolare che, grazie alla tenacia,
passione e capacita’ dei suoi ideatori,
Giuseppe Ghezzi e Bruno Saturno, meglio noti
come Ghezzi&Brian, entro poco tempo uscira’
dallo stadio di prototipo per divenire realta’
circolante, incontrando un successo al di sopra
delle aspettative di una ‘special’ costruita
artigianalmente in piccoli numeri. E il successo
(dimostrato anche dalla lunga lista di attesa
per averne una) li porta poi a concedere il bis:
dalla solida base della Supertwins ecco spuntare
fuori una delle naked piu’ personali e cattive
mai viste nel mondo a due ruote: la Furia,
presentata allo scorso Salone di Milano e in
corso di omologazione, oltreche’ gia’
circolante per le prove affidate alle maggiori
riviste del settore.
E il bello
e’ che stiamo parlando di moto motorizzate col
granitico V90 Moto Guzzi!
Con queste
orgogliose premesse ci rechiamo a Perego, in
provincia di Lecco, dove l’atelier Ghezzi&Brian
ha sede, per toccare da vicino tanta passione e
capacita’, e per conoscere personalmente i
fautori di cotanto orgoglio.
Ci
accoglie all’interno Bruno Saturno, l’anima
piu’ squisitamente commerciale e
imprenditoriale del duo, mentre la ‘mente’
motociclistica, Giuseppe Ghezzi, ci raggiungera’
piu’ tardi.
Bruno
dimostra subito chiaramente il suo ruolo, che e’
quello dell’imprenditore attento e scrupoloso,
quasi impeccabile nelle sue risposte, sempre
attente a esplicare nel giusto tono e con la
giusta terminologia; lo si percepisce sentendolo
parlare dei suoi prodotti. Dopo i primi
complimenti di rito, e dopo aver scattato
diverse foto ci lanciamo.
Alberto:
come e’ nato tutto?
Bruno: La
passione nasce dalle corse, quando Ghezzi
cominciava a trafficare sul LM per aumentare le
prestazioni, fino a creare un telaio nuovo, che
ha avuto un suo sviluppo, in 7 esemplari, e di
cui questo rappresenta la evoluzione finale, con
la vittoria nel campionato del ’96, e poi da
questo nasce l’idea di portare questa moto
sulla strada, coi dovuti adattamenti ma senza
perdere gli elementi caratteristici, per cui il
telaio e’ rimasto lo stesso; l’unica cosa l’airbox,
che pero’ e’ puramente una ‘carenatura’,
con le sue caratteristiche di grande rigidita’,
maneggevolezza, interasse molto corto.
Marcello:
questo era nel…?
Bruno: Nel
97 abbiamo corso ancora, ma era cambiato il
regolamento, erano arrivati i 4 valvole, per cui
non eravamo piu’ competitivi. Nel 98 ci
abbiamo pensato un po’, e all’inizio del 99
siamo partiti
M:
quando siete andati in Moto Guzzi a proporre una
cosa del genere, sono stati ragionevoli? Non
hanno fatto problemi a fornirvi i motori?
B: Si, i
nostri rapporti con Moto Guzzi sono stati sempre
buoni; chiaramente abbiamo dovuto fare da noi le
cose che ci proponevamo; ma comunque sulla
fornitura dei motori non si puo’ essere
scontenti…
M:
parlando con Ghezzi da Scola un po’ di tempo
fa diceva che all’epoca era gia’ disponibile
il cambio a 6 marce, e pero’ sono stati un po’
restii a darlo; o siete stati voi a preferire il
5 marce?
B: Non e’
stata proprio cosi’; noi avevamo gia’ i
nostri prototipi fatti col cambio a 5 marce e
avrebbe voluto dire rifare tutto da capo; il
cambio a 6 marce obiettivamente e’ un bel
cambio, pero’ e’ un po’ pesante, sia come
cambio che come scatola di trasmissione; quindi
va un po’ a cozzare con le nostre idee di fare
la moto leggera…
M:
quindi e’ stata una scelta tecnica oltreche’
‘logistica’, diciamo…
B: si,
ambedue le cose. Non ci siamo posti il problema
di rifare il telaio per il 6 marce, anche perche’
poi noi facciamo una piccola modifica sul 5
marce per renderlo un po’ piu’ preciso e
rapido.
A: In
sostanza l’unico vantaggio del 6 marce e’ l’uscita
maggiormente disassata del cardano?
B: E poi
sicuramente e’ un bel cambio; ma tutto sommato
abbiamo potuto compensare i difetti del cinque
mantenendo leggera la moto.
Mauro:
Che moto guida lei?
B: L’ultima
moto che ho avuto e’ una Honda; e’ ancora in
un angolo del capannone, e quando abbiamo
cominciato questa avventura mi sono detto: io
non guidero’ piu’ una moto fino a che non
avro’ la MIA, cosa che e’ avvenuta, per cui
io adesso guido quello che capita; generalmente
guidavo quella rossa (indica la Supertwin li’
accanto); comunque non guido molto; il tempo
libero si e’ molto ridotto…
M: come
vi siete conosciuti?
B: Io ho
letto un servizio su Ghezzi su Moto Tecnica; gli
ho telefonato e sono andato a trovarlo…
M: cosi’
d’istinto…
B: si’
forse un’ispirazione… (ride) e da li’ e’
nato tutto; prima le corse e poi man mano…
M: la
produzione vi soddisfa? Quante unita’ avete
prodotto?
B: L’anno
scorso 50. Quest’anno con Furia potremmo
arrivare al doppio: questo e’ il nostro
obiettivo a oggi.
M: Il
passaggio dalla sportiva pura alla naked da dove
scaturisce? Avete visto la tendenza del mercato,
avete visto che sfruttando parecchie parti
simili poteva nascere una moto nuova…
B: Si;
dalla Supertwins poteva scaturire un secondo
modello, a due posti, quindi piu’ fruibile,
con delle linee che la caratterizzassero dall’altra…
insomma produrre una moto che potesse avere
maggiore fruibilita’ e versatilita’ d’uso…
M: In
Ghezzi&Brian quanti siete? Cinque, sei…
B: Un po’
di piu’ adesso. Sulla parte tecnica sei
persone. Poi il commerciale con due persone, poi
noi due. Siamo destinati a crescere perche’ l’anno
prossimo abbiamo programmi un po’ piu’
ambiziosi; poi e’ il mercato che ci da’
queste sensazioni.
M: Per
la ProThunder e’ stato un ‘colpo di testa’
o e’ stata anche una vostra voglia di tornare
alle corse?
B: La
voglia c’e’ sempre! L’impegno e’ non
poco…
M:
magari nel campionato naked che stiamo seguendo
attentamente col nostro sito…
B: La
Furia in pista sarebbe come la moto che ha vinto
il campionato nel ’96 in versione naked;
cambia ben poco… i tempi che si realizzano
oggi si possono fare tranquillamente…
M: Le
altre nude un telaio cosi’ se lo sognano!
B: La
ProThunder per ora e’ un esemplare unico; e’
stato chiesto dal nostro importatore americano.
Ci ha consentito di fare esperienze nuove…
M:
ecco, infatti volevo arrivare li’; lo so che
non rispondera’…
A: L’avete
usata come ‘test’ per…
B: eheheh…
M: ok,
tagliamo…
A: d’altra
parte la domanda viene spontanea, pensando al
motore 4 valvole che dovrebbe garantire piu’
potenza, e questo telaio ‘chiama’ potenza.
Quasi tutte le riviste nel provare la Supertwin
concludevano dicendo che la moto e’
estremamente prestante, ma per contro sembra di
aver sotto un motore che non viaggia…
B: Certo.
Anche perche’ in effetti la stessa moto col
motore da corsa gestiva piu’ cavalli. Non che
fossero tantissimi in piu’…
M: A
quanto arrivava?
B: 100-102
cavalli. Poi c’era molta coppia. Il telaio e’
assolutamente in grado di reggere ben oltre.
Difatti le prime prove con la ProThunder sono
state assolutamente positive.
M:
siete arrivati a quanti cavalli?
B: 140
cavalli…
A e
Mauro: UHUHUHUH…
A: Alla
ruota? O all’albero?
B: No, all’albero.
Ed e’ poi una moto piu’ leggera della
versione stradale, mancano tante cose…
M: Ha
gia’ fatto qualche gara?
B: No, non
ancora: sta facendo delle prove in America di
messa a punto; ci hanno chiesto dei rapporti
diversi, vari accessori per provare diverse
soluzioni. Il primo approccio, eheh, e’ stato
di grande entusiasmo…
A: C’e’
stato qualche problema a far stare il motore 4
valvole?
B: Beh, ci
sta a malapena; le cartelle della distribuzione
sono state tolte; ci sono le pulegge che
lavorano a 1 millimetro dal telaio; e’ stata
cambiata qualche curva nell’attacco anteriore
del motore; e’ un motore decisamente piu’
grosso.
M:
Stavamo parlando prima del rapporto con la Guzzi:
con l’andare del tempo come si sono evoluti i
rapporti? La Guzzi si sta rendendo conto che la
Ghezzi&Brian sta diventando un nome sempre
piu’ conosciuto? Sono ispirati da voi in
qualche cosa? C’e’ un feedback tra voi?
B: Beh,
certo, si parla di piu’ di prima. Le nuove
persone che vengono dall’Aprilia sono dei
motociclisti; la mentalita’ che li anima e’
una mentalita’ di appassionati oltreche’ di
esperti; quindi c’e’ un dialogo sicuramente
piu’ frequente e piu’ interessante per
futuri sviluppi rispetto ai momenti ‘bui’
… Questo e’ positivo; d’altra parte Ghezzi&Brian
nasce da un motore Guzzi; credo che dia lustro a
questo propulsore quindi al marchio Moto Guzzi,
dimostrando che si possono fare delle cose che
forse alcuni non immaginavano. Dalle corse fino
a moto particolari, che comunque circolano su
strada.
M:
Quando siete passati dai prototipi alla
produzione su strada siete sempre stati decisi a
usare il motore Guzzi o avevate pensato ad altri
motori, magari anche piu’ economici?
B: No, la
nostra e’ stata anche una scelta di marketing,
cioe’ andare a trovare gli appassionati di un
certo propulsore, di una certa filosofia, e dare
loro un prodotto con caratteristiche particolari…
A:
Sopperire anche a quella che e’ la mancanza
attuale della Guzzi: non c’e’ una moto
sportiva ‘attuale’ in termini di ciclistica,
pesi, ecc, e quindi c’e’ tutto un bacino di
utenza che avrebbe molto interesse ad avere un
motore Guzzi montato su una vera sportiva…
B: beh,
siamo due realta’ completamente diverse; noi
facciamo moto in modo artigianale…
M:
siete molto piu’ liberi…
B: noi ci
rivolgiamo a una nicchia di clientela che puo’
anche spendere una certa cifra…
M: Beh,
ci sono marche come Ducati, BMW e altre che non
e’ che costino tanto meno…
B: Beh, l’importante
e’ aver dimostrato che si puo’ fare: si puo’
andare a soddisfare una nicchia di mercato con
un motore che ha molto da dire; magari non in
termini di prestazioni, ma per quello che
trasmette come emozioni; ha una sua personalita’,
ha una sua fisionomia indiscutibile: la Ghezzi&Brian
da’ modo agli appassionati di trovare quel
tipo di prodotto che magari la grande produzione
non gli potrebbe dare.
Mauro
(con occhio volpino): Ma la Guzzi continuera’
fare il 4 valvole?
B: La
produzione del 4 valvole e’ finita.
In questo
momento arriva Giuseppe Ghezzi con il
figlioletto, e dopo le presentazioni di rito si
commenta il casino per la concomitanza col Giro
d’Italia, che passa a poca distanza da Perego.
B
(rivolgendosi a Ghezzi): Abbiamo fatto una
panoramica di tutto… Siamo arrivati al momento
piu’ critico… Io dico: non lo so… (risate)
hanno visto un po’ troppi 4 valvole in giro…
M: La
Guzzi entro l’anno si dice dovrebbe buttare
fuori un nuovo motore 4 valvole sempre
bicilindrico…
G: entro l’anno?
M: Cosi’
dicono su Motociclismo… L’importante e’
che mi abbiate confermato che i rapporti con
Guzzi sono migliorati…
G: Quello
si’.
B: Beh,
noi come piccola realta’ abbiamo solo
interesse a fare dei nostri studi, no? Andare a
cercare, a scovare delle possibilita’ nuove;
poi che si realizzino o no, e’ sempre
importante lavorare su quello che c’e’ e che
si puo’ migliorare, modificare, applicare in
modo diverso; e’ chiaro che non stiamo mai
fermi.
M:
Ecco, prima parlavamo del passaggio dal
prototipo alla produzione: visto che lei e’ un
industriale e che gia’ conosceva le
problematiche della produzione: quali sono stati
gli aspetti piu’ difficili?
B: Sono
stati tutti aspetti difficili. Abbiamo il
massimo aiuto da parte dei fornitori, ma…
comunque industrializzare un prodotto vuol dire
possibilmente cominciare fin dall’inizio con
quest’ottica; pero’ …vuol dire
praticamente ripensare il prodotto nell’ottica
della produzione. Pensare ai macchinari per
produrre i pezzi…
(siamo
distratti dal piccolo sulla Furia che gioca col
tappo)
M: Come
mercato come siamo messi?
B: Un po’
di tutto; prevalenza di Giappone e Stati Uniti.
M: E in
Italia?
B: La
Furia sta andando bene anche in Italia (come
prenotazioni ndr)
M:
Prima di partire con la produzione avete fatto
una ricerca sulla clientela, o vi siete buttati?
B: Noi
abbiamo un contatto stretto con il nostro
mercato, sia attraverso i venditori ma
soprattutto col contatto diretto: sia con
manifestazioni tipo Guzzi Day, o con altre
manifestazioni minori, sia nelle fiere veniamo a
contatto con tanti guzzisti, li’ per noi e’
un polso importante, indispensabile da
mantenere.
Inoltre i
tanti articoli usciti in decine di paesi e il
nostro sito in quattro lingue ci hanno aiutato
veramente molto : ogni mattina troviamo e-mail
di appassionati da tutto il mondo .
M: Il
cliente si rivolge solo attraverso il dealer o
anche con voi direttamente?
B:
Entrambe le cose. Alcuni dealer sono a loro
volta degli specialisti e appassionati di Guzzi
e sono il tramite ideale tra il cliente e noi;
altre volte il cliente passa anche a trovarci.
A: Il
cliente che vi ordina una Supertwin e vi chiede
anche una elaborazione del motore la fornite o
no ?
B: No, al
momento non siamo in grado di seguire la parte
motoristica; e’ una questione di risorse.
Anche perche’ poi noi diciamo sempre: provate
prima la moto. La moto con queste
caratteristiche di telaio e leggerezza non e’
che chiede tanti cavalli. Quando le riviste
fanno le prove in pista, certo li’ piu’ ne
hai e meglio e’, ma la moto in strada risponde
pienamente.
M: Come
ritorno da parte del cliente notate
soddisfazione, notano magagne, chiedono
modifiche?
B: Non
abbiamo avuto problemi. Gli unici inconvenienti
sono di chi e’ caduto.
M: Ma
il cliente che compra una Ghezzi&Brian chi e’?
E’ un giovane appassionato, una persona che
vuole avere un oggetto da sfoggiare, uno che
vuole girarci in pista…?
B: Forse
quest’ultima e’ la categoria meno numerosa;
sono in genere o appassionati guzzisti, o
qualcuno che vuole avere un oggetto esclusivo;
non ha certo molte alternative. Furia raccoglie
in se’ l’esclusivita’ del prodotto ma
anche la possibilita’ di usarlo tutti i
giorni. Non e’ la moto da tenere nella teca,
ma ci vai in ufficio, ci vai dappertutto… e’
una moto anche per signore, perche’ e’
bassa, leggera…
A: Voi
mantenete sempre l’opzione di ‘conversione’
partendo da una base 1100 Sport?
B: Si.
Deve essere il motore 1100 col cambio a 5 marce.
Il 1100 Sport si presta idealmente al trapianto.
M:
Anche sulla Furia?
B: Sulla
Furia non abbiamo ancora pensato a questa
conversione; alcuni particolari sono diversi…
le ruote, il cruscotto, il faro… probabilmente
su Furia il vantaggio economico e’ ridotto.
A: Ho
visto che dietro avete montato un Ohlins
posteriormente…
B: Si, e’
di serie su Furia e Folgore (la nuova versione
della Supertwins). E’ una evoluzione.
M:
Pensate di mantenere l’accoppiata
Supertwins-Folgore, o manterrete solo la
Folgore?
B: Mah,
vediamo il mercato come risponde. Finora ha
risposto molto bene con Folgore. Ne abbiamo gia’
consegnate.
M: Beh,
essendo io un ex paracadutista, il nome lo trovo
splendido; se poi mi mettevate il nome proprio
qui’ (indica dove sta scritto Furia), avrei
gia’ staccato l’assegno… (risate)
B: Il nome
e’ una delle cose piu’ difficili…
M: Il
designer e’ sempre lo stesso?
B: Si,
facciamo tutto in casa.
M: E’
stato fatto a CAD?
B: No, noi
prima lo facciamo con reticolo in fil di ferro,
poi in legno, in modo da poter apportare
facilmente modifiche e in modo da vederle
subito, e poi lo stesso modello in legno serve
allo stampista.
M: che
dire altro? Beh, si, ci sarebbe altro… ma
tanto non risponde!
B:
eheheheh…
A: beh,
anche solo il fatto che ci sono cose che non si
possono dire dimostra che le cose sono cambiate
in Guzzi…
B: Questo
e’ sicuro. Credo ci siano tanti progetti; poi
credo verra’ fatta una selezione anche di
carattere temporale, perche’ tutto non e’
che possa essere preparato contemporaneamente,
ma credo che la Guzzi sta percorrendo quella
strada di evoluzione della produzione con nuove
idee, con nuove proposte; d’altra parte io
penso che la Moto Guzzi sia uno dei tanti
aspetti della cultura italiana; la cultura si
evolve ma non si stravolge. Ma si evolve: credo
che in Aprilia ci sia la volonta’ di far
evolvere la Moto Guzzi; fa parte della cultura
italiana. E’ radicata profondamente non solo
in Italia ma anche all’estero: e’ una delle
bandiere dell’Italia all’estero: e’ un
patrimonio insomma. Restera’ tale in futuro.
A: Nel
vostro caso qual’e’ la percentuale di
clienti esteri?
B: Beh, e’
preponderante.
A: C’e’
un mercato particolare? Tipo la Germania, l’Inghilterra…
B: Gli
Stati Uniti e il Giappone. In questo momento si’.
Anche in Inghilterra e in Svizzera si vende
bene. Poi abbiamo venduto anche in paesi un po’
‘impensabili’: Finlandia, Svezia…
chiaramente pochi pezzi… abbiamo ricevuto una
volta una visita di alcuni motociclisti venuti
in moto dalla Finlandia. Alcuni con Guzzi, uno
con Laverda… e’ gente che ha uno spirito che
gli porta ad usare la moto in modo intensivo
nonostante il clima avverso dei loro paesi.
A: Come
l’Inghilterra: un paese disgraziatissimo per
il tempo, ma…
M: Un
paese di grandi appassionati… Nelle varie
fiere siete presenti?
B: Si, noi
facciamo Milano e Monaco, ma le moto sono sempre
presenti anche nelle altre fiere: ci pensano i
dealer, come ad esempio a Birmingham, a Zurigo,
a Vienna ,a Parigi .
M: La
stampa specializzata si e’ molto interessata:
avete ancora molte richieste?
B: Si,
anche dalle riviste giapponesi: non riusciamo a
leggere i commenti, pero’… (risata) In tutti
i paesi almeno un paio di riviste si sono
occupati di noi.
M: La
messa in produzione della Furia quando e’
prevista?
B: Fra un
mese. Produzione e consegna.
M: C’e’
da aspettare molto?
B: Eeh si.
M:
Peccato.
A: Beh,
ma tu sei l’eterno indeciso: ora che ti decidi
faranno in tempo a farla…
M: E
magari trovo anche un usato!
A: Come
e’ stato il passaggio dai dischi freno ‘classici’,
che vedo equipaggiano la moto da corsa, coi
Braking perimetrali?
B: Allora
non c’erano ancora i perimetrali. Il rapporto
con Braking poi e’ molto stretto: dai primi
campioni li abbiamo provati subito, e abbiamo
voluto caratterizzare la moto anche con questa
innovazione che in effetti e’ importante.
M: Per
adesso siete gli unici a montarli di serie…
B: Anche
la Buell, anche se non sono pero’ Braking. Li
abbiamo montati anche sulla ProThunder, e si e’
dimostrata una scelta molto positiva.
Nel
frattempo ci spostiamo a cercare Giuseppe Ghezzi,
che sta chiacchierando con Mauro… a microfoni
spenti:
Mauro:
Dai, dimmi la verità: cosa ci fanno in giro
questi motori otto valvole?
G: Ok!
Vieni con me che ti mostro una cosa… nella
preparazione della Pro-Thunder abbiamo
considerato e studiato a fondo il comportamento
di questo motore, affinando molti aspetti
tecnici migliorabili secondo la nostra
filosofia: costanza di funzionamento e
resistenza all’uso sportivo sono più
importanti dell’avere tanti cavalli o
velocità estreme.
Mauro:
Mi pare però che potenza e cilindrata non siano
i valori standard di una Daytona Guzzi, giusto?
G: No:
infatti la vera modifica radicale riguarda la
maggiorazione della cilindrata, ottenuta
cambiando cilindri e pistoni Cosworth ma altri
interventi sono comunque necessari.
Mauro:
Per esempio?
G: Abbiamo
constatato che la pressione dell’olio quando
il motore gira oltre gli ottomila cade, e questo
non garantisce una corretta lubrificazione agli
alti regimi; abbiamo quindi modificato l’ingranaggio
che da’ il movimento alla pompa collegato alla
terna della distribuzione in modo da ridurre di
circa 900 giri la rotazione della pompa rispetto
al motore. Inoltre abbiamo preferito la pompa
del V11, che anche se ha una portata inferiore,
ha gli alberini montati su cuscinetti che ne
rendono più sicura e longeva la durata.
Mauro:
Cosa avete scelto per le camme?
G: Le
camme come su tutti i motori sportivi fino ad
oggi preparati sono originali Moto Guzzi; nella
fattispecie abbiamo usato le camme proposte nel
kit C; sui motori due valvole di solito usiamo
camme 1100 sport.
Mauro:
E per il gruppo cambio frizione che modifiche
avete fatto?
G: Sul
cambio facciamo un "lavoretto" che
migliora di molto gli inserimenti e per la
frizione abbiamo ripensato la ghiera porta
disco, in alluminio che sebbene più leggera e’
nervata nei punti maggior sforzo e risulta più
resistente.
Mauro:
...perciò si monta il tuo splendido telaio e il
gioco è fatto?
G: Eeh!
Magari: il telaio e’ concepito per il due
valvole e posizionarci su il "quattro"
non è stato facile…
Mauro:
Per questo state lavorando su un telaio nuovo di
cui nessuno vuole parlare?
G: Non c’è
molto da dire; considera questi due aspetti:
- il
nostro telaio può montare motore due
valvole e cambio a cinque marce
- esistono
motori anche a quattro valvole e cambi anche
a sei marce
Mauro:
Vuoi dire che la Moto Guzzi vi fornirà motori a
quattro valvole e cambi a sei marce per una
nuova moto?
G: No, io
questo non lo dico, ma che qualcuno nel mondo
dei possessori di Moto Guzzi mi chieda una moto
così è un fatto.
Mauro:
Ok! Torniamo alla moto che correrà in America:
cosa dicono i dati?
G: I dati
dicono 140 CV al banco in America; qui da noi il
banco dava 130 CV. Una cosa è certa: in terza
marcia se provi l’allungo in modo deciso la
moto ti si alza davanti, per me è da brivido!!
E qui ci
ricongiungiamo tutti insieme.
M:
Quando sei partito nel lontano ’92 a fare il
telaio era una idea tua, o sei stato ispirato
dal telaio del Dr. John?
G: Beh,
certo avevo visto le moto del Dr. John, ma
volevo fare delle quote di ciclistica giuste…
In realta’ io non sapevo all’inizio se come
fanno tanti prendere il telaio del Le Mans e
segarlo, ma poi mi sembrava piu’ difficile che
non rifarlo da capo, e allora l’ho rifatto,
anche perche’ lavorando in una ditta meccanica
non avevo problemi a farmi le dime. Ovviamente
vista la moto del Dr. John sono partito col
monotrave, che e’ la cosa piu’ logica con
questa architettura di motore.
M: E
questo filtro dell’aria?
G: E’
corsaiolo… Pero’ non e’ il massimo come
industrializzazione; non possiamo permetterci di
farci fare poi dei filtri su misura, visti i
nostri numeri… viene realizzato a mano. Noi
abbiamo ordinato dei filtri alla K&N
guardando dal catalogo quelli che andrebbero ad
occhio meglio come forma, ma abbiamo avuto
parecchi problemi: avranno su cinquemila filtri,
ma poi trovi solo quelli per la R1, Suzuki,
ecc.; se vuoi quelli un po’ particolari,
ovali, sono tutti a catalogo ma non li trovi
manco dall’importatore europeo.
M: Hai
avuto problemi col telaio nel passaggio dalle
corse alla produzione?
G: No, non
direi. Anche perche’ il primissimo l’ho
pensato nel 1991, poi durante gli anni ho
portato diverse migliorie; infatti quello
montato sulla attuale Supertwin è praticamente
il sesto o il settimo step di quel primissimo
telaio.
M:
Sappiamo che in giro per il mondo c’è un
microcosmo di preparatori e di costruttori di
moto su base Guzzi; voi avete contatti con loro?
G: Si,
abbiamo avuto ed abbiamo tuttora contatti
soprattutto con Dynotec, Raceco e Jingushi;
quest’ultimo poi è molto valido, ha avuto
delle idee brillanti e secondo me costruisce
attualmente le Guzzi 2 valvole più veloci del
mondo.
M:
Recentemente si sente sempre più parlare di
nuovi motori Guzzi raffreddati a liquido, con
alberi a camme in testa, a 2 o a 4 cilindri.
Qual è la tua impressione?
G: Credo
che sia importante per la Guzzi uscire al più
presto con un nuovo motore più performante e
raffreddato a liquido, purchè sia sempre
bicilindrico.
M: A
due anni dall’inizio della vostra avventura
come costruttori veri e propri, come considerate
questa esperienza sino ad ora?
G: All’inizio,
ovviamente, c’era parecchio timore di fallire
l’obiettivo che ci eravamo posti, non eravamo
così sicuri di riuscire ad entrare nella
nicchia di mercato che ci eravamo proposti, ma
devo dire che i risultati sono andati oltre alle
aspettative, e miglioreranno ancora in futuro,
tenendo conto che abbiamo già decine di ordini
per Furia (oltre a quelli per Folgore e
Supertwin) che vorremmo evadere il più presto
possibile.
Intervista a cura di Alberto Sala,
Marcello Molteni e Mauro Iosca
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