La 8 cilindri apre una carrellata di opere di Ettore
|
La statuetta del Premio Anima Guzzista-Bicilindrica, sempre opera di Ettore
|
La MGS/01 che i soci sostenitori hanno ricevuto nel 2008
|
e la V7 di Mandracci per i sostenitori del 2009
|
Il biglietto natalizio realizzato per la Moto Guzzi
|
|
Ettore Gambioli
di Mauro Iosca
UNA PASSIONE DI PIETRA
Artista ereditario:
tra la molte cose che un individuo può diventare nella vita, una
(e qualche volta accade) è l’erede della maestria o
dell’arte del proprio genitore e se accade con vero talento
guidato da un’amorevole guida, è probabile che le gesta
artistiche che ne conseguiranno avranno risultati migliori di chi li
indirizzò col proprio esempio.
Esistono
paesi giù da noi dove, anche senza percorrere distanze siderali,
ci si può ritrovare a fare dei veri e propri “salti
indietro nel tempo” nel periodo delle cose semplici e dure,
quelle cose che non s’imparano con un corso su CD comprato in
internet nell’altro emisfero. Quelle cose che solo antichissime
tradizioni e grande orgoglio riescono a portare in dote nel futuro,
quale segno di un nobile impegno e di un’esistenza decorosa.
Siamo a
Cagli, nell’entroterra marchigiano, in quella parte della
provincia di Pesaro che non ha più nulla di romagnolo, nemmeno
la piadina: qui infatti il companatico si chiama crescia e ha
tutt’altro sapore.
Ettore Gambioli vive qui in una grande casa con tutta la sua famiglia
(la sua, con la moglie Silvia e la piccola Agata, più quella dei
suoi genitori con la nonna); casa nella quale hanno anche il
laboratorio da dove escono la maggior parte dei loro lavori, che con il
papà Paolo, scultore e pittore come il figlio (o forse avrei
dovuto dire che il figlio è come il padre ma avrete
capito…) realizzano.
La loro
attività artistica li impegna per l’ottanta percento
nell’esecuzione di nuovi lavori mentre la restante parte la
occupano i restauri e le manutenzioni (lavori molto delicati per chi
vive in questa parte d’Italia ricca di edifici e monumenti
medioevali) e comunque bisogna precisare che anche buona parte dei
nuovi lavori sono pura interpretazione artistica: bassorilievi, statue
e decorazioni che possono impreziosire fontane, monumenti o qualsiasi
richiesta il cliente desideri. La capacità che i Gambioli hanno
di spaziare, specialmente con l’arte scultorea, li ha portati
anche a realizzare opere uniche come quando realizzarono un totem
indiano di sei metri d’altezza in legno massiccio per il film di
Veronesi “il mio west”, o con il recentissimo monumento
realizzato per il centenario del “giro” che ha trovato
posto sul gpm della tappa più dura che non a caso passava di qua.
Entrando a
casa Gambioli si incontrano immediatamente una stupenda California II
del 1982 di Paolo e il V11 Sport verde Legnano di Ettore.
Ettore è un tipo calmo e deciso e riguardo alla Moto Guzzi non
ha esitazioni: “la Guzzi è la moto di famiglia, non si
discute vuoi perché in queste cose sono un po’
nazionalista vuoi per quel motore così imponente che riempie
l’oggetto moto e lo fa sembrare più bello e più
importante … oppure perché essere guzzista faceva coppia
con tutte le mie stranezze.”
Ettore ha lo sguardo di chi trova la serenità nel lavoro
d’ogni giorno e che paradossalmente non sarà mai uguale un
giorno con l’altro eppure di due cose è sempre stato
certo: del lavoro che avrebbe imparato e della Moto Guzzi che avrebbe
posseduto, così inevitabilmente ogni tanto questi due mondi si
intrecciano e dalle mani dell’artista nascono questi splendidi
OGM (Opere Guzzisticamente Manufatte).
L’amicizia
con Franco Bartoli di Bicilindrica (vangelo d’ogni buon guzzista)
ha fatto peggiorare la “malattia” di Ettore per la Moto
Guzzi. “il guzzista ha la testa, è uno che ragiona
…incontri uno sconosciuto guzzista, ci parli per due ore e poi
come niente ci vai a cena insieme …è
straordinario.”
Grazie anche
all’assidua collaborazione con la rivista Bicilindrica, i lavori
di Ettore - oltre a moltiplicarsi - cominciano ad essere conosciuti dal
pubblico che li apprezza sempre con soddisfazione (vedi anche il grande
successo avuto dalle stampe distribuite con i tesseramenti di Anima
Guzzista) e comunque possiamo tra i suoi lavori più importanti
annoverare innumerevoli dipinti (circa una quarantina), sculture (tra
cui l’ormai celeberrimo Premio Anima Guzzista/Bicilindrica),
calendari, il biglietto d’auguri (acquarello) che la Moto Guzzi
ha inviato a tutti i concessionari nel mondo, diverse mostre anche con
Alis Agostini e la stessa Moto Guzzi in occasione dei raduni di
Mandello.
Pur non
essendo uomo di “numeri” Ettore cita i dati
dell’epoca Aprilia che evidentemente è il periodo che
più gli aveva fatto sperare in un grande rilancio per
l’azienda e non commenta l’attualità a parte per
l’alone di tristezza che si percepisce nei suoi occhi.
“L’MGS è la prova provata che la dirigenza Aprilia
era nel giusto! Dalla Moto Guzzi non ho mai capito perché non
sfruttassero tutti quegli appassionati che la venerano e che senza
nulla chiedere si adopererebbero per lei.”.
Spesso
divagando parla di Giuseppe Ghezzi, suo amico, e di quanto fosse
perfetto il suo modo d’interpretare le Guzzi contemporanee;
considera la Griso la moto che oggi meglio incarna la filosofia del
marchio e pensa a lei come punto di partenza per la nuova Guzzi del
futuro, che per Ettore dovrebbe essere marcatamente originale e di
stile europeo senza somigliare ad una BMW, massiccia e tondeggiante con
linee che non durino solo una stagione.
Che bello se
in una nuova era si ripartisse con rinnovate energie in un luogo che -
ovunque fosse - contenesse tra le altre cose un monumento alla Moto
Guzzi fatto proprio da Ettore Gambioli, che per questa azienda e per la
sua storia ha tanta passione, tanta almeno quanta ne ha per la sua
terra e per la sua arte, Ettore che salutandomi mi disse
“Mandello forse non è più il luogo adeguato per
produrre… ma per pensare non riesco ad immaginarne uno
migliore.”
|