Il
teschio tra due pistoni è il "marchio di fabbrica" del
Firestarter Garage. Sull'insegna però il teschio è tra due
bandiere a scacchi! |
Ecco
il V11 di FunBoy con il manubbbrione... e tanto per cambiare
parzialmente smontato! |
Un
dettaglio provocatorio su una Cafe Racer splendida! |
Notate
anche qui la cura dei dettagli! |
Vista
da dietro: fantastica! |
I
premi vinti alle ultime edizioni del Bike Expo timidamente nascosti
dietro al bancone... |
Anche
la "serie piccola" può dire la sua! Ed a guidarla è una
simpatica ragazza! |
Anche
qui bellissimi i dettagli... tipo gli scarichi! |
L'Aquila
è sempre nei nostri cuori, vero FunBoy?! |
Eh
sì, avete letto bene, c'è proprio scritto "MO'SO' CAZZI"! |
FunBoy
con i suoi amici e/o collaboratori! |
Non
c'è niente da fare, le moto di FunBoy difficilmente restano
"intere" a lungo! |
|
Firestarter Garage
Di GianJackal
Pescara, sabato 13 dicembre 2003
Il nickname FunBoy non vi dice nulla? Ma
lo abbiamo visto firmare tanti post sul nostro Forum! E se ci fate caso le
iniziali "F.B." sono le stesse di un certo Filippo Barbacane che
realizza da alcuni anni nella sua officina a Pescara delle eccezionali
special su base Guzzi. Ancora niente? Nomi come Kimera,
Ciclope,
Bellerofonte
o FSG004
non vi aiutano? Ma allora siete proprio dei casi disperati!
Eppure sono sicuro che questa
foto vi rinfrescherà la memoria... no Alessandra, non l'ho scattata
io, magari... no, ehm, dicevo "magari" così per dire... no
Alessandra, metti giù il ferro da stiro, no... ARGH!
A parte gli scherzi, era da tempo che volevo andare a trovare Filippo nel
suo "atelier", per parlargli di una special su base California
(la MIA California, ovviamente...) e per fargli un'intervista a nome di
Anima Guzzista.
GianJackal:
Breve storia del Firestarter Garage…
FunBoy:
La
cosa è iniziata 10 anni fa, più o meno. Il nome deriva dal fatto che il
firestarter - il pulsante d’accensione - è il punto da dove inizia
tutto e il garage perché i primi lavori li facevo proprio sotto il garage
di casa mia. Prima di aprire il Firestarter Garage facevo un altro lavoro
e la moto era solo una passione. Poi una mattina mi sono svegliato, m’ha
preso male e mi sono messo subito a cercare un locale, ho trovato questo,
il giorno dopo l'ho affittato e ho incominciato a lavorarci dentro. È
stata proprio una cosa di getto... prima mettevo le mani sulle moto solo
per me o per gli amici e la cosa finiva lì.
GJ:
che lavoro facevi prima?
FB:
Niente
di particolare, sono sempre stato con mio padre, ha un negozio qui a
Pescara di tutt'altro genere. Ma io quel lavoro non lo volevo fare,
preferivo avviare un’attività che riguardasse una delle mie due
passioni: la moto o le arti marziali, che pratico ed insegno da una vita.
Quindi dovevo scegliere tra aprire una palestra o un’officina: sapete
bene come è andata a finire!
GJ:
Da chi hai preso la passione e le nozioni necessarie per mettere le mani
sulle moto?
FB:
Da
nessuno, per quanto riguarda la moto, assolutamente da nessuno. Ho
imparato tutto sfogliando quelle poche riviste che esistevano dieci anni
fa, in pratica quasi inesistenti. Prendevo il seghetto a mano, vedevo le
altre moto che erano corte, tagliavo il telaio e poi pian piano cominciavo
a realizzare cose belle. Poi magari l'amico che faceva il fabbro ti diceva
“guarda, che così non si taglia, fallo così…”, un altro amico che
ti dava un’altra dritta e così via. Comunque io ho sempre avuto il
brutto vizio che qualsiasi cosa vedevo fatta da qualcun altro, dovevo
dimostrare a me stesso che ero capace di farlo anch’io. Mi succedeva
anche spesso e volentieri di aprire un catalogo, vedere un pezzo che
costava 100.000 lire e non lo potevo comperare. Allora mi dicevo: due sono
le ipotesi, o mi invento qualcosa per procurarmi i soldi o il pezzo me lo
faccio da solo!
GJ:
Le tue prime realizzazioni come erano?
FB:
Erano
molto grezze, ma sempre “strane”. Le prime realizzazioni non se le
ricorda quasi più nessuno, perché sono passati tanti anni. Comunque
qualche moto l’avevo già portata al Bike Expo Show di Padova, erano su
base giapponese ma comunque
già molto particolari come forma. Mi è sempre piaciuto realizzare
delle moto "strane”, particolari, perché tanto a fare le moto come
tutti gli altri non ci vuole niente.
GJ:
chi ti aiuta nel tuo lavoro?
FB:
Nessuno. Tante volte mi hanno detto “ma prenditi qualcuno!”. Non
esiste, io devo vedere la moto a modo mio dall' inizio alla fine, nessuno
ci deve mettere mano, un consiglio sì ma ci devo lavorare solo io. Ci
sono poi degli amici che mi fanno compagnia, di solito siamo sei o sette
qua dentro. Alla fine questa è la casa di tutti, diventa un punto di
riferimento, per fare casino o semplicemente per stare insieme.
GJ:
Perché di recente hai deciso di dedicarti alla Moto Guzzi?
FB:
Ma
guarda, ho le fotografie di quando avevo dieci anni e stavo sopra alle
Guzzi, già da piccolo mi affascinavano, anche se - ad essere sincero -
la Guzzi agli inizi degli anni ’90 faceva delle moto che non mi piacevano
tantissimo. Sono sempre stato attratto dalle moto sportive, ma il pensiero
di modificare delle Guzzi non c'era per il semplice fatto che non si
vedevano in giro Guzzi modificate. Adesso il discorso è diverso; è
facile vedere negozi o attività che realizzano moto su base Guzzi. Quando
ho iniziato io non c'era niente sulle Guzzi e quindi vedere su un giornale
un Cafe Racer Guzzi che ti potesse “stuzzicare” era praticamente
impossibile. E fino a cinque anni fa a meno di andare in Germania la
situazione era sempre la stessa. Quando poi si diceva che usciva il V11
l’andai a ordinare ancora prima che fosse disponibile. Poi nonostante il
pericolo che la Guzzi fallisse, io lo volevo lo stesso, tanto che non so
se sono stato uno dei primi in Italia ad averlo. In pratica l’ho
comprato e basta, senza mai vederlo dal vivo. Poteva anche essere una
schifezza di moto ma lo volevo comunque. Da allora ho visto che la Guzzi
faceva delle moto più abbordabili, ci si poteva avvicinare con la
modifica, a differenza dei vecchi California che non ti ci potevi neanche
avvicinare, anche perché non esisteva alcun accessorio. Appena salito sul
mio V11 ho capito che “quella è una moto”, intesa proprio come
vibrazione, sensazione. Poi partendo dalla mia moto ho realizzato la
special “Ciclope”, anche se adesso è tornata allo stato originale,
avendo sotto mano la Furia. Ho iniziato a lavorare sulla Guzzi anche perché
non ci lavorava nessuno. Pensa alle Harley: uno sfoglia un catalogo,
prendi un pezzo qua e un pezzo là, lo avviti, fai l’assemblatore!
Invece su un Guzzi no, ogni particolare lo devi realizzare tu. Poi con
un motore che esce fuori così ti costringe a fare delle estetiche che se
non sono azzeccate sono una schifezza. Ogni moto è una sfida, proprio per
il motore che esce fuori in quel modo, è enorme e non puoi neanche
abbassarlo a terra. E questo mi piace! Il fatto che poi ti fa “strano”
è che la gente che ti incontra per strada quando sei in sella ad una
Guzzi ti dice sempre “mio nonno ce l’aveva, mio zio ce l’aveva”,
qualcuno ce l’ha sempre avuto! Mio padre mi raccontava anche delle Guzzi
che andavano in giro durante la II Guerra Mondiale. È inutile, è una
casa motociclistica con fascino e cuore, cosa che forse solo l’Harley può
vantare, e ovviamente solo in America. Per me esistono infatti solo due
moto, la Guzzi e l’Harley, con un eccezione forse per la BMW. Infatti
l’Harley in America viene vista come la Guzzi in Italia, una moto
nazionale che ha dietro di sé una storia importante. Non dimentichiamo
che la Guzzi è la seconda ditta che ha vinto più titoli nella storia del
motociclismo ed è la ditta che ha fatto il maggior numero di brevetti al
mondo e soprattutto ha costruito tutti i tipi di motore: mono, bi,
tricilindrico, quattro cilindri e addirittura otto cilindri! Ha fatto il
bicilindrico a L, il bicilindrico frontemarcia… ha fatto tutto!
GJ:
A proposito di “spirito patriottico”, cosa ne pensi del fatto che la
nostra Polizia giri su moto BMW, nonostante ditte italiane come Aprilia e
Ducati costruiscano delle ottime turistiche come la Futura o la ST2/4?
FB:
Evidentemente
è una questione di offerte. Arriva la BMW e dice: noi vi diamo la moto a
15. La Guzzi invece dà le moto a 18 e i Carabinieri o la Polizia se ne
fregano che è una Guzzi. È brutto ma succede anche con le automobili. Da
noi si vendono in giro le Subaru, prese con le "svendite". Certo
è brutta, ma ha un motore che spinge tantissimo. Poi la Subaru avrà
venduto a 8.000 una macchina che costa 20.000. Io mi immagino invece un
V11 fatta con i colori della Polizia e le borse dietro, o magari una Breva
1100. Ma ho visto anche a Bologna poliziotti in giro con il Monster 600.
Certo il motore non è il massimo, ma è una moto leggera, puoi farci un
inseguimento. Con un California invece appena fai uno scalino spacchi il
telaio a metà.
GJ:
Ma è così delicato il telaio del California?
FB:
No,
no (risate), nel senso che dovrebbe essere una moto che ti permette di
"saltare".
GJ:
Io comunque con il California qualche amico ce l'ho lasciato
"male". Si crea l'effetto "vabbé, hai un
California...", poi ti sta dietro e dice "ma allora
pieghi!"
FB:
Quella
è una cosa che dicono tutti. Tutti quelli che salgono su un California
prima pensano "ma tanto è un custom", poi quando vanno
sull'autostrada a 200 fisso...
GJ:
No quello no, è sulle strade di montagna che "gusta". Che se
stai attento ad impostare bene la curva riesci a fare una bella piega. Se
invece la imposti male devi fare i conti con l'interasse lunghissimo...
FB:
Beh, pure quello. La Guzzi potrebbe fare un custom accorciando
l'interasse, abbassando il tutto e rendendola quindi più cattiva. Poi
sarebbe quello che ha fatto con la Griso, anche se con una linea più
esasperata. Devi infatti trovare a chi piace la Griso: il cinquantenne o
sessantenne magari non se la compra perché non la sfrutta. Immaginati
invece un California con la forcella rovesciata, i cerchi da 17",
ammortizzatori buoni, alleggerita un po' di peso, una bella moto! Quando
sono stato in Guzzi per una cosa che abbiamo fatto per loro, ho visto
delle moto che avevano dentro. Io gli avevo proposto di fare una cosa del
genere e loro mi hanno detto "ti facciamo vedere una cosa".
Avevano fatto un California proprio con forcella rovesciata e cerchi da
17": purtroppo non ha mai visto la luce! Una bella moto, davvero. Da
qualche parte dovrei avere delle foto di "straforo" di quella
moto...
GJ:
Secondo te quali sono i più grandi pregi e difetti delle Moto Guzzi?
FB:
Oddio,
da "non Guzzista" da vent'anni, forse non potrei dirlo. Per
quelle moto che ho avuto io direi che i difetti sono quasi niente. Nel
senso che quelli che gli altri chiamano difetti io li considero
caratteristiche. Il pregio più grande è che fai caso che c'è ancora
gente che a ottant'anni gira su un Guzzi e non succede con nessun'altra
marca. Chi si prende un Honda, dopo un paio di anni esce il nuovo modello
che va meglio e quindi la cambia subito. Il Guzzista sale su una Guzzi e
muore sulla Guzzi...
GJ:
Detto così uno "si gratta"...
FB:
(risate). Comunque la moto può anche essere "quadrata" e non
gliene frega niente a nessuno. La Guzzi ha fatto delle moto brutte, però
erano delle Guzzi e si vendevano lo stesso. Era il motore che faceva
tutto. Se invece esce una giapponese brutta non se la compra nessuno.
Prendi ad esempio il Centauro. A me piace, ma molta gente sostiene che è
brutto. Però nonostante quello se lo sono comprati in tanti. È il
"cuore" che ha il motore, che dà valore al tutto. Quando hai
sotto un motore così non ti importa se la moto è quadrata, gialla o
rossa.
GJ:
Della MGS01 cosa ne pensi?
FB:
Bella.
L'ho vista quando era ancora un prototipo sotto un telo da Ghezzi&Brian,
un sacco di tempo fa. Bella. Molto bella. L'unico dubbio è se la faranno
o meno. La moto mi piace da morire. I particolari sono notevoli. Guarda l'airbox,
ad esempio, che è completamente al di fuori degli "schemi"
Guzzi. Anche se Giuseppe l'aveva già sviluppato per la Furia. E questo mi
preoccupa. Una volta "esaurita" la MGS01 che cosa fanno? Quella
moto è uscita dalla Ghezzi&Brian, alla fin fine. La Guzzi non può
aspettare 10 anni che qualcuno all'esterno si inventi qualcosa di
innovativo da costruire intorno al motore Guzzi.
GJ:
Della Griso cosa mi dici?
FB:
È il genere di moto che piace a me! Come le moto che realizzo io è tozza
e bassa. Anche in questo caso però, se non si sbrigano a farla uscire
rischiano di farlo diventare un progetto vecchio. È come quando hanno
presentato il V11. C'è da dire che per l'Aprilia a costruire una moto non
ci vuole niente. Ho visto come lavorano, e se una moto la vogliono fare
davvero, non è così difficile. La Guzzi ha bisogno di avere moto nuove.
Ci sono persone che non ce la fanno più e dicono "se non esce la
Guzzi che dico io entro un tot, mi compro una moto di un'altra
marca". Se consideriamo la potenza dell'Aprilia e prendi la moto
senza considerare la forcella, i cerchi e la carrozzeria in genere, che
sono parti che io realizzo in dieci giorni. Il problema è solo il telaio,
neanche il motore che in Guzzi hanno già pronto. Secondo me è più una
paura che la moto non vada. Perché se sbaglia una moto l'Honda, chi se ne
frega, ne fa un'altra dopo dieci giorni, ma se sbaglia la Guzzi sono guai.
GJ:
Invece con la Breva 750 e 1100 hanno fatto centro?
FB:
Ne hanno vendute un casino di 750. Quella grande, se esce, io me la prendo
sicuramente!
GJ:
Ma la lasci così com'è o ci metti le mani sopra?
FB:
Ah, quello sì, mi piacerebbe metterci le mani. Anche se la vorrei
prendere solo per farci turismo. Mi piacerebbe fare turismo a lungo raggio
senza stare sul quel ferro duro e scomodo.
GJ:
E quale sarebbe il "ferro"?
FB:
(risate) la mia Furia!
GJ:
Ma se dovessi disegnare tu una Moto Guzzi come la faresti?
FB:
Io
l'ho sempre detto. E l'ho detto pure in Guzzi. Ma si è fatta fregare
dalla Ducati. Gli dissi che l'unico modo di fare una Guzzi che veramente
si venda, ma anche una moto che è giusto che la Guzzi costruisca, è
ispirarsi a quanto fanno i preparatori tedeschi da vent'anni: Cafe
Racers! Ma la Ducati ne ha già fatti tre, ed ora chi vuole un Cafe
Racer si compra un Ducati. Sarebbe bastato prendere il telaio di un
California, mettere un cerchio in alluminio da 17" a raggi avanti,
mettere due semimanubri ed hai fatto il Cafe Racer. Non ci voleva la
scienza a farne uno. Io farei un Cafe Racer. Perché la Guzzi è una moto
retrò, il motore è vecchio ed è inutile cercare di costruire moto ultra
moderne su un motore datato. Quindi la Guzzi dovrebbe sfruttare quanto ha
già pronto semplicemente mettendogli intorno dei bei pezzi, magari di
alluminio lucidato, aggiungendo pure un monobraccio ma mantenendo le ruote
a raggi. Se riesci ad ottenere un Cafe Racer di una certa qualità, non
artigianale o da trasformazione, e lo metti in commercio sono sicuro che
la maggior parte della gente "sbroccherebbe" completamente!
Secondo me se uscisse una Guzzi Cafe Racer il 90% dei Guzzisti che amano
le moto sportive la preferirebbero ad un V11.
GJ:
Qual è - a tuo giudizio - la più bella special che hai realizzato
sinora?
FB:
Sai
che non lo so. Sembrerà strano, ma tra la Chimera e la Ciclope non saprei
proprio. La Bellerofonte la considero una delle cose più folli che
abbia fatto... una pazzia realizzata in venti giorni, che se non mi davano
una mano i miei amici non ce l'avrei mai fatta.Certo la moto non ha la
forcella funzionante, non ha un impianto frenante. Era una moto che non
aveva bisogno di queste cose e quindi mi sono detto che ce la potevo fare.
Se avessi dovuto costruire una moto funzionante non ce l'avrei mai fatta.
Comunque penso che la più bella special che ho realizzato sia la Ciclope
su base V11: è esattamente la rappresentazione della moto come piace a
me. Corta e tozza, per l'appunto.
GJ:
Qual è stata la più brutta cosa che hanno detto delle tue moto?
FB:
Ti dico la verità, senza falsa modestia, non mi è mai capitato che
qualcuno mi dicesse "questa moto fa veramente schifo"! Forse
l'unica cosa che mi ha dato fastidio è che molti criticavano il fatto che
la Bellerofonte non fosse funzionante. Ma non tutti sanno che al Bike Expo
il 90% delle moto non sono funzionanti. Sono moto da 150 milioni
realizzate in una anno ma che dentro il motore Harley non ci sono neppure
i pistoni. Io ho fatto una cosa che si vede che è un esercizio di stile e
che con poco lavoro potrebbe camminare. Non l'ho fatta camminare io perché
non servirebbe a nulla. Mi fa rabbia che quando sono gli altri a fare
delle maquette...
GJ:
Se non sbaglio anche la Griso!
FB:
Esatto. Non so se l'hai vista bene, ma se metti una mano sotto senti che
il serbatoio è fatto di legno, così come la sella!
GJ:
Ed invece qual è stata la cosa più bella che ti hanno detto?
FB:
Mah, la cosa più bella è stato proprio l'apprezzamento da parte di Anima
Guzzista. Ogni volta che sul sito di Anima Guzzista si parla delle mie
moto c'è sempre un'aura particolare. Poi è eccezionale la Redazione di
Cafe Racer. Molto di quello che sono lo devo a loro, che hanno fatto fare
alle mie moto il giro di mezzo mondo. Loro hanno creduto in ogni cosa che
gli ho mandato. Ogni volta che preparo una moto per Padova loro mi dicono
subito di portargliela per farci un servizio, tanto sono sicuri che
qualsiasi cosa abbia realizzato vada bene. Dovrei fare un ringraziamento
particolare a uno dei redattori
di Cafe Racer, che ora si occupa di custom, Paolo Sormani, che ha
avuto grande fiducia nei miei confronti. Comunque mi hanno fatto sempre
piacere le email che arrivano da ogni parte del mondo. Una volta mi è
addirittura capitato che mi telefonasse un gelataio tedesco. Non mi ha
neanche detto "pronto", ha subito iniziato a dirmi "grazie
a persone come te, l'Italia può vantarsi di realizzare cose diverse dagli
altri". Questa persona è impazzita per quanto stavo facendo!
GJ:
Una domanda "filosofica": secondo te, perché alla gente piace
tanto l'alluminio?
FB:
Guarda, a me l'alluminio piace tantissimo come non mi piace assolutamente
il carbonio. Per me il carbonio è uno dei materiali più stupidi che
esistano, perché non è bello. L'hanno fatto piacere. Non mi piacciono
neppure le cromature: sono un artificio per coprire qualcosa che
altrimenti si rovinerebbe. Mentre l'alluminio è un "metallo
prezioso", è indistruttibile, è eterno. Anche l'acciaio è un
"metallo prezioso", ma è pesante. L'alluminio invece è leggero
e si lavora con facilità. Poi se l'alluminio si opacizza prendi uno
straccio e un po' di pasta abrasiva e torna come nuovo. Se una cromatura
si spella devi smontare il pezzo e portarlo a ricromare di nuovo! Certo
che poi la Guzzi, come tante altre case, utilizzano l'alluminio stampato,
che secondo me è brutto. Certi pezzi come le piastre della forcella o il
supporto posteriore dell'asta di rinvio del cardano non si possono proprio
guardare: si vede la granulosità dell'alluminio. È un dettaglio troppo
grezzo per una moto che costa 20 milioni! Comunque
se tutto va bene spero di risolvere io questi “inconvenienti” e lo
vedrete presto!
Tornando al discorso dei difetti della Guzzi uno è proprio questo: la
scarsa attenzione ai particolari. Io mi sono trovato con il prigioniero
dello scarico sul cilindro spezzato, mi sono perso il contachilometri e il
clacson. Sono errori che la Guzzi dovrebbe evitare! Anche la Ghezzi&Brian
ha i suoi difetti, ma quando montano una moto mettono il frenafiletti su
ogni singola vite. È vero che costa più di una Guzzi, ma se pago 11.000
€ per un V11 non è ammissibile trovare una qualità così bassa!
GJ:
In pure stile Iene fatti una domanda da solo!
FB: Uhm,
mi chiederei "dove voglio arrivare". Se Dio vuole come
passa il tempo mi vorrei dedicare alla Guzzi e basta. E magari riuscire un
giorno a creare qualcosa di mio fuori dall'Italia. Il mio sogno è di
aprire un'attività di "Made in Italy" all'estero, magari in
Giappone, un paese che mi appassiona. Oppure negli Stati Uniti, dove ti
dedichi solo alle moto italiane e dove prendi moto d'epoca e le metti a
posto. Potrei aprire un negozio con una bandiera tricolore di venti metri
quadri davanti, e dove vendi moto e abbigliamento esclusivamente "Made
in Italy". Lo farei all'estero anche perché fa rabbia vedere che
l'unico catalogo per pezzi Guzzi lo pubblica la Stein-Dinse che è tedesca!
Gli italiani spesso si spaventano a comprare una manopola da 40 Euro
quando ne hanno spesi 10.000 per la moto! Non possono pensare di
modificare la moto spendendo quattro soldi e poi essere invidiosi delle
Harley dove ci sono montati migliaia di Euro di pezzi! Non
condivido
nemmeno
quando
prendono una Guzzi e la trasformano in un'astronave, appesantendola con
borse, borsoni rigidi, porta lattina, quattro fari e dodici clacson!
Come ho già detto su un post scherzoso su Anima Guzzista ognuno è libero di
farsi la moto come vuole, ma mettergli tremila cose attaccate sforma la
moto. Un ragazzo non si avvicinerà mai ad una moto che sembra uno
scatolone: non dà l'idea di una cosa giovane, dinamica e divertente. Vede
una moto fatta per una persona di una certa età con quattromila cose
sopra e pensa "è un treno che va solo dritto". E mentre molte
persone con custom giapponesi mi chiedono di modificargliela per farlo
andare di più, chi ha una Guzzi - che è la custom con più cavalli sul
mercato e con un'eccellente ciclistica - la ricopre di accessori che
la stravolgono e compromettono le naturali doti dinamiche.
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