11° TROFEO DECCLA
CARTAGENA 2006
I
cavalieri che fecero l'impresa
di Orazio Lupis
Antefatto
Avrei Non si può dire che Cartagena non
presenti ogni volta qualcosa di nuovo.
Sembra tutto a posto e poi, all’ultimo momento, succede
sempre
qualcosa che rende tutto molto più frizzante,
l’ansia
sempre più alta ed il rischio infarto si avvicina a passi da
gigante.
Questa volta sembrava proprio tutto a posto e la vigilia si stava
avvicinando pigramente. Dopo quasi un anno (UNANNO!!!) di attesa, i
nostri simpatici fornitori ci avevano finalmente fornito alcuni
particolari, accessori è vero, ma non di meno di una certa
importanza, tipo bielle cilindri e pistoni, utili a completare il
SUPERMOTORE, creatura nata da numerose discussioni con Mastro Firmino
che mai si era azzardato a produrre una simile mostruosità
(per
il solo Iosca, che ha cercato in tutti i modi di carpirne i segreti, e
poi si capirà il perché, dirò che le
misure
fondamentali sono 205 mm di alesaggio e 33 mm di corsa!).
Il supermotore, pur testato ad agosto al Mugello dove, in rodaggio, si
era bevuto all’uscita della Bucine il V11 del sempre
più
povero Mauro, era di fatto, l’unica incognita della trasferta
cartaginese; Firmino non era poi così sicuro che avrebbe
terminato la corsa.
Comunque sembrava tutto viaggiare di conserva, la nuova ciclistica
testata ed approvata da FFF (Fast Fabulous Fabio, Coscritto, Prima
Guida e Tester del WCCCGERT), orridi fari al loro posto, orride
tabelle nere, ecc, quando è successo il primo fattaccio:
hanno
cercato di ciularci il maestro!
Ebbene si, non è uno scherzo, un team italiano, di cui non
faccio il nome tanto non ce ne è bisogno, con manovra
subdola e
populista, ha cercato di portarci via il maestro, mio meccanico,
preparatore, creatore, balio delle mie motorette e, soprattutto, amico.
E oltretutto cercando di farci passare dalla parte del torto, i
pisquani: ma dai, tanto si va li per divertirsi, siamo tutti amici,
mica si corre per vincere…. (giuro che il primo che dice che
siamo tutti amici e si va lì per divertirsi gli pianto una
papagna sul naso!).
A parte la faccenda degli amici in gita premio che si può
guardare sotto molti punti di vista, io mi diverto solo se vinco, mi
sembrava un concetto già espresso, oppure se ottengo
risultati
straordinari come si vedrà andando avanti.
Comunque, di fronte al vil tradimento nei particolari del quale non
intendo scendere, dopo febbrile consultazione col Forlati e forte
dell’appoggio morale di LedZep che, reduce
dall’aver
fotografato Moggi aveva deciso che a tutto c’è un
limite,
siamo passati dalla decisone, ovvia, di non partecipare, a quella, meno
ovvia ma più pragmatica, di partecipare, obtorto collo,
senza il
Firmi; già trovo poco elegante condividere la moglie con
qualcun
altro, figuriamoci il preparatore, oltretutto in una competizione
(COMPETIZIONE) dove magari, dopo tutti gli sforzi fatti, posso essere
uccellato proprio da chi è stato messo in condizioni di
farlo
dal mio (MIO, capito?) meccanico.
Alla fine, dopo aver coinvolto il solito Iosca, pensato di contattare
Tiziano, pensato di telefonare a Roberto Freddi per cercare almeno di
condividere il box con loro (cosa che comunque è successa ma
solo per il nostro piacere), la cosa è rientrata: la
farò
breve, si è parlato, errori, incomprensioni,
fraintendimenti, ed
alla fine il team si è ricomposto nell’armonia e
si
è partiti.
Ah, dimenticavo, una settimana prima della partenza la nostra nuova
ex-cronometrista ha deciso che preferiva non venire con la seguente
simpatica e gioiosa motivazione: “ma come, devo stare tutta
la
giornata in circuito? Ma io pensavo di avere il tempo di visitare
Valencia, andare un po’ in giro,
…….” –
DELETE. Forever.
Prove
Alla fine, giovedì pomeriggio, siamo in circuito. Led e
Alecafè, che hanno portato la moto (insieme ad un zuki, mi
sembra, o comunque una cosa giapponese di cui ora mi sfugge il nome),
partendo da Milano alle ore 17.41.02 del mercoledì ed arrivati
09.25.30 del giovedì, viaggiando di notte, (completamente
matti!) avevano già scaricato tutto nel box e quindi ci siamo
potuti dedicare alla messa a punto del mezzo, consistita essenzialmente
nella lucidatura della carrozzeria, essendo tutto pronto; è un
po’ una palla ma quando tutto funziona (AH!) non c’è
molto da fare.
Intanto i nostri adorabili compagni di box del Moretti Team, il mai
troppo osannato Roberto Freddi ed il mitico architetto delle dive
“Gambaro” Gambarelli hanno iniziato una simpatica
attività scaramantica che è durata poi per tutto il
venerdì delle prove, consistente nello smontaggio e rimontaggio
in continuazione degli steli delle forcelle sostituendo a più
non posso olio, molle, sfilando ed infilando la focella, senza
soluzione di continuità e divertendosi moltissimo!
Venerdì mattina finalmente si inizia a girare! Avendo bisogno di
rodare ancora il Supermotore abbiamo deciso che sarebbe uscito prima
Led e poi io ed infine avremmo affidato la bestia a Fabio per
esplorarne tutte le potenzialità.
Led esce e comincia ad abbassare i tempi ma, mentre mi sto preparando,
vedo spuntare Six con la faccia da funerale: Massimo è caduto
all’ingresso del rettilineo:
Evidentemente non ancora assuefatto alla incommensurabile potenza del
motore e, forse, complice una Avon posteriore un po’ troppo
usata, ha aperto troppo in fretta, la moto è scivolata, lui ha
cercato di rimetterla in piedi e, a quel punto, è stato
scaraventato a terra.
Corriamo al muretto, lo vediamo in piedi che risale in moto per
riportarla dentro e quindi pensiamo che è andato tutto bene,
danni al mezzo a parte.
Led rientra, dolorante, si siede sulla sedia, comincia a raccontare
e… sviene, scivolando in terra! Sono stati solo pochi secondi ma
a me è sembrata un’eternità. Finalmente, steso in
terra, Massimo apre gli occhi e viene trasferito di corsa in Ospedale
per un controllo: Fabio infatti, dopo avergli toccato la spalla,
ipotizza la presenza di qualche frattura.
Sgomento
La moto non ha avuto danni rilevanti, a parte la rottura della leva del
freno posteriore che, per fortuna, è stata sostituita con una di
scorta fornitaci da Bruno Scola, ma è evidente che Massimo non
potrà correre l’indomani a parte miracoli (purtroppo,
nelle nostre gare, manca il dott. Costa).
Siamo rimasti solo in due, peraltro vecchietti, con davanti una gara di sei ore di cui quasi la metà di notte.
Il nostro obiettivo minimo (Pole, Giro Veloce e Podio, possibilmente
sul gradino più alto, che volete, siamo modesti e consci dei
nostri limiti) si allontana velocemente.
Fabio ritiene che in due, alla nostra età non riusciremmo mai a
farcela e quindi sarebbe opportuno trovare un terzo pilota oppure
ritirarci. Ci sarebbe Six, che ogni volta arriva ad un passo dal
correre, ma poi non ce la fa, ma la Direzione Gara ci informa che
è privo di licenza e non c’è più tempo per
farla.
Depressione, Fabio comincia a dire che non val la pena neanche partire,
tanto non saremmo mai arrivati in fondo, ma io insisto, dopo tutti gli
sforzi fatti non si può mica rinunciare in questo modo.
Decidiamo comunque di partire in due con la prospettiva di ritirarci se
non dovessimo farcela più oppure, al meglio, di arrivare ultimi
(altro che podio!).
In ogni caso c’è sempre la speranza che qualche moto si
disintegri al venerdì e quindi si potrebbe cooptare un pilota di
un’altra squadra.
Il Maestro ci informa che, facendo un giro per il paddock, ha notato
che la moto di Mario “Jack lo Staccatore” spara olio da
tutte le parti e potrebbe non farcela. Rapidi come avvoltoi contattiamo
Mario e gli proponiamo, caso mai si trovasse privo di mezzo, di correre
con noi. Mario si dice onorato ma, purtroppo per noi e per fortuna per
loro, la moto viene sistemata e partiranno.
Colgo l’occasione, visto che si spezzano lance a più non
posso e non sempre nei posti giusti, per spezzarne anch’io una in
favore di Jack. So che va come un matto ma io non ho avuto modo di
accorgermene, forse giravamo in turni diversi, forse mi ha passato
talmente in fretta che non me ne sono neanche accorto; so che si
è ingarellato più volte con Fabio senza alcun problema,
ma quello che voglio dire è che, da quel po’ che
l’ho conosciuto, è veramente simpatico e, soprattutto, pur
facendo tempi pazzeschi, non se la tira assolutamente, e ne avrebbe il
motivo, a differenza di altri che, pur non avendone alcun motivo, se la
tirano come dei dannati.
Chiusa la parentesi
Iniziamo a provare e vediamo subito che la bestia va in modo
incredibile, il motore è assolutamente eccezionale, la
ciclistica praticamente perfetta, Fabio scende intorno ad 1.55, io
arrivo a 2.12, per le mie possibilità un tempo stratosferico.
Intanto Led ritorna dall’ospedale: per fortuna niente di rotto,
solo il braccio al collo e dolori vagamente diffusi che confermano
l’impossibilità di correre a meno di pazzie, ma tutti
“teniamo famiglia” e quindi non se ne parla.
Concludiamo le prove libere facendo qualche giro nel turno di notte,
con i fari, e devo dire che non è per niente bello: non si vede
un casso, la pista non è molto illuminata ed in certi tratti,
per esempio allo scolllinamento cieco, è completamente buia, in
altri tratti le fotocellule ti sparano direttamente negli occhi, i fari
sono per lo più decorativi, tranne farti cacare sotto quando li
vedi spuntare aggressivi alle tue spalle.
Insomma niente di bello e, personalmente, sono molto contento della
decisione della Deccla di non ripetere più l’esperienza
(ah!).
Finiamo le prove stanchissimi e, soprattutto, depressi, un po’
perché non sappiamo ancora se riusciremo ad arrivare in fondo,
ma soprattutto perché la moto va in modo fantastico e ci
dispiace di non poter sfruttare appieno tutte le sue
potenzialità. L’impressione, che poi sarà
confermata l’indomani da un evento straordinario, è che
sia la bestia più potente del gruppo!
Cena di gruppo in albergo con molta gente simpatica, sigarettina e poi a nanna.
Gara
Il giorno della gara il tempo è bellissimo, caldissimo e si suda
come maiali che sudano; il team si è ricomposto: Led non ha
più il braccio al collo; non può correre, ma può
cronometrare, segnalare, sostenere, aiutare, incitare, suggerire,
… insomma, tute quelle cose che sembrano marginali ma sono
assolutamente necessarie al box.
Purtroppo per noi nessuna moto è scoppiata e quindi siamo
costretti a correre in due, alternando turni di 30 minuti a testa. Data
l’età avanzata, la prostata infiammata e, soprattutto, la
totale sicurezza nel mostruoso mezzo meccanico, decidiamo di
risparmiare le forze, quindi non giriamo nei turni liberi.
Anzi, io non girerò proprio fino al momento della gara (senza
dubbio sono quello messo peggio con, per di più, alcune ernie di
cui una cervicale estrusa che mi ha reso quasi completamente
insensibili due dita della mano destra, quella del freno per
intenderci, al che il Maestro fa: “ma che ti frega, tu non
frenare” !?!?) e Fabio farà soltanto alcuni giri per fare
il tempo.
Intanto assistiamo alla gara della coppa RD dove una ragazzina che
avrà avuto si e no 14 anni si permette il lusso di vincere
doppiando quasi tutti gli altri, fra cui anche un certo Melo!
Arriva il momento delle cronometrate. Fabio si accorda con Six e Led
che farà tre o quattro giri e di segnalargli non appena fatto un
tempo intorno ad 1’ e 57” che rappresenta il suo precedente
record.
Fabio entra, fra tre o quattro giri, fa 1.57, Six gli segnala di
rientrare e lui va avanti ancora. Rientrerà dopo tre o quattro
giri ulteriori dopo aver fissato il cronometro in 1.55.473 che ci
varrà il quinto posto sulla griglia di partenza.
Finalmente arrivano le 17 e si parte!
Fabio finalmente scatta bene, i cavi dell’acceleratore per una
volta restano al loro posto, e lui dopo tre giri si porta in terza
posizione, girando sul piede di 1.55, poi molla un pochino e conclude
il turno al sesto posto.
Salgo e vado. Sono molto teso, concludo il turno a fatica girando con
tempi anonimi e comincio a pormi il dubbio se veramente riusciremo a
finire la gara.
Comunque vaghiamo fra l’ottava e la decima posizione assoluta, il
che è fantastico considerando le condizioni di partenza.
Fabio nel secondo turno comincia a rendersi conto che l’impresa
è alla nostra portata e segna il giro più veloce della
corsa con uno strabiliante 1.52.172!
Peccato che, per disattenzione dei commissari, la notizia sarà
ufficializzata solo dopo il nostro arrivo a Milano. Comincio a capire
Fisichella!
Nel mio secondo turno vado molto meglio, mi ingarello con altro fermone
come me (Licio), ci passiamo e ripassiamo per qualche giro, poi lui
rientra ed io scopro di aver fatto il mio miglior tempo in 2.13 e
fischi. Grande!
Intanto succedono le seguenti cose:
• Il Team Moretti spacca una biella! (però gli steli della forcella erano a posto).
• Fange, Peppe e CP cadono con conseguenti polemiche interne!
• I Minchions adottano la tattica di andare
piano ed arrivare in fondo e riescono in entrambe le cose!
• GasGas, osando troppo per vincere il bicchiere
di vino in palio fra noi geriatrici, dopo aver girato in 2.08 cade alla
curva prima della palma, senza guai fisici particolari ma facendo
perdere al team più di un’ora per le riparazioni.
• Mario-Jack disintegra non una ma due gomme anteriori ed alla fine si devono ritirare anche loro!
• Abba, mentre era in testa, si deve fermare, come al solito, per un cavo staccato e perde la corsa.
Nel terzo turno Fabio suggella l’impresa con l’evento mitico:
Mentre sto riprendendo fiato sulla sedia Six corre a chiamarmi: Fabio è dietro ad Alberto sulla Minchion’s bike!
Corro al muretto, in due giri Fabio si attacca ad Alberto, ma non lo
passa, entrano in rettilineo uno dietro all’altro ed aprono la
manetta…
E qui succede la cosa: davanti ai box FFF affianca la moto dei
Minchions, la passa alla grande ed entra in curva con 50 metri di
vantaggio fra urla di giubilo generali; Iosca deve correre a
raccogliere la mascella di Bruno Scola che nel frattempo era rimbalzata
sulla Pit-Lane.
Grandissimo momento che vale tutta la gara. Il Maestro non sta nella
pelle, la sua creatura ha stabilito un nuovo limite e ci vorrà
del tempo prima che venga superato.
Intanto la gara prosegue, arriva la notte e si accendono i fari. Come
ho già detto non c’è niente di particolarmente
eccitante, comunque continuiamo a bordezare fra il sesto e
l’ottavo poto complici anche alcuni ritiri, e mi stupisco che i
tempi scendano ma, in fondo, non molto.
Particolarmente apprezzata la spada laser rosa chocking pulsante
sventolata da Six per comunicarci il rientro ai box (per tacer
dei suoi occhialini)!
Purtroppo la sfiga colpisce anche noi: ci accorgiamo che i fari
continuano a perder potenza e facciamo rientrare Fabio per un controllo
prima che ce lo impongano i commissari.
Dramma, l’alternatore non carica più. Il Maestro comincia
a smontare e rimontare mezzo impianto elettrico prima di scoprire che
una fottuta resistenza in un circuito stampato da 5 euro si è
dissaldata!
Il pezzo viene sostituito ma la cosa ci fa perdere 40 minuti e più di dieci posizioni.
In ogni caso bisogna finire ed infatti finiremo. Stremati, doloranti,
sudatissimi ma felici per l’impresa compiuta concludiamo al 16
posto assoluto ed 11 di classe.
Anche se questo è il peggior risultato da quando corriamo ci
sentiamo come se avessimo vinto! Abbiamo compito l’impresa
correndo in due, totalizzando 104 anni di età, facendo il giro
più veloce e strapazzando la moto considerata fino ad allora la
più potente del lotto.
Siamo felici ma distrutti. Sono le due di notte quando finalmente raggiungiamo l’agognata branda, ma ne valeva la pena.
Per la pole ed il podio bisognerà aspettare gennaio. Amen, in fondo non è così lontano!
Per altre info, foto e risultati:
www.deccla.com
© Anima
Guzzista
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