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- Moto Guzzi. Quando le moto hanno l'anima

Moto Guzzi. Quando le moto hanno l'anima

Si discute sul libro pubblicato da Goffredo Puccetti.


ANONIMA GUZZISTI

Oscar Buratti 

 

Sabato pomeriggio arrivo un po' impazientito in libreria e chiedo informazioni sull'uscita di un nuovo libro che tratta di Moto Guzzi. Mi dicono di chiedere al primo piano e poi mi indicano di guardare dietro la scala. Trovo libri molto leccati su Ferrari, Ducati e Harley e penso di non trovare il mio: invece no, eccolo li, bello come un blocco di alluminio da lavorare per ricavarci qualche pezzo alleggerito.
Mi avvio alla cassa osservando perplesso la copertina. Pago, prendo la metro e torno a casa.
Mentre sfoglio le prime pagine, nella mia mente scorrono tutte le moto e le persone che negli ultimi anni hanno disegnato i tratti di questa passione. Sono convinto che su questo libro troverò qualcosa che riguarda da vicino la mia recente esistenza. Potrebbe anche essere un
occasione di riflessione per chi, come me, ha investito tanto in questa follia a due ruote. Un po' come tirare le somme. Come a settembre quando si accorciano le giornate e pensi all'estate passata. Sinceramente ho anche paura di guardarmi allo specchio. La cosa
comincia a preoccuparmi molto e ad emozionarmi più del previsto.
Mi tuffo nei racconti di Piero Pomi e Vanni Bettega. Respiro l'aria sublime della vera Moto Guzzi, quella prima del bicilindrico a V, quella con svariati cilindri e trasmissione a catena, quella con doppio albero a camme in testa, quella dove le tecnologie delle moto di serie
venivano prima testate dalle moto campioni del mondo. Questo capitolo scorre come il brano di musica preferito, quello che ognuno vorrebbe ascoltare nei momenti speciali. Quello che in genere dura dai 3 ai 4 minuti e mezzo.
Come un novello guzzista emozionato e pieno di aspettative, fingo di non conoscere l'argomento e mi tuffo, una seconda volta in pochi minuti, nella parte dedicata ai v7 sport/le mans, quella che riguarda la mia esperienza, possedendo un le mans II trasformato in I.
Prendo una spanciata, anzi, è come tuffarsi in una bellissima piscina, da grand'hotel, vuota.
Mi trovo immerso in luoghi comuni, imprecisioni e provo un senso di straniamento. Vedo prototipi di v35 confusi con v7 sport, 750 s con coperchi valvole di 750 s3, leggo toni
da Istituto Luce e della Settimana Incom Illustrata, Tonti che si rompe la gamba sul v7 sport invece che allo Stelvio con l'Idroconvert. La morale: armiamoci e partite. Per me la le mans è femmina. Dico questo in virtù del suo telaio che tiene in strada anche chi non sa guidare, e
al suo motore che ti porta sempre a casa. Appunto femmina.
Nelle immagini di questo servizio, forse intravedo la compiacenza di chi pensa di possedere il segreto delle aste e dei bilanceri. Forse la poverina avrebbe preferito rimanere nel suo garage, in penombra. Niente da fare: "mettiti qualcosa che si esce!" Le Guzzi hanno un pudore, che nessun'altra moto possiede. Questa ostentazione di guzzismo mi ricorda una ballerina di tango argentino avvolta dall'uomo ragno. A volte le Moto Guzzi sono talmente espressive che gli mancano le parole.
Mi sposto sul sofà e continuo la lettura. Le special tanto osannate e leccate, mi irritano. Non tutti forse sanno che le vere Moto Guzzi, quelle che ci piacciono tanto, le mans, v7 sport, california, s e s3, sono moto di serie. Si ce ne sono tante in giro. Non una. Per fortuna
tante. Tutte più o meno uguali. Quasi uguali, a sufficienza per poter riconoscere la nostra in mezzo a tutte. L'immagine che tutti conosciamo dell'infilata di SP davanti alla galleria del vento è la vera immagine che ci rappresenta e che rappresenta l'energia della Moto Guzzi
Soprattutto i drivers sognanti di terre spagnole devono ringraziare quell'immagine.
La MGS è la conferma dello stile delle migliori Guzzi: massima espressione di sportività ma anche di eleganza senza tempo. Gioconda senza baffi. Disegnata tutta con un solo tratto di matita. Sapiente. E disponibile in svariati pezzi.
Continuo a sfogliare.
Questo omaggio alla Moto Guzzi con tutte queste immagini redazionali provenienti dall'ufficio stampa dell'azienda, non mi trova d'accordo. Penso invece che uno spirito più libero e indipendente del libro avrebbe potuto meglio rappresentare tutti i guzzisti. Non so se avverrà
mai il contrario: dopo cinquant'anni di raduni a Mandello, sarebbe bello vedere un libro edito da Moto Guzzi raccontare questa straordinaria storia d'amore. Addolorato, chiudo il libro e prendo un bicchiere di acqua senza bolle, temperatura ambiente.
Per fortuna mi imbatto in Sebastiano Marcellino Ho avuto la fortuna di conoscere la sua famiglia al tavolo, in varie occasioni. Il suo sogno avverato è semplicemente sublime e per certi versi il suo modo di viverlo è pura poesia, fuori dal tempo come la otto cilindri.
Cartagena è invece la ricetta perfetta del guzzista militante. Ho visto persone cambiate da
questa esperienza, persone aprire mutui trentennali per l'acquisto di alberi a camme, persone che ci davano veramente il gas. Ho visto occhi sognanti e portafogli piangenti. Ho visto amici sgomitare per un posto al sole. Ho visto pistoni da 144 e valvole da 63. E anche trote da
quindici chili e 1 metro e venti. Ho visto donne preoccupate; non so se per il rischio delle competizioni o la follia galoppante dei propri uomini.
Non ho mai sentito "l'importante è partecipare". In una parola: bellissimo!

Purtroppo arrivo in fondo al libro. Mi è mancato forse qualche cosa dei guzzisti che non conosco. Le loro officine nei box, nelle cantine, i loro sogni nel cassetto, le guzzi che vorrebbero, i loro meccanici nascosti dai riflettori, i preparatori delle moto che fanno battere il cuore: Moretti, il maestro Firmino, Stagi, CP, Simone e Andrea, il Monza e altri. Mi è mancato il futuro dei guzzisti: La loro passione è più viva che mai. È vero. Le Moto Guzzi hanno un anima. Il guzzismo è una malattia. Ma noi, forse, a volte sembriamo iscritti all'anonima guzzisti.

p.s.:Caro Goffredo, ci conosciamo da quando Anima Guzzista muoveva i primi passi e io non avevo ancora la Ninja, pertanto sono convinto che tu comprenda le mie parole.
Devo farti i complimenti: sei riuscito nell'intento di pubblicare un libro sull' argomento di cui sei fortemente appassionato, e questo mi fa un po' invidia.



REPLICA

Goffredo Puccetti 

 

Qualcuno si chiederà se su Anima Guzzista non siamo un po' masochisti ad iniziare questa nuova rubrica di segnalazioni che arrivano da associati e amici con una critica del 'nostro' libro. Probabilmente lo siamo! Però una nota da parte di un Guzzista del calibro di Oscar Buratti merita un posto di rilievo e un commento; e non solo per il mio incurabile complesso di inferiorità nei confronti degli architetti (o almeno per quelli bravi, ed Oscar è uno di questi). Approfitto dunque subito del diritto di replica. Innanzitutto sono contento di essere stato promosso; certo mi aspettavo di più del 'sei politico': quello che tu sintetizzi nelle prime righe, forse non è da dieci e lode ma non merita qualcosa più del sei politico? 

Scrivi: <<Trovo libri molto leccati su Ferrari, Ducati e Harley e penso di non trovare il mio: invece no, eccolo li, bello come un blocco di alluminio da lavorare per ricavarci qualche pezzo alleggerito.>> 

Ecco cosa abbiamo fatto. Dico 'abbiamo' perché soprattutto quando scrivo qui, non riesco a non vedere questo libro come un prodotto di uno sforzo collettivo: grazie ad Anima Guzzista, esiste un libro che parla di Moto Guzzi alla stessa stregua di Ferrari, Ducati e Harley. Prima non c’era. Azzarderei addirittura che non è un libro sulla Moto Guzzi e basta, che già ce ne sono tanti altri in più lingue; è però il primo libro che esce dai reparti specializzati delle librerie, dagli scaffali in fondo a sinistra; edito dal primo editore d'Europa nella sua collana più famosa, è il primo libro che parla di Guzzi come marchio da leggenda, quello che i pubblicitari (e gli amici di Andrea) chiamano ‘tattoo brand’. Questo è ‘Moto Guzzi. Quando le moto hanno l'anima’, il libro che hai trovato insieme a quelli ‘molto leccati’ su Ferrari e Harley. E questo bel libro lo l'hanno scritto Vanni, Fabrizio, Alberto, Mauro, Jacopo, Paolo, Simone, Piero, Davide, Marcello... E le foto le hanno fatte Massimo, Medardo, Alberto, Francesco, Livio, Daniel, Sam, Paolo, Antonella, Paul, Danilo... E dentro ci sono le storie di Bruno, Piero, Giuseppe, Ed, Rodolfo, Mauro, Sebastiano... E l'epilogo lo ha scritto Alysee, di anni nove. Questa era la mia scommessa - sostenuta dall'editore che ci ha creduto: che da Anima Guzzista sarebbe arrivato un contenuto di qualità tale da permettere ad un libro su un marchio che è ad oggi ancora di nicchia di farsi notare, di andare in un certo senso a rimettere questo marchio al posto che gli spetta, almeno nelle librerie, tra i grandi marchi italiani grazie non solo al contributo del grande scrittore o del famoso fotografo, ma anche grazie ai testi e alle foto di chi non aveva mai pubblicato niente prima. E mentre ti rispondo, ti comunico che la scommessa è stata in effetti vinta: il libro si vende molto bene e se continua su questi ritmi non è esclusa una seconda edizione quest’anno. Ma torniamo al mondo reale, quello fatto di scadenze. Quello dove quando l’editore te ne presenta una impossibile tu dici: va bene! E ti butti. Sai già che costringerai i contributori a ritmi altrettanto folli, sai già che si accorceranno paurosamente i tempi destinati alla revisione delle bozze, alla verifica delle foto; sai già che ti stai buttando in una cosa che non hai mai fatto, che ci saranno casini, incomprensioni, che cambierai idee, bozze, che ti dimenticherai di cose fondamentali, che salteranno fuori i refusi solo in stampa e quant’altro. Tutto questo lo sai ma accetti comunque.
Leggendo il tuo pezzo mi pare di capire che alcuni di questi refusi ti siano risultati assolutamente indigesti. Sulla foto del V35 finito chissà come nella pagina del V7Sport che vuoi che ti dica? Non servono nemmeno le pubbliche scuse - che comunque presento a tutti - a meno che tu non pensi che io non riesca a distinguere un V35 da un V7Sport... Quella foto l’avevo selezionata per una doppia pagina - poi cassata - sulla storia del "duello" tra Tonti e De Tomaso sulla bontà del progetto serie piccola; a furia di copia-e-incolla tra decine di documenti diversi, è rimasta incollata nella pagina sbagliata e lì si è nascosta fino a che non me ne sono accorto... a libro stampato, ovvio! 

Sui toni del capitolo in questione, commissionato in tempi impossibili a Fabrizio, credo che i tuoi commenti siano un ingenerosi: non sono toni da Settimana Incom Illustrata ma da innamorato proprietario di Le Mans. Anzi! Per fortuna che non ce l'ho io una Le Mans sennò altro che Istituto Luce: ci avrei fatto tutto il libro attorno! Infine sul coperchio coprivalvole sbagliato, cosa dire che già non sai? Sei uno dei due o tre al mondo capaci di notarlo in un nanosecondo ed inorridire giudicando la cosa immonda! E per questo hai tutta la mia sincera e incondizionata ammirazione: io davanti alle cromature delle special di Cyclegarden resto imbambolato e il dettaglio mi sfugge. E dio è nei dettagli, diceva Mies van der Rohe...
Proseguendo nella lettura del tuo pezzo, mi tiro un po' su il morale pensando ai tanti capitoli che non commenti, dall'introduzione di Jacopo, a quello sulla nascita della Guzzi, dalle storie di Giovannino Guareschi a Mandello, da Tenni a Ghezzi... Siccome sono ottimista di natura, penso che ti siano piaciuti talmente tanto da non trovare le parole, giusto? :-)
Poi scrivi: <<Continuo a sfogliare. Questo omaggio alla Moto Guzzi con tutte queste immagini redazionali provenienti dall'ufficio stampa dell'azienda, non mi trova d'accordo. Penso invece che uno spirito più libero e indipendente del libro avrebbe potuto meglio rappresentare tutti i guzzisti.>>
Il libro è certamente un omaggio alla Moto Guzzi. È un regalo da parte di tutti noi Guzzisti. Non solo non lo nego ma anzi trovo sia una splendida definizione che mi inorgoglisce non poco. Circa le immagini provenienti dall'ufficio stampa, non sono nemmeno poi tante e sono
obiettivamente sono molto belle. Pensa che mi è stato rimproverato il contrario: ci sono poche foto delle moto di serie in studio! Poche le foto con modelli e modelle! E forse davvero avrei pure potuto mettercene di più, tanto sono belle (e le moto e le modelle...).
Durante la redazione del libro ho mostrato ad amici e colleghi le prime bozze dei vari capitoli e per testarne le reazioni: per chi si avvicinava per la prima volta alla Moto Guzzi, le foto ‘da catalogo’ risultavano le più ammirate! Per emozionarsi davanti alla foto di Phil Read che testa il gas della V8 serve forse una base di conoscenza, un percorso che non abbiamo fatto tutti allo stesso modo. Magari ci arriverà anche chi sulle prime resta più affascinato - e a ragione - da una coppia ultrafiga su una Griso. Uno degli sforzi che ho cercato di compiere è stato proprio quello di pensare che non era affatto detto che il ‘mio’ approccio alla Guzzi fosse quello più giusto o rappresentativo di tutti i guzzisti. Certo, non volevo prendere in giro nessuno, e l'ho scritto anche nella premessa:  l'accento sarebbe stato sulle moto sportive, sulle Guzzi che oggi non ci sono e che dovrebbero tornare ad esserci; la semplice idea di voler dedicare un capitolo a Giuseppe Ghezzi o a Bruno Scola piuttosto che alla serie piccola degli anni '80 definisce senz’altro una linea guida; ma l’idea di fondo è stata proprio quella di cercare di presentare quante più sfaccettature possibili della stessa passione. Se chiedi a Vanni, a Daniel, a Simone, a Jacopo, a Piero, a Filippo quale è stato il loro brief, ti diranno che non ce ne sono stati; a tutti ho detto: mandami ciò che vuoi, le foto e i testi che secondo te raccontano la Guzzi e il Guzzismo. Questo per cercare di offrire un quadro ampio e variegato di questo mondo assolutamente eterogeno fatto di passione comune per lo stesso marchio che però si declina in mille modi diversi. Oscar ma ti rendi conto che ho pure messo le foto e i racconti di quelli a cui piace il Centauro?! Hai idea di quanto mi sia costato?? ;-)
Quanto allo spirito che mi ha animato, è stato libero e indipendente; su questo dovrebbero bastare i fatti per rassicurarti: il libro non è stato sponsorizzato dalla Moto Guzzi e l'ex-amministratore delegato e attuale presidente Daniele Bandiera, che odia Anima Guzzista e tutto quello che a che fare con essa, è arrivato a vietarne la vendita nel negozio del Museo a Mandello.
Concludo, caro Oscar, ringraziandoti per quanto hai scritto. Interventi come il tuo contribuiscono a rendere Anima Guzzista un luogo di discussione privilegiato. Quanto al ‘sei politico’ miserello, saprò come vendicarmi non appena scoverò il cartello ‘attenti al cane’
in maiolica sul cancello di una villa realizzata da te... Ah, e adesso che ho scoperto come scrivi, saranno anche cavoli tuoi nell’eventualità di una seconda edizione! 


Un abbraccio.

© Anima Guzzista