Anima Guzzista Cup 2009

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- Cartagena gennaio

Adria 5 aprile

Classifica

Report di Milani Giovanni

Fotoromanzo di Mario Licini

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Rjeka 14 giugno

Cartagena 26 settembre

Report Minchions Team

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Franciacorta 25 ottobre

Report

- Classifica

XVII° TROFEO DECCLA, Cartagena 24 settembre 2009

 

Al traguardo a tutti
i costi

 

 Di Alberto Sala

Foto di Iko, Arianna e Medardo Pedrini

 

 


Di solito dopo una gara di 6 ore si dice che quello che ti resta è la soddisfazione e la goduria di aver portato a termine una piccola impresa, e su questo non c'è dubbio: è così ed è bellissimo. Ma stavolta, alla fine della gara ci restano anche due cilindri nuovi spaccati ed è meno simpatico e soddisfacente.

Ma andiamo con ordine. Dopo le consuete corse a preparare la nostra Brigida in tempo per last train to Cartagena (perchè è sempre così, puoi programmarti tutto finchè vuoi ma finisci sempre a stringere l'ultimo bullone mentre gridano "SI PARTEEEE!"), eccoci il giovedì a girare le chiavi del box al circuito. Fa caldo, c'è un bel sole e le previsioni sono belle; siamo belli carichi e gasati, così giusto il tempo di mettere la benzina e siamo già in sella alla nostra bella. Cominciamo a cercare di mettere a punto la ciclistica: la moto è molto svelta ed agile nei cambi di direzione ma balla di brutto in accelerazione nei tratti gobbosi e sconnessi, oltre a saltellare un po' davanti in curva. Il motore gira bene ma batte un po' in testa. Bruno Scola mi ritarda un po' l'anticipo e va meglio, anche se sotto i 4000-4500 resta sempre un po' la tendenza a picchiettare. Nel contempo comincio ad elemosinare con tanto di cappello e sguardo pietoso qualche consiglio ai guru della ciclistica: spompa di lì, frena di là, controchattera di qua (e soprattutto stringendo meglio il canotto di sterzo...) e la stabilità migliora, anche se a discapito di un po' di maneggevolezza. Lascio spesso a Mattia il bolide, visto che per lui è la prima volta e questa pista ha bisogno di più tempo per essere capita (il 'quanto' tempo non è specificato: io dopo sei anni ancora non ho capito una sega) mentre i nostri soci di team riposano, per loro l'accensione delle polveri sarà forzatamente l'indomani. La sera all'imbrunire, quando si è tutti più languidi e Julio Iglesias diffonde le sue melodiose note, vado per il previsto cambio d'olio. Tolgo il tappo di scarico e vedo pezzetti di metallo attaccati alla calamita. Molto, molto very strange, anche se un po' vintage. Chiamo lo zio (Bruno) e lo convinco che forse è meglio smontare anche la coppa. Tolta la coppa... ho visto cose che voi umani non potete neppure immaginare. Larghe sfalde di nigusil balenare nel tempo al largo dei bastioni del filtro a retina, e porchiggiuda echeggiare nell'aria perchè non è tempo di morire, ma di correre! Bruno sbianca e smonta i cilindri. Il sinistro è buono, mentre nel destro buona parte del rivestimento si è staccato. Io e Mattia candeggiamo. Faccio un giro del paddock stile vedova pugliese al cospetto del marito morto ammazzato e scopro che è un film già visto tra gli acquirenti di questi cilindri. Ma porca di quella porca, non esiste: è un cilindro nuovo! E' evidente che non è stato fatto un buon lavoro nel riporto al nigusil. Ok ma adesso che facciamo? Mi inginocchio sui ceci nei pressi della palma ad invocare un segno divino, e digito il numero di Mauro Abbadini. Si, siiiiiiii, o'miracolo avviene di nuovo! Altro che ampolla di sangue: Mauro non è ancora partito da casa e ha scovato una coppia di cilindri e pistoni nuovi di zecca. Meno male che c'è Abba!


Così l'indomani mattina assisto al cambio delle termiche (per la cronaca anche il pistone destro se n'era andato a puttane) e nel mettere l'olio mi esibisco nel primo The Moment of the Minchia: "Bruno quanto olio ci va?" "Tre chili!" OK bene allora tre lattine. A metà della terza latta l'olio comincia ad uscire copioso dal tappo di immissione. Che pirla, ogni latta non è da un chilo ma da due!! Svuota e rimonta tutto e VIA! Anzi, via, sottovoce in corpo 8: il motore torna ad essere nuovo e quindi va rifatto il rodaggio. Che pena. Ho imparato a mettere la parola 'rodaggio' affiancata a 'coitus interruptus'. Che fatica non superare i 5-6000, con gli altri che ti passano talmente veloci da spostarti con la scia dell'aria. Ma sempre, sempre, sempre meglio che fare il voyeur. Nel contempo cerchiamo di far funzionare il trasponder che non ne vuol sapere di cacare tempi. Alla fine scopriamo che è la torretta a non funzionare, allora rimediamo scroccando il segnale di Licio.
Così si fa sera di nuovo, Julio Iglesias eccetera eccetera, rientro al box dopo l'ultimo turno ma il motore suona male. Chiamo Bruno che fa una brutta faccia, e sì che è sempre sorridente e ben educato. Il cilindro destro fa chiasso. Smontiamo. Grippaggio. Pistone segnato. Cilindro segnato e spaccato, anzi, SPACCATO! Madonne. Tutte. Una crepa percorre metà lunghezza del cilindro. Per la seconda volta brancoliamo nel buio pur se lontani da Tannoiser. Come è possibile 2 la vendetta? Era tutto nuovo...


Che famo? Beh ci resta solo da rimontare il cilindro 'sano' del precedente lotto al posto di quello rotto e sperare che il tutto funzioni, sempre stando schisci col polso destro. Va bene, tutto purchè si faccia la gara. All'impallidire del mio conto corrente penserò dopo (a proposito, qualcuno ha un consiglio sulla zona migliore per prostituirsi?)

Sabato mattina. Brigida gira bene ora (eccetto il solito battito e il sacrificio del contagiri da tener d'occhio). Sto attorno al 2'05". Faccio sempre girare di più Mattia, poi a metà turno di qualifica provo a forzare di più per quel che posso. Scendo a 2'03" e ho il colpo in canna per limare almeno un altro secondo, ma sfiga trovo traffico, eppoi la bandiera a scacchi. Comunque va benissimo, siamo 22° e sticazzi la moto va. Gli altri Minchions hanno un po' di problemi di accensione e di carburazione per la piccola di Adelio ma per il resto tutto bene. I rulli compressori Mauro e Roberto si piazzano bene, così giunge rapidamente l'ora del desìo.
Il tempo è nuvoloso, con ogni tanto qualche schiarita: ci schieriamo con largo anticipo sulla griglia (o forse vista la conformazione, sarebbe più giusto dire lo spiedino di partenza). Ci siamo, SI PARTEEEEE!!

 


Come di consueto piglio la mia posizione senza troppo clamore, non amo la ressa, sono un tipo discreto. Prendo il mio ritmo e la mia performance pur se con il polso frenato, guadagno due-tre posizioni e digerisco in un attimo il primo turno per poi cedere Brigida a Mattia. Al muretto siamo soli soletti e non godiamo di assistenza se non rare esposizioni dei cartelli, ma non importa: a dirla tutta, sapendo che tanto i tempi saranno un po' quelli che sono, smetto perfino di guardare il trasponder. La moto gira bene, a parte il solito battito soprattutto alla curva in salita a sinistra dopo la melanzana, che forse andrebbe affrontata in seconda ma sempre per non farla girare troppo in alto la faccio in terza. Le gomme Continental tengono bene, era un'altra incognita e devo dire che col caldo di Cartagena sembrano ottime. Passano i turni e comincia a imbrunire e continuiamo a girare senza intoppi. Mattia pian piano si migliora costantemente; io provo a tirare un po' di più in curva che tanto sui rettilinei mi passano, come sta facendo Roberto ora prima della staccata della curva in salita a sinistra. Solo che a metà curva mi cade davanti! Il primo istinto è dato dal ricordo di cinque anni fa, quando fu Manel Segarra a cadermi davanti e ci rimisi la clavicola per la frenata, così pinzo, ma meno male mollo subito e riesco ad evitarlo senza problemi e senza bloccaggi. Per lui gara finita, per me prosegue con un pelo di calma in più. Già poco prima mi ero preso una bella pera: a metà della seconda curva dopo il rettilineo c'è una gobba un po' fastidiosa, che presa un po' troppo allegramente mi aveva fatto saltare la gomma davanti: meno male pur fischiando aveva tenuto senza sbalzarmi a terra. Poco dopo cadono un po' di gocce di pioggia e in alcuni punti l'asfalto sembra un po' lucido. OK mi tranquillizzo.

Decidiamo di fare turni più lunghi per saltare una sosta ai box così resto in pista più del solito; pur con qualche dolorino stiamo bene fisicamente. Cerco di tenere d'occhio Bruno, Furio e gli altri che ora, visto che gli altri due team sono appiedati, sono liberi di segnalarci i tempi, ma faccio fatica a vederli. Tra il buio e le altre luci... a un certo punto li vedo e percepisco il cartello box ma mi sembra ci sia qualcosa di strano. Decido di ripassare davanti al prossimo giro e non vedo più nessuno. Presumo siano al box ad aspettarmi così finito il giro rientro. Solo che loro non mi aspettavano: il cartello box era per il Gallobilly! "che minchia ci fai qui?!?" "OK ho capito me ne vado, eh che modi!" e rientro a finire il turno. Nel frattempo abbiamo guadagnato un'altra posizione, ora siamo 18°, e ha smesso di gocciolare, così andiamo tranquilli. All'ultimo cambio il motorino d'avviamento, che da un po' parte solo a martellate, getta la spugna fumando una sigaretta. Perdiamo qualche minuto e parecchio fiato per far ripartire la moto a spinta (grazie Bruno, Furio e Fabrizio!!).

 


L'ultimo turno lo faccio stringendo i denti, la manopola del gas si è indurita (in realtà non è vero: è il mio polso che è stanco) e rallento un po' pensando a godermi le ultime pieghe nella goduria infinita che è questa gara. Di slancio passo Orazio, mentre l'ultimo giro non mi accorgo che la Suzuki del team tedesco TTracing mi supera, così cala la bandiera a scacchi e siamo 17° a meno di due secondi da loro. Ma non ha alcuna importanza. Quello che conta è che abbiamo finito la gara con pochissimi problemi, nessuna scivolata e tanta tanta goduria! Stavolta tocca a Brigida portare al traguardo il vessillo dei Minchions!
Alla fine come sempre cena al circuito, belli stravoltini ma contenti. Anima Guzzista viene di nuovo premiata dalla Deccla per il forte proselitismo che quest'anno ha portato ben 15 team dall'Italia, più ancora dei team spagnoli. In realtà non finirò mai di ringraziare Miguel Angel e tutti gli uomini (e donne) della Deccla, grazie a loro possiamo realizzare qualche nostro sogno (piccolo o grande che sia). E non smetterò mai di ringraziare anche Mauro Abbadini, Bruno Scola, Furio, Fabrizio... persone la cui generosità è affine a come vedo io le cose. E un grande abbraccio al mio socio Mattia che con me condivide gioie e madonne di Brigida, che non v'è dubbio sia una vera Guzzi!

 

CLASSIFICHE (DAL SITO DECCLA)

 

 

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