XVII° TROFEO DECCLA, Cartagena 24
settembre 2009
Al traguardo a tutti
i costi
Di Alberto Sala
Foto di Iko, Arianna e Medardo Pedrini
Di solito dopo una gara
di 6 ore si dice che quello che ti resta è la soddisfazione e la
goduria di aver portato a termine una piccola impresa, e su questo non
c'è dubbio: è così ed è bellissimo. Ma
stavolta, alla fine della gara ci restano anche due cilindri nuovi
spaccati ed è meno simpatico e soddisfacente.
Ma andiamo con ordine.
Dopo le consuete corse a preparare la nostra Brigida in tempo per last
train to Cartagena (perchè è sempre così, puoi
programmarti tutto finchè vuoi ma finisci sempre a stringere
l'ultimo bullone mentre gridano "SI PARTEEEE!"), eccoci il
giovedì a girare le chiavi del box al circuito. Fa caldo,
c'è un bel sole e le previsioni sono belle; siamo belli carichi
e gasati, così giusto il tempo di mettere la benzina e siamo
già in sella alla nostra bella. Cominciamo a cercare di mettere
a punto la ciclistica: la moto è molto svelta ed agile nei cambi
di direzione ma balla di brutto in accelerazione nei tratti gobbosi e
sconnessi, oltre a saltellare un po' davanti in curva. Il motore gira
bene ma batte un po' in testa. Bruno Scola mi ritarda un po' l'anticipo
e va meglio, anche se sotto i 4000-4500 resta sempre un po' la tendenza
a picchiettare. Nel contempo comincio ad elemosinare con tanto di
cappello e sguardo pietoso qualche consiglio ai guru della ciclistica:
spompa di lì, frena di là, controchattera di qua (e
soprattutto stringendo meglio il canotto di sterzo...) e la
stabilità migliora, anche se a discapito di un po' di
maneggevolezza. Lascio spesso a Mattia il bolide, visto che per lui
è la prima volta e questa pista ha bisogno di più tempo
per essere capita (il 'quanto' tempo non è specificato: io dopo
sei anni ancora non ho capito una sega) mentre i nostri soci di team
riposano, per loro l'accensione delle polveri sarà forzatamente
l'indomani. La sera all'imbrunire, quando si è tutti più
languidi e Julio Iglesias diffonde le sue melodiose note, vado per il
previsto cambio d'olio. Tolgo il tappo di scarico e vedo pezzetti di
metallo attaccati alla calamita. Molto, molto very strange, anche se un
po' vintage. Chiamo lo zio (Bruno) e lo convinco che forse è
meglio smontare anche la coppa. Tolta la coppa... ho visto cose che voi
umani non potete neppure immaginare. Larghe sfalde di nigusil balenare
nel tempo al largo dei bastioni del filtro a retina, e porchiggiuda
echeggiare nell'aria perchè non è tempo di morire, ma di
correre! Bruno sbianca e smonta i cilindri. Il sinistro è buono,
mentre nel destro buona parte del rivestimento si è staccato. Io
e Mattia candeggiamo. Faccio un giro del paddock stile vedova pugliese
al cospetto del marito morto ammazzato e scopro che è un film
già visto tra gli acquirenti di questi cilindri. Ma porca di
quella porca, non esiste: è un cilindro nuovo! E' evidente che
non è stato fatto un buon lavoro nel riporto al nigusil. Ok ma
adesso che facciamo? Mi inginocchio sui ceci nei pressi della palma ad
invocare un segno divino, e digito il numero di Mauro Abbadini. Si,
siiiiiiii, o'miracolo avviene di nuovo! Altro che ampolla di sangue:
Mauro non è ancora partito da casa e ha scovato una coppia di
cilindri e pistoni nuovi di zecca. Meno male che c'è Abba!
Così l'indomani mattina assisto al cambio delle termiche (per la
cronaca anche il pistone destro se n'era andato a puttane) e nel
mettere l'olio mi esibisco nel primo The Moment of the Minchia:
"Bruno
quanto olio ci va?" "Tre chili!" OK bene allora tre lattine. A
metà della terza latta l'olio comincia ad uscire copioso dal
tappo di immissione. Che pirla, ogni latta non è da un chilo ma
da due!! Svuota e rimonta tutto e VIA! Anzi, via, sottovoce in corpo 8:
il motore torna ad essere nuovo e quindi va rifatto il rodaggio. Che
pena. Ho imparato a mettere la parola 'rodaggio' affiancata a
'coitus interruptus'. Che fatica non superare i 5-6000, con gli altri
che ti passano talmente veloci da spostarti con la scia dell'aria. Ma
sempre, sempre, sempre meglio che fare il voyeur. Nel contempo
cerchiamo di far funzionare il trasponder che non ne vuol sapere di
cacare tempi. Alla fine scopriamo che è la torretta a non
funzionare, allora rimediamo scroccando il segnale di Licio.
Così si fa sera di nuovo, Julio Iglesias eccetera eccetera,
rientro al box dopo l'ultimo turno ma il motore suona male. Chiamo
Bruno che fa una brutta faccia, e sì che è sempre sorridente e ben
educato. Il cilindro destro fa chiasso. Smontiamo. Grippaggio. Pistone
segnato. Cilindro segnato e spaccato, anzi, SPACCATO! Madonne. Tutte.
Una crepa percorre metà lunghezza del cilindro. Per la seconda
volta brancoliamo nel buio pur se lontani da Tannoiser. Come è
possibile 2 la vendetta? Era tutto nuovo...
Che famo? Beh ci resta solo da rimontare il cilindro 'sano' del
precedente lotto al posto di quello rotto e sperare che il tutto
funzioni, sempre stando schisci col polso destro. Va bene, tutto
purchè si faccia la gara. All'impallidire del mio conto corrente
penserò dopo (a proposito, qualcuno ha un consiglio sulla zona
migliore per prostituirsi?)
Sabato mattina. Brigida gira bene ora (eccetto il solito battito e il
sacrificio del contagiri da tener d'occhio). Sto attorno al 2'05".
Faccio sempre girare di più Mattia, poi a metà turno di
qualifica provo a forzare di più per quel che posso. Scendo a
2'03" e ho il colpo in canna per limare almeno un altro secondo, ma
sfiga trovo traffico, eppoi la bandiera a scacchi. Comunque va
benissimo, siamo 22° e sticazzi la moto va. Gli altri Minchions
hanno un po' di problemi di accensione e di carburazione per la piccola
di Adelio ma per il resto tutto bene. I rulli compressori Mauro e
Roberto si piazzano bene, così giunge rapidamente l'ora del
desìo.
Il tempo è nuvoloso, con ogni tanto qualche schiarita: ci
schieriamo con largo anticipo sulla griglia (o forse vista la
conformazione, sarebbe più giusto dire lo spiedino di partenza).
Ci siamo, SI PARTEEEEE!!
Come di consueto
piglio la mia posizione senza troppo clamore, non amo la ressa, sono un
tipo discreto. Prendo il mio ritmo e la mia performance pur se con il
polso frenato, guadagno due-tre posizioni e digerisco in un attimo il
primo turno per poi cedere Brigida a Mattia. Al muretto siamo soli
soletti e non godiamo di assistenza se non rare esposizioni dei
cartelli, ma non importa: a dirla tutta, sapendo che tanto i tempi
saranno un po' quelli che sono, smetto perfino di guardare il
trasponder. La moto gira bene, a parte il solito battito soprattutto
alla curva in salita a sinistra dopo la melanzana, che forse
andrebbe affrontata in seconda ma sempre per non farla girare troppo in
alto la faccio in terza. Le gomme Continental tengono bene, era
un'altra incognita
e devo dire che col caldo di Cartagena sembrano ottime. Passano i turni
e comincia a imbrunire e continuiamo a girare senza intoppi. Mattia
pian piano si migliora costantemente; io provo a tirare un po' di
più in curva che tanto sui rettilinei mi passano, come sta
facendo Roberto ora prima della staccata della curva in salita a
sinistra. Solo che a metà curva mi cade davanti! Il primo
istinto è dato dal ricordo di cinque anni fa, quando fu Manel
Segarra a cadermi davanti e ci rimisi la clavicola per la frenata,
così pinzo, ma meno male mollo subito e riesco ad evitarlo senza
problemi e senza bloccaggi. Per lui gara finita, per me prosegue con un
pelo di calma in più. Già poco prima mi ero preso una
bella pera: a metà della seconda curva dopo il rettilineo
c'è una gobba un po' fastidiosa, che presa un po' troppo
allegramente mi aveva fatto saltare la gomma davanti: meno male pur
fischiando aveva tenuto senza sbalzarmi a terra. Poco dopo cadono un
po' di gocce di pioggia e in alcuni punti l'asfalto sembra un po'
lucido. OK mi tranquillizzo.
Decidiamo di fare
turni più lunghi per saltare una sosta ai box così resto
in pista più del solito; pur con qualche dolorino stiamo bene
fisicamente. Cerco di tenere d'occhio Bruno, Furio e gli altri che ora,
visto che gli altri due team sono appiedati, sono liberi di segnalarci i tempi, ma
faccio fatica a vederli. Tra il buio e le altre luci... a un certo
punto li vedo e percepisco il cartello box ma mi sembra ci sia qualcosa di
strano. Decido di ripassare davanti al prossimo giro e non vedo
più nessuno. Presumo siano al box ad aspettarmi così
finito il giro rientro. Solo che loro non mi aspettavano: il cartello
box era per il Gallobilly! "che minchia ci fai qui?!?" "OK ho capito me
ne vado, eh che modi!" e rientro a finire il turno. Nel frattempo
abbiamo guadagnato un'altra posizione, ora siamo 18°, e ha smesso
di gocciolare, così andiamo tranquilli. All'ultimo cambio il
motorino d'avviamento, che da un po' parte solo a martellate, getta la
spugna fumando una sigaretta. Perdiamo qualche minuto e parecchio fiato
per far ripartire la moto a spinta (grazie Bruno, Furio e Fabrizio!!).
L'ultimo turno lo
faccio stringendo i denti, la manopola del gas si è indurita (in
realtà non è vero: è il mio polso che è
stanco) e rallento un po' pensando a godermi le ultime pieghe nella
goduria infinita che è questa gara. Di slancio passo Orazio,
mentre l'ultimo giro non mi accorgo che la Suzuki del team tedesco
TTracing mi supera, così cala la bandiera a scacchi e siamo
17° a meno di due secondi da loro. Ma non ha alcuna importanza.
Quello che conta è che abbiamo finito la gara con pochissimi
problemi, nessuna scivolata e tanta tanta goduria! Stavolta tocca a
Brigida portare al traguardo il vessillo dei Minchions!
Alla fine come sempre cena
al circuito, belli stravoltini ma contenti. Anima Guzzista viene di
nuovo premiata dalla Deccla per il forte proselitismo che quest'anno ha
portato ben 15 team dall'Italia, più ancora dei team spagnoli.
In realtà non finirò mai di ringraziare Miguel Angel e
tutti gli uomini (e donne) della Deccla, grazie a loro possiamo
realizzare qualche nostro sogno (piccolo o grande che sia). E non
smetterò mai di ringraziare anche Mauro Abbadini, Bruno Scola,
Furio, Fabrizio... persone la cui generosità è affine a come vedo
io le cose. E un grande abbraccio al mio socio Mattia che con me
condivide gioie e madonne di Brigida, che non v'è dubbio sia una
vera Guzzi!
CLASSIFICHE (DAL SITO DECCLA)
© Anima Guzzista
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