CAMPIONATO
NAKED 2003
Pre-campionato
Affare
di famiglia...
di Mauro
Iosca
Arrivai alla base piuttosto
presto quel sabato mattina e mentre ancora stavo parcheggiando intravidi
Bob il sardo che armeggiava vicino alla sua immacolata V7 special nel
piazzale; se ne stava lì accucciato e con uno straccetto cercava
di eliminare le impronte, quasi sicuramente di Tiziano, disseminate democraticamente
un pò dovunque. Ci salutammo calorosamente. Bob aveva un
bel berretto, una specie di berretto militare che poteva essere di una
divisa da ranger canadese o da guardia padana, tanto era lo stesso. Entrammo:
dentro il capo (Bruno) ci aspettava e sottointeso il buongiorno
disse: Bene, allora prendete il furgone e andate a Missaglia: dovete
fare un ritiro; tra mezzora sarà tutto pronto quindi potete
anche partire!. Gli feci notare che se il mezzo di lì
a mezzora sarebbe stato funzionante si poteva andare in macchina e tornare
con il mezzo, tanto era da provare e quindi così facemmo: caricammo
tutta lattrezzatura e partimmo alla volta di Missaglia, io e Bob
il sardo.
Strada facendo realizzai che un pò per il freddo che mi rallentava
la circolazione, un pò per leccitazione mi ero dimenticato
tutti i documenti, il denaro, il telefono e non so che altro; ma ormai
eravamo a metà strada e decisi che era meglio proseguire. Arrivati
a destinazione feci il segnale e Giuseppe venne ad aprirci: ci accolse
come sempre sorridente, come sempre ottimista.
Gli artigiani brianzoli in fondo sono tutti uguali; che siano semplici
idraulici, imbianchini o geni della meccanica, hanno una dimensione del
tempo tutta loro: Non si preoccupi signora: sarà un lavoretto
di cinque minuti... vedrà, domani avremo finito... vengo la settimana
prossima, perché per tre giorni sono in un cantiere a Cremona
e così anche per noi la mezzora non era bastata ad ultimare
il lavoro; dunque deposte armi e bagagli ci mettemmo a disposizione di
Giuseppe come aiutanti (scusate se è poco). In questi momenti ogni
cosa è interessante, ogni movimento è apprendimento: capirete
come il solo tendere una chiave possa essere enormemente gratificante
e poi il mezzo su cui stavamo per mettere le mani era veramente una delizia.
Seguirono un paio dore di concentrazione e lavoro, quindi la creatura
si animò... rabbiosa. La sensazione era quella di una persona antipatica
e cattiva che si era svegliata male: il suono del due in uno non dava
confidenza, appariva piuttosto brusco e capriccioso; lo stesso Giuseppe
se ne accorse e mi disse: non ti preoccupare: vedrai che tra un
pò si slega e cambia carattere. Speriamo, pensai tra me.
Nuda dal suo
creatore
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Ultimi ritocchi
di papà Giuseppe
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Sistemate le ultime
regolazioni e assimilate tutte le raccomandazioni partii per il ritorno
a Carate Brianza con le dita incrociate mentalmente sperando che la benzina
fosse sufficiente. Il tragitto non era molto, credo una ventina di chilometri,
ma bastarono a mettermi di cattivo umore: mi sembrava di essere in groppa
ad un cavallo pazzo e selvatico; ad ogni mia domanda lei rispondeva con
una maleducazione insopportabile e la posizione di guida caricatissima
in avanti mi fece pensare di non essere più capace di guidare.
Temetti di essere disarcionato più duna volta; aveva il minimo
altissimo, la seduta era altissima o così mi sembrò; due
cose invece mi piacquero immediatamente: la frenata pastosa e poderosa
del disco singolo da 420 Braking e il funzionamento dellassetto
posteriore, mentre lanteriore non mi convinceva.
Arrivato a Carate scesi affidando la bestia alle mani sicure di Bruno,
anchegli sorridente e ottimista. Mentre mi toglievo il casco presi
a girargli intorno cercando di capire cosa delluniverso visivo mi
avrebbe aiutato a comprendere il perché di questa antipatia reciproca.
Cominciai a fare lelenco delle cose che avevo riscontrato a Bruno,
il quale mantenendo il sorriso mi disse: andiamo dentro. Posizionammo
la Furiosa sul banco e verificammo subito che il minimo alto
non dipendeva da cause di origine meccanica e, considerato il comportamento
scorbutico che avevo descritto, Bruno propose un trapianto cerebrale,
così smontata sella e carena sostituimmo la centralina per verificare
altre mappature; anche la frizione era durissima ma per questo ora non
si poteva fare nulla.
Mauro con Giuseppe
Ghezzi
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Il frontale
senza i doppi fari
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La belva pronta
a pungere!
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Nellattesa di
riprovarla nel pomeriggio gli cambiammo la posizione del comando del cambio
per adeguarlo alle mie misure e gli montai anche il portatarga dove sistemai
la targa prova, che nel tragitto della mattina mi ero legata sulla schiena.
Mentre eravamo a pranzo continuammo tra una conversazione e laltra
a ripercorrere le fasi della messa a punto; ripensando allanteriore
non capivo cosa fosse a non convincermi, tanto che inizialmente diedi
la colpa a quel 120/60 forse un pò troppo pistaiolo per le mie
capacità. Finita la pizza (mi ricordo solo che mangiammo pizza
e nientaltro) rientrammo alla base: avevo una voglia
matta di riprovarla e verificare se le mie impressioni erano esatte e
se stavamo andando nella direzione giusta. Davanti alla porta ci aspettava
Macho, sigaro in bocca con la Centaura nera parcheggiata di
traverso nel piazzale; il gaglioffo era venuto a prendersi i coperchi
delle valvole che aveva fatto modificare e riverniciare in tinta con la
carrozzeria. Lo invitai a vedere la furiosa e fu così
che il Macho dapprima la guardò attentamente, poi borbottò
una filastrocca complimentosa di bei aggettivi misti a parolacce esclamative,
infine sentenziò: mi pare che la gomma davanti è sgonfia.
Ecco perché andava strana!!
Controllate le pressioni mi vestii in fretta e scaldato velocemente il
motore partii gridando a Bruno da dentro il casco: vado a Lecco
e torno. Avevo tante cose da verificare: le mie impressioni, il
comportamento su un tratto che tante volte avevo percorso per testare
le modifiche, le misurazioni chiestemi da Bruno, giri massimi in terza
marcia, velocità indicate, assetti etc. Immediatamente si rivelò
unaltra; sì, vi sembrerà assurdo, in fondo lo è
stato anche per me, ma vi dico: non più una moto capricciosa bensì
una gioiosa giostra, unassoluta dolcissima giostra. Potrei aggiungere
di danze veloci con R1 inferociti e di lame infuocate raggiunte e superate
e ancora e ancora; il fatto che tra sogno e realtà allapice
del godimento mentre da Lecco volgevo verso casa il motore si spegne e
la furiosa si placa svenuta. Tanta era ladrenalina in circolo e
lenfasi del momento che come un minchione non mi ero
ricordato di fare benzina, e così mi ritrovai sul ciglio dello
stradone con moto appoggiata al guard-rail a grattarmi la testa (ringrazio
sinceramente il ragazzo con il V-Strom giallo che mosso a compassione
per limbecillità umana mi ha salvato dallumiliante
situazione).
Rientrai alla base tra gli astanti del sabato pomeriggio e come in una
staffetta passai al compagno Roby la Furiosa per un altro
breve giro di verifica (Roby si che è un bel manico e le sue impressioni
sono sempre importanti informazioni per Bruno e Tiziano).
Io lo giuro: sono felice e soddisfatto e per quanto ne capisco la Furiosa
e pronta: ora è tua Fabio... falla volare!!!
Svedesi al lavoro!
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Pronta consegna!
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Tiziano e Bruno.
La preparazione del motore è opera loro
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Faccio il mio rapporto a Bruno e insieme telefoniamo a Pigi Corda che
è il fortunato proprietario della Furiosa. Relaziono
anche a Pigi ogni particolare e gli chiedo se posso scrivere due righe
a riguardo. Il granduomo mi risponde facendomi commuovere non poco:
ma certo! Vuoi scherzare! Ci abbiamo lavorato tutti, ormai siamo
una famiglia e questa è la moto di famiglia.
© Anima
Guzzista
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