12° Trofeo Deccla Cartagena 2007

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12° TROFEO DECCLA CARTAGENA 2007

 


Cartagena: Un'esperienza folgorante!

 

di MalaGuzzi


A dicembre è stato il compleanno dello Squalo e quale miglior regalo se non un week-end a Cartagena per incontrare i mitici di AG ed assistere all'ancor più mitico trofeo Deccla?
I piloti partono tutti di giovedì, ma gli impegni lavorativi ci permettono di partire non prima di venerdì, quindi prenoto il volo diretto Ciampino-Valencia con partenza alle 9.45 e ETA alle 11.45.
ETA sta per Estimated Time of Arrival e mai definizione è stata più corretta.

Arriviamo in aeroporto alle 8.00 con l'assicurazione di un parcheggio certo che un amico che lavora lì ci ha garantito..

Dopo dieci minuti ci rendiamo conto che di questo parcheggio non ce n'è neanche l'ombra, quindi iniziamo a girare per trovare una soluzione alternativa e alle 8.45 finalmente riusciamo a parcheggiare la macchina e arrivare al check-in.. Libero fortunatamente!

Riusciamo ad imbarcare alle 9.30, ma data l'organizzazione dei gates non partiamo prima delle 10.00..
Vabbè un pò di ritardo che vuoi che sia, c'è anche un tempo discreto a Roma, pioggerella ma nulla di che..
Certo però poi a Valencia dobbiamo cercare la Hertz, prendere l'auto noleggiata
e fare i 300Km fino a Cartagena, ma dai, per le 15.30-16.00 al massimo saremo al circuito!

Io ho una paura fottuta dell'aereo, il famoso: "mi sento mancare la terra sotto i piedi" lo vivo alla lettera, ma per fortuna lo Squalo è un veterano e lascia che gli stritoli la mano per tutto il tempo per farmi scaricare la tensione.

Tra il pensiero di incontrare nuovamente questa gabbia di matti e l'emozione di assistere per la prima volta alla gara, arriviamo finalmente nei pressi della costa spagnola.
La gentile hostess ci avverte che tra dieci minuti arriveremo all'aeroporto di Valencia dove, purtroppo, c'è un pò di cattivo tempo.
Ci chiede anche di allacciare da subito le cinture di sicurezza, poichè la manovra di atterraggio sta iniziando e potremmo risentire della perturbazione.

Tempo un minuto e l'aereo inizia a puntare terra infilandosi tra le nubi che aleggiano sulla provincia.
A questo punto l'aereo fa esattamente quello di cui ci aveva avvertito la gentile hostess ed inizia a subire una serie oscillazioni dovute ai vuoti d'aria e ai "pieni di nuvole" cariche di pioggia, ma il pilota è ben intenzionato ad arrivare a destinazione, quindi continua per la sua rotta, nonostante nella testa di tutti i passeggeri ci sia ben impressa ormai l'immagine di noi tutti che non siamo più nell'aereo Ryanair, ma sui terribili sedili del Blue Tornado di Gardaland!

Le vibrazioni e le esclamazioni di paura sono ormai talmente forti che anche l'equipaggio, preso dal panico evidentemente, per spezzare la tensione prende in mano il microfono e prova a rilassarci con un bel "E adesso tutti assieme una bella ola!!", ma arrivando in risposta solamente imprecazioni non ripetono la battuta..

Oramai sembra un secolo che siamo in picchiata, le raffiche di vento arrivano da tutti i lati e l'aereo oltre a beccheggiare viene anche disallineato lateralmente e mentre siamo a una decina di metri ognuno attaccato al poggiatesta del sedile davanti, il pilota si rende conto che così
rischiamo di atterrare su un solo carrello con conseguente schianto e ritira su il muso.

Iniziamo a riprendere quota tra sollievo e stupore e dalla cabina il comandante stesso ci avverte che a causa di un forte temporale (ma non doveva essere "una piccola perturbazione"?) che si abbatte sulla città proveremo ad aspettare indicazioni dalla torre di controllo per una ventina di minuti in volo.

Mentre riattraversiamo il banco di nubi per metterci 'in salvo' dalla tempesta un fulmine si abbatte sull'ala di destra proprio all'altezza del nostro finestrino risvegliando tutti dallo stato di catatonico terrore in cui eravamo.

Lo Squalo mi rassicura dicendo che vede i flaps alzarsi e abbassarsi, segno probabilmente che il pilota sta facendo un controllo manuale sull'esito della schicchera, che pare essere positivo..

Dopo neanche dieci minuti di nuovo il comandante ci avverte che la torre di controllo ha confermato l'inagibilità dell'aeroporto e che quindi saremo costretti a deviare su Alicante ed atterrare lì, ma rassicura tutti che all'arrivo ci saranno pronti dei degli autobus che provvederanno a caricare bagagli e passeggeri per il trasporto gratuito a Valencia.

Subito dopo la hostess ci chiede di mantenere, per nostra tranquillità, le cinture allacciate fino a destinazione ed avverte che la deviazione è di circa 100Km; quindi si congratula con tutti i passeggeri per il coraggio dimostrato!

Ora io non so nella sua testa quale sia stato il significato di 'nostra traquillità', ma fatto sta che con l'annuncio della deviazione hanno distratto bene la gente dalla sensazione di sudore freddo che ancora c'era addosso dopo quel meraviglioso touch and go!

Ripenso, quindi, alle parole di Fange che mi dice che da Valencia a Cartgena ci sono circa 300Km e che, quindi, almeno qualcosa di buono ci sta,ossia che guideremo per soli 200Km se la Hertz non fa problemi e non siamo costretti a tornare a Valencia in pullman con gli altri.
In realtà il pilota ha mentito e noi scopriamo che Alicante è molto più vicina a Cartagena che a Valencia.

Finalmente alle 13.30 riusciamo ad atterrare ad Alicante, dove oramai i piccoli vuoti d'aria delle nuvolette che ci sono qui non ci fanno nessun effetto!

Andiamo diretti al banco informazioni e non ci fanno problemi per l'auto.
Espletiamo le questioni burocratiche, andiamo a prendere la nostra Seat (giustamente noi affittiamo le Fiat e loro si affittano le Seat) e dirigiamo a sud.

Dopo una decina di chilometri, però, iniziamo a sentire i morsi della fame ed il richiamo della natura: non mangiamo e non andiamo in bagno dalle 7.30 della mattina,
quindi decidiamo di fare tappa a quello che ci sembra essere l'equivalente dei nostri autogrill sulla statale in cui siamo.

Qui troviamo solamente poca pioggerella per fortuna, quindi speriamo bene che continuando ad andare a sud il tempo migliori ulteriormente!

Già il dubbio sul come ci faremo capire, visto che noi italiani lo spagnolo a grandi linee lo comprendiamo, ma loro sembrano non capire un'acca di italiano, però non ci lasciamo scoraggiare ed entriamo.

I tavoli sono già apparecchiati, per la maggior parte con un solo coperto e questo ci rincuora perchè può significare che è normalmente frequentato da operai che lavorano negli immensi cantieri lungo la strada.
Il menù è fisso e alla carta, con scelta tra tre primi, tre secondo e il dolce.
Qui ci accorgiamo di capire in linea generale lo spagnolo, ma zero per i termini specifici, quindi gli specifichiamo in tutte le lingue che noi non mangiamo pesce e per il primo ci pensa lui.
Per il secondo io decido di aspettare e vedere quanto sarò piena dal primo, ma Paolo ordina una lombata.
Appena finita l'ordinazione una cameriera ci porta un bellissimo piatto di insalata mista e pane fresco per acquietare i brontolii della fame.
Scopriremo poi che è usanza normale portare in tavola l'insalata prima del pasto.
Quello che ci arriva di primo, però, mi sembra più un piatto toscano che spagnolo, perchè arrivano due minestre di ceci e trippa veramente inaspettati.
Paolo prova ad assaggiarla, ma gli fa veramente schifo, quindi io mi sacrifico mangiando il mio piatto e il suo, dato che non la trovo niente male.
Di secondo gli portano la carne decisamente buona e per dolce prendiamo l'equivalente del nostro crem caramel e due caffè..
Usciamo dal ristorante satolli e soddisfatti sia per la qualità che per il prezzo pagato e ci rimettiamo in macia.

Lungo la strada intanto, la pioggerella invece di diminuire aumenta, ma noi siamo sempre fiduciosi sul fatto che il Tatuato ha promesso la caduta di un meteorite per la corsa di gennaio, quindi avendo noi avuto la nostra bella fulminata pensiamo di poterci considerare a paro..
Alle 16.30 riusciamo ad arrivare al famoso Hotel Manolo tutto sommato in orario, prendiamo la stanza e proviamo a chiamare Fange, che non risponde..
Giustamente staranno correndo, quindi chiediamo indicazioni e andiamo diretti al circuito..
Arriviamo al circuito mentre Rosella e i bambini stanno andando via, ma lei ci urla dal finestrino che i ragazzi sono al box 12.
Scendiamo di sotto e troviamo tutti intenti a smontare pezzi, prendere misure, limare, avvitare, montare, sgasare e strillare..

Che posto gente!

La coppa del sapere guzzista è davanti a noi e non aspettavamo che poterne bere un sorso!

Ci infiliamo sotto la saracinesca e troviamo subito il Tatuato che bestemmia per il tempo, manda sms a destra e manca e ci racconta di come il giorno prima ha rischiato una caduta per un fuori pista, ma è riuscito ad impantanarsi volutamente (niente battute, via!) rimanendo in piedi e riportando ai box la moto sana e salva, ma solo un pò infangata; ci presenta, quindi, un pò di gente con la quale si parla solo tramite forum e vediamo Fange nel suo box che fa avanti e indietro per vedere lo stato della pista, Iosca con la mano immersa in un sacchetto di ghiaccio che fa avanti e indietro controllando di essere pronti per il controllo tecnico e amministrativo (ha fatto una brutta caduta nelle prove), Lalla che faceva avanti e indietro nervosa ed emozionata per la sua prima volta in pista, ma si ferma a raccontarci
di che grandiosa esperienza che è sia correre in pista che rafforzare il rapporto con le persone del team e di come è fatta la pista e come sono i vari tratti..
Incontriamo anche MarcoB che ero convinta non esserci dati i messaggi di aiuto sul forum in cui parlava di 'costrizioni familiari' e purtroppo non abbiamo neanche avuto modo di fare una bella braciata, che fatta da lui è uno spettacolo!
E' veramente un brulicare di gente in tuta e non, che freme per i preparativi..

Per domani ancora il tempo è incerto, continua a piovere e tutti se la prendono con il Tatuato, che però inizia ad insinuare un sospetto che con il suo ragionamento non fa una piega..
Ovvero annuncia che lui è escluso da ogni responsabilità e che il vero artefice del maltempo è Goffredo, che non è venuto neanche lo scorso anno e che con la scusa dei messaggini di incoraggiamento ha rosicato talmente tanto da portare sfiga e basta...Meditate gente, meditate.. Visto il tempo si direbbe che è una teoria che fa acqua da tutte le parti, ma andrebbe considerata più a fondo secondo me..
Dato che noi è sempre da stamane che siamo in giro come due trottole, siamo bagnati e stanche e qui i team sono tutti ben organizzati e oramai mancano solamente i controlli tecnici e amministrativi, Alberto ci informa che al ristorante dell'albergo è già prenotata la cena e che se vogliamo possiamo andare ad avvertire di aggiungere due posti a tavola.

Ci incamminiamo notando che lungo la strada i quattro tombini di Cartagena stanno già iniziando a rigurgitare quella troppa acqua di cui non sono evidentemente abituati..Ma siamo tutti ottimisti!

Da bravi spagnoli alle 19.30 non hanno ancora aperto il ristorante, quindi facciamo un giro per quello che sembra essere il quartiere arabo della città (ovvero quello dove ci troviamo) e poi avvertiamo il ristorante e andiamo finalmente a fare una bella doccia calda!!

La cena trascorre felice e beata con gente che ricontrolla gli ordini di partenza, rivede le divisioni dei tempi e quello che rimane da fare, gente che si confronta sulle impostazioni dei vari tratti e che racconta la propria esperienza; gente che si scola i litri di cerveza che vengono messi a tavola in boccali come si fa da noi col vino della casa e gente, come il Tatuato, che non tocca alcool per rimanere fresco per la gara.

Si discute su come sarà il tempo stanotte e domani e si raccontano e ascoltano storie di vita con le nostre Guzzi.

Dopo il caffè tutti a dare uno sguardo fuori dalla finestra prima di andare a nanna, pronti per il grande giorno.

Durante la notte si scatena l'inferno e non smette un attimo di piovere; ci svegliamo con la pioggia e durante la colazione al bar in molti sono oramai sicuri che la gara verrà annullata.
Fange nel frattempo non viene assolutamente toccato dalle congetture e dopo aver fatto scorta con una ricca colazione dopo la quale io sarei tornata a dormire più che andare in pista, si mette in marcia dicendo che 'lui corre'.

Iniziano ad andare i primi gruppetti e già lungo la strada veniamo bloccati da un nastro che impedisce l'accesso alla strada dalla quale si prende l'ingresso al percorso..Cavoli, è tutta allagata sta città!

Chiamo Alberto e gli chiedo come sono arrivati loro e mi dice semplicemente di aggirare l'ostacolo e guadare fino allo svincolo.

Seguiamo l'indicazione, arriviamo al circuito e scendiamo ai box dove sono tutti impegnati a togliere da terra le scatole e le cassette degli attrezzi fradici, spazzare via l'acqua che in alcuni punti ha allagato completamente i box per parecchi centimetri, asciugare le moto e le tute ormai zuppe e bestemmiare e imprecare a più non posso: la gara è annullata, ufficiale, i mezzi di soccorso non potrebbero entrare in caso di bisogno, quindi nonostante siano stati ancora tutti pronti ad entrare in pista anche con la pioggia, per motivi di sicurezza tutti a casa!

La mattina passa a mandare messaggi, raccogliere, spostare, asciugare e smontare baracca e burattini, come si suol dire, ma con un amaro in bocca che avvicinarsi a chiunque era quasi un rischio.

Si torna il albergo per riprendersi dalla botta con una bella doccia calda e, dopo un piccolo disguido col Tatuato (come te sbagli!) ci si trova ad un ristorante poco fuori Cartagena per il pranzo.

Ci sono quasi tutti, salvo chi aveva fatto le scorte per la giornata e rimane in camera a mangiare pranzo e fegato..

Qui il cibo è veramente buono, purtroppo al Manolo si dorme male e si mangia peggio, ma ci siamo rifatti con questo modico pranzetto che vede la fine verso le 16.30 del pomeriggio..
Sono sempre tutti parecchio delusi, ma siamo una bella tavolata di una quarantina di persone e tra una chiacchiera e l'altra si sta comunque bene insieme.

Finito il pranzo io e Paolo decidiamo di dare comunque un senso a questa giornata andando a fare una visita a Cartagena..Siamo pur sempre in vacanza per la miseria!
Il posto, nonostante si parlasse su varie guide di influssi arabi e romani, sembra aver risentito di più degli influssi degli architetti moderni, poichè a parte qualche caso sporadico, l'impostazione generale dello sviluppo edilizio è più improntata alla quantità che alla qualità, per cui nel complesso la visione generale è quella di un grosso agglomerato di palazzi ad almeno quattro piani, ma vivacemente colorati..L'Hotel Manolo, ad esempio, ha una facciata
da poco ridipinta in un discutibile rosso.

Data l'esperienza della sera prima al ristorante dell'albergo e dato che il giorno dobbiamo partire presto per Valencia, decidiamo di non cenare con gli altri (scusate, ma proprio non ce l'abbiamo fatta!!), ma di andare in una pizzeria per mangiare qualcosa di veloce e a letto presto.

Molti di loro li abbiamo salutati la mattina seguente mentre facevamo colazione al bar, ma approfitto per dare qui un grosso abbraccio virtuale a tutti gli altri che non ho salutato e che hanno dimostrato che anche con il cattivo tempo, un mancato atterraggio, una fulminata a tre metri di distanza e una gara annullata vale la pena di stare insieme!

..La prossima volta organizziamo qualcosa di un pò meno costoso per tutti però..

A breve saranno on line le fotografie e vi consiglio di non mancare di guardarle per farvi un’idea più precisa dell’alluvione che c’è stata..
Noi al ritorno abbiamo seguito la strada consigliata da ViaMichelin e ci siamo ritrovato ad Albacete con 3° e un manto di neve tutto attorno..

Per chiudere con la ciliegina sulla torta!

Per altre info, foto e risultati: www.deccla.com

© Anima Guzzista