A
dicembre è stato il compleanno dello Squalo e quale miglior
regalo se non un week-end a Cartagena per incontrare i mitici di AG ed
assistere all'ancor più mitico trofeo Deccla?
I piloti partono tutti di giovedì, ma gli impegni lavorativi ci
permettono di partire non prima di venerdì, quindi prenoto il
volo diretto Ciampino-Valencia con partenza alle 9.45 e ETA alle 11.45.
ETA sta per Estimated Time of Arrival e mai definizione è stata più corretta.
Arriviamo in aeroporto alle 8.00 con l'assicurazione di un parcheggio certo che un amico che lavora lì ci ha garantito..
Dopo
dieci minuti ci rendiamo conto che di questo parcheggio non ce
n'è neanche l'ombra, quindi iniziamo a girare per trovare una
soluzione alternativa e alle 8.45 finalmente riusciamo a parcheggiare
la macchina e arrivare al check-in.. Libero fortunatamente!
Riusciamo ad imbarcare alle 9.30, ma data l'organizzazione dei gates non partiamo prima delle 10.00..
Vabbè un pò di ritardo che vuoi che sia, c'è anche un tempo discreto a Roma, pioggerella ma nulla di che..
Certo però poi a Valencia dobbiamo cercare la Hertz, prendere l'auto noleggiata
e fare i 300Km fino a Cartagena, ma dai, per le 15.30-16.00 al massimo saremo al circuito!
Io ho una paura fottuta dell'aereo, il famoso: "mi sento mancare la
terra sotto i piedi" lo vivo alla lettera, ma per fortuna lo Squalo
è un veterano e lascia che gli stritoli la mano per tutto il
tempo per farmi scaricare la tensione.
Tra il pensiero di incontrare nuovamente questa gabbia di matti e
l'emozione di assistere per la prima volta alla gara, arriviamo
finalmente nei pressi della costa spagnola.
La gentile hostess ci avverte che tra dieci minuti arriveremo
all'aeroporto di Valencia dove, purtroppo, c'è un pò di
cattivo tempo.
Ci chiede anche di allacciare da subito le cinture di sicurezza,
poichè la manovra di atterraggio sta iniziando e potremmo
risentire della perturbazione.
Tempo un minuto e l'aereo inizia a puntare terra infilandosi tra le nubi che aleggiano sulla provincia.
A questo punto l'aereo fa esattamente quello di cui ci aveva avvertito
la gentile hostess ed inizia a subire una serie oscillazioni dovute ai
vuoti d'aria e ai "pieni di nuvole" cariche di pioggia, ma il pilota
è ben intenzionato ad arrivare a destinazione, quindi continua
per la sua rotta, nonostante nella testa di tutti i passeggeri ci sia
ben impressa ormai l'immagine di noi tutti che non siamo più
nell'aereo Ryanair, ma sui terribili sedili del Blue Tornado di
Gardaland!
Le vibrazioni e le esclamazioni di paura sono ormai talmente forti che
anche l'equipaggio, preso dal panico evidentemente, per spezzare la
tensione prende in mano il microfono e prova a rilassarci con un bel "E
adesso tutti assieme una bella ola!!", ma arrivando in risposta
solamente imprecazioni non ripetono la battuta..
Oramai sembra un secolo che siamo in picchiata, le raffiche di vento
arrivano da tutti i lati e l'aereo oltre a beccheggiare viene anche
disallineato lateralmente e mentre siamo a una decina di metri ognuno
attaccato al poggiatesta del sedile davanti, il pilota si rende conto
che così
rischiamo di atterrare su un solo carrello con conseguente schianto e ritira su il muso.
Iniziamo a riprendere quota tra sollievo e stupore e dalla cabina il
comandante stesso ci avverte che a causa di un forte temporale (ma non
doveva essere "una piccola perturbazione"?) che si abbatte sulla
città proveremo ad aspettare indicazioni dalla torre di
controllo per una ventina di minuti in volo.
Mentre riattraversiamo il banco di nubi per metterci 'in salvo' dalla
tempesta un fulmine si abbatte sull'ala di destra proprio all'altezza
del nostro finestrino risvegliando tutti dallo stato di catatonico
terrore in cui eravamo.
Lo Squalo mi rassicura dicendo che vede i flaps alzarsi e abbassarsi,
segno probabilmente che il pilota sta facendo un controllo manuale
sull'esito della schicchera, che pare essere positivo..
Dopo neanche dieci minuti di nuovo il comandante ci avverte che la
torre di controllo ha confermato l'inagibilità dell'aeroporto e
che quindi saremo costretti a deviare su Alicante ed atterrare
lì, ma rassicura tutti che all'arrivo ci saranno pronti dei
degli autobus che provvederanno a caricare bagagli e passeggeri per il
trasporto gratuito a Valencia.
Subito dopo la hostess ci chiede di mantenere, per nostra
tranquillità, le cinture allacciate fino a destinazione ed
avverte che la deviazione è di circa 100Km; quindi si congratula
con tutti i passeggeri per il coraggio dimostrato!
Ora io non so nella sua testa quale sia stato il significato di 'nostra
traquillità', ma fatto sta che con l'annuncio della deviazione
hanno distratto bene la gente dalla sensazione di sudore freddo che
ancora c'era addosso dopo quel meraviglioso touch and go!
Ripenso, quindi, alle parole di Fange che mi dice che da Valencia a
Cartgena ci sono circa 300Km e che, quindi, almeno qualcosa di buono ci
sta,ossia che guideremo per soli 200Km se la Hertz non fa problemi e
non siamo costretti a tornare a Valencia in pullman con gli altri.
In realtà il pilota ha mentito e noi scopriamo che Alicante è molto più vicina a Cartagena che a Valencia.
Finalmente alle 13.30 riusciamo ad atterrare ad Alicante, dove oramai i
piccoli vuoti d'aria delle nuvolette che ci sono qui non ci fanno
nessun effetto!
Andiamo diretti al banco informazioni e non ci fanno problemi per l'auto.
Espletiamo le questioni burocratiche, andiamo a prendere la nostra Seat
(giustamente noi affittiamo le Fiat e loro si affittano le Seat) e
dirigiamo a sud.
Dopo una decina di chilometri, però, iniziamo a sentire i morsi
della fame ed il richiamo della natura: non mangiamo e non andiamo in
bagno dalle 7.30 della mattina,
quindi decidiamo di fare tappa a quello che ci sembra essere l'equivalente dei nostri autogrill sulla statale in cui siamo.
Qui troviamo solamente poca pioggerella per fortuna, quindi speriamo
bene che continuando ad andare a sud il tempo migliori ulteriormente!
Già il dubbio sul come ci faremo capire, visto che noi italiani
lo spagnolo a grandi linee lo comprendiamo, ma loro sembrano non capire
un'acca di italiano, però non ci lasciamo scoraggiare ed
entriamo.
I tavoli sono già apparecchiati, per la maggior parte con un
solo coperto e questo ci rincuora perchè può significare
che è normalmente frequentato da operai che lavorano negli
immensi cantieri lungo la strada.
Il menù è fisso e alla carta, con scelta tra tre primi, tre secondo e il dolce.
Qui ci accorgiamo di capire in linea generale lo spagnolo, ma zero per
i termini specifici, quindi gli specifichiamo in tutte le lingue che
noi non mangiamo pesce e per il primo ci pensa lui.
Per il secondo io decido di aspettare e vedere quanto sarò piena dal primo, ma Paolo ordina una lombata.
Appena finita l'ordinazione una cameriera ci porta un bellissimo piatto
di insalata mista e pane fresco per acquietare i brontolii della fame.
Scopriremo poi che è usanza normale portare in tavola l'insalata prima del pasto.
Quello che ci arriva di primo, però, mi sembra più un
piatto toscano che spagnolo, perchè arrivano due minestre di
ceci e trippa veramente inaspettati.
Paolo prova ad assaggiarla, ma gli fa veramente schifo, quindi io mi
sacrifico mangiando il mio piatto e il suo, dato che non la trovo
niente male.
Di secondo gli portano la carne decisamente buona e per dolce prendiamo
l'equivalente del nostro crem caramel e due caffè..
Usciamo dal ristorante satolli e soddisfatti sia per la qualità che per il prezzo pagato e ci rimettiamo in macia.
Lungo la strada intanto, la pioggerella invece di diminuire aumenta, ma
noi siamo sempre fiduciosi sul fatto che il Tatuato ha promesso la
caduta di un meteorite per la corsa di gennaio, quindi avendo noi avuto
la nostra bella fulminata pensiamo di poterci considerare a paro..
Alle 16.30 riusciamo ad arrivare al famoso Hotel Manolo tutto sommato
in orario, prendiamo la stanza e proviamo a chiamare Fange, che non
risponde..
Giustamente staranno correndo, quindi chiediamo indicazioni e andiamo diretti al circuito..
Arriviamo al circuito mentre Rosella e i bambini stanno andando via, ma
lei ci urla dal finestrino che i ragazzi sono al box 12.
Scendiamo di sotto e troviamo tutti intenti a smontare pezzi, prendere misure, limare, avvitare, montare, sgasare e strillare..
Che posto gente!
La coppa del sapere guzzista è davanti a noi e non aspettavamo che poterne bere un sorso!
Ci infiliamo sotto la saracinesca e troviamo subito il Tatuato che
bestemmia per il tempo, manda sms a destra e manca e ci racconta di
come il giorno prima ha rischiato una caduta per un fuori pista, ma
è riuscito ad impantanarsi volutamente (niente battute, via!)
rimanendo in piedi e riportando ai box la moto sana e salva, ma solo un
pò infangata; ci presenta, quindi, un pò di gente con la
quale si parla solo tramite forum e vediamo Fange nel suo box che fa
avanti e indietro per vedere lo stato della pista, Iosca con la mano
immersa in un sacchetto di ghiaccio che fa avanti e indietro
controllando di essere pronti per il controllo tecnico e amministrativo
(ha fatto una brutta caduta nelle prove), Lalla che faceva avanti e
indietro nervosa ed emozionata per la sua prima volta in pista, ma si
ferma a raccontarci
di che grandiosa esperienza che è sia correre in pista che
rafforzare il rapporto con le persone del team e di come è fatta
la pista e come sono i vari tratti..
Incontriamo anche MarcoB che ero convinta non esserci dati i messaggi
di aiuto sul forum in cui parlava di 'costrizioni familiari' e
purtroppo non abbiamo neanche avuto modo di fare una bella braciata,
che fatta da lui è uno spettacolo!
E' veramente un brulicare di gente in tuta e non, che freme per i preparativi..
Per domani ancora il tempo è incerto, continua a piovere e tutti
se la prendono con il Tatuato, che però inizia ad insinuare un
sospetto che con il suo ragionamento non fa una piega..
Ovvero annuncia che lui è escluso da ogni responsabilità
e che il vero artefice del maltempo è Goffredo, che non è
venuto neanche lo scorso anno e che con la scusa dei messaggini di
incoraggiamento ha rosicato talmente tanto da portare sfiga e
basta...Meditate gente, meditate.. Visto il tempo si direbbe che
è una teoria che fa acqua da tutte le parti, ma andrebbe
considerata più a fondo secondo me..
Dato che noi è sempre da stamane che siamo in giro come due
trottole, siamo bagnati e stanche e qui i team sono tutti ben
organizzati e oramai mancano solamente i controlli tecnici e
amministrativi, Alberto ci informa che al ristorante dell'albergo
è già prenotata la cena e che se vogliamo possiamo andare
ad avvertire di aggiungere due posti a tavola.
Ci incamminiamo notando che lungo la strada i quattro tombini di
Cartagena stanno già iniziando a rigurgitare quella troppa acqua
di cui non sono evidentemente abituati..Ma siamo tutti ottimisti!
Da bravi spagnoli alle 19.30 non hanno ancora aperto il ristorante,
quindi facciamo un giro per quello che sembra essere il quartiere arabo
della città (ovvero quello dove ci troviamo) e poi avvertiamo il
ristorante e andiamo finalmente a fare una bella doccia calda!!
La cena trascorre felice e beata con gente che ricontrolla gli ordini
di partenza, rivede le divisioni dei tempi e quello che rimane da fare,
gente che si confronta sulle impostazioni dei vari tratti e che
racconta la propria esperienza; gente che si scola i litri di cerveza
che vengono messi a tavola in boccali come si fa da noi col vino della
casa e gente, come il Tatuato, che non tocca alcool per rimanere fresco
per la gara.
Si discute su come sarà il tempo stanotte e domani e si raccontano e ascoltano storie di vita con le nostre Guzzi.
Dopo il caffè tutti a dare uno sguardo fuori dalla finestra prima di andare a nanna, pronti per il grande giorno.
Durante la notte si scatena l'inferno e non smette un attimo di
piovere; ci svegliamo con la pioggia e durante la colazione al bar in
molti sono oramai sicuri che la gara verrà annullata.
Fange nel frattempo non viene assolutamente toccato dalle congetture e
dopo aver fatto scorta con una ricca colazione dopo la quale io sarei
tornata a dormire più che andare in pista, si mette in marcia
dicendo che 'lui corre'.
Iniziano ad andare i primi gruppetti e già lungo la strada
veniamo bloccati da un nastro che impedisce l'accesso alla strada dalla
quale si prende l'ingresso al percorso..Cavoli, è tutta allagata
sta città!
Chiamo Alberto e gli chiedo come sono arrivati loro e mi dice
semplicemente di aggirare l'ostacolo e guadare fino allo svincolo.
Seguiamo l'indicazione, arriviamo al circuito e scendiamo ai box dove
sono tutti impegnati a togliere da terra le scatole e le cassette degli
attrezzi fradici, spazzare via l'acqua che in alcuni punti ha allagato
completamente i box per parecchi centimetri, asciugare le moto e le
tute ormai zuppe e bestemmiare e imprecare a più non posso: la
gara è annullata, ufficiale, i mezzi di soccorso non potrebbero
entrare in caso di bisogno, quindi nonostante siano stati ancora tutti
pronti ad entrare in pista anche con la pioggia, per motivi di
sicurezza tutti a casa!
La mattina passa a mandare messaggi, raccogliere, spostare, asciugare e
smontare baracca e burattini, come si suol dire, ma con un amaro in
bocca che avvicinarsi a chiunque era quasi un rischio.
Si torna il albergo per riprendersi dalla botta con una bella doccia
calda e, dopo un piccolo disguido col Tatuato (come te sbagli!) ci si
trova ad un ristorante poco fuori Cartagena per il pranzo.
Ci sono quasi tutti, salvo chi aveva fatto le scorte per la giornata e rimane in camera a mangiare pranzo e fegato..
Qui il cibo è veramente buono, purtroppo al Manolo si dorme male
e si mangia peggio, ma ci siamo rifatti con questo modico pranzetto che
vede la fine verso le 16.30 del pomeriggio..
Sono sempre tutti parecchio delusi, ma siamo una bella tavolata di una
quarantina di persone e tra una chiacchiera e l'altra si sta comunque
bene insieme.
Finito il pranzo io e Paolo decidiamo di dare comunque un senso a
questa giornata andando a fare una visita a Cartagena..Siamo pur sempre
in vacanza per la miseria!
Il posto, nonostante si parlasse su varie guide di influssi arabi e
romani, sembra aver risentito di più degli influssi degli
architetti moderni, poichè a parte qualche caso sporadico,
l'impostazione generale dello sviluppo edilizio è più
improntata alla quantità che alla qualità, per cui nel
complesso la visione generale è quella di un grosso agglomerato
di palazzi ad almeno quattro piani, ma vivacemente colorati..L'Hotel
Manolo, ad esempio, ha una facciata
da poco ridipinta in un discutibile rosso.
Data l'esperienza della sera prima al ristorante dell'albergo e dato
che il giorno dobbiamo partire presto per Valencia, decidiamo di non
cenare con gli altri (scusate, ma proprio non ce l'abbiamo fatta!!), ma
di andare in una pizzeria per mangiare qualcosa di veloce e a letto
presto.
Molti di loro li abbiamo salutati la mattina seguente mentre facevamo
colazione al bar, ma approfitto per dare qui un grosso abbraccio
virtuale a tutti gli altri che non ho salutato e che hanno dimostrato
che anche con il cattivo tempo, un mancato atterraggio, una fulminata a
tre metri di distanza e una gara annullata vale la pena di stare
insieme!
..La prossima volta organizziamo qualcosa di un pò meno costoso per tutti però..
A breve saranno on line le fotografie e vi consiglio di non mancare di
guardarle per farvi un’idea più precisa
dell’alluvione che c’è stata..
Noi al ritorno abbiamo seguito la strada consigliata da ViaMichelin e
ci siamo ritrovato ad Albacete con 3° e un manto di neve tutto
attorno..
Per chiudere con la ciliegina sulla torta!
Per altre info, foto e risultati: www.deccla.com