Aquile a Roma 2003

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Aquile a Roma 2003 - Report

 

1 - L'arrivo.

 

di Piero Pintore

 


E' sabato. Gli altri sono partiti con la nave (e moto) ieri sera.
Io sono bloccato ad Orosei da un congresso del cavolo.
E' l'una del pomeriggio. Fa caldo ed il cielo è velato. La notte scorsa è
piovuta la solita fanghiglia africana ...
La macchina è parcheggiata in un angolino nascosto. La raggiungo e,
freneticamente, via giacca, cravatta, mocassini...
Gli altri sono in pausa pranzo. In pochi attimi ho su i jeans. Gli stivaletti
allacciati sono un po' indaginosi... Occhèi, sono pronto: fanculo il congresso
del cazzo e sto imboccando l'orientale sarda in direzione Olbia.
Scorrono i bivi di Cala Liberotto, Capo Comino, Santa Lucia, La Caletta, san
Teodoro... angoli di Paradiso su una strada tutta curvosa e rimpiango ancora una volta di non essere in moto.
Eggià, si fa presto a dirlo: come avrei fatto a lasciare la mia jackie
abbandonata in un parcheggio di aeroporto per 24 ore?? La macchina ci può stare anche 24 giorni, chissenefrega.
Ho il tempo contato ma quando arrivo a Capo Coda Cavallo non mi so trattenere dal rallentare un attimo per imprimermi in mente i colori del mare tra Tavolata, Molara e Molarotto.
Eddire che sto per tradire questo mare per andare in quella fogna di Ostia...
In viaggio telefono alla banda dei mori. Quando riesco a parlare con Fabrizio
Kingfaber mi dice di chiamare Goffredo: si è offerto lui di venire a prendermi in aeroporto.
All'arrivo in aeroporto chiudo la macchina e mi avvio con l'attrezzatura minima d'ordinanza: casco e zainetto.
Rapido check in con qualche discussione per il casco che non rientra nella
misura dei 20 cm. di spessore. Quando il tizio capisce che sto per
fracassarglielo sulla testa mi lascia passare. Potenza del Look poco
rassicurante: il giubbottaccio e gli stivaloni devono fare il loro effetto.
Fossi stato in giacca e cravatta, mi viene da pensare, lo avrei intimorito meno.
Al controllo di polizia altro problema: nonostante mi privi anche della cintura
il cicalino suona più forte ad ogni tentativo. Mi ricordo quello che mi aveva
detto Pigi: "Prenditi gli stivali Belstaff che hanno i rinforzi in acciaio al
calcagno e sui malleoli".
Minaccio la poliziotta di togliermi gli stivali. Sto per farlo ma, forse
convinta dal caldo della giornata, mi ferma al volo. Controlla con il metal
detector portatile che rivela la presenza di metallo solo all'altezza dei
piedi.
Rimane un po' indecisa quando interviene un suo collega maschio che le dice: "Guarda che gli stivali da moto hanno i rinforzi in metallo".
Lei, di rimando: "E tu che ne sai?" "Prima ero motociclista alla stradale. Non so quanto mi son rotto le ossa con tutte quelle vibrazioni della moto. Adesso sono più fortunati: gli hanno dato le BMW..."
Conto fino a 1735 prima di rispondergli come si deve ma mi salva la tipa: "Va bene, può passare..." Mi fa.
Meno male che non ho il porto d'armi.
Salgo in aereo ed il decollo avviene in perfetto orario.
Per rifinire la mia relazione al Congresso ho lavorato fino alle tre del
mattino, sono stanco e subito dopo il decollo sono già addormentato.
Mi sveglia il contatto del carrello con la pista all'atterraggio.
Chiamo Goffredo che mi fa: "ora vedo di procurare una moto e vengo"
Non ho voglia di aspettare, lo ringrazio ma opto per un taxi. Che mi scarica
con precisione a tre chilometri dalla rotonda. Richiamo Gof che, capito al volo l'errore del tassista, questa volta viene di corsa. Con un V11!!!!!
Meno male che ha il portapacchi a cui attaccarsi! Comunque ad ogni
decelerazione Goffredo rischia di brutto!! Si salva perché non è il mio tipo.
Finalmente, verso le sei e mezzo, arrivo alla rotonda. Ci viene incontro
Francesca che mi saluta affettuosamente, ma mi rimane il dubbio che in realtà sia venuta per sincerarsi dell'integrità di Goffredo.
Il colpo d'occhio è suggestivo: striscione Moto Guzzi sulla balaustra, una
schiera di Breva nel parcheggio antistante la rotonda, un enorme aquilone con le bandierine sul cavo su cui si legge: "A N I M A G U Z Z I S T A".
Semplicemente grandioso!
Mi avvicino allo stand dove il Tatuato, Alberto, la sua gentilissima signora,
Marcello, Antonella ed altri festeggiano il mio arrivo. Mancano quasi tutti
perché non sono ancora tornati dal giro alla Tolfa.
Mi iscrivo al raduno e mi viene consegnata la tessera N. 125
Mi guardo intorno: fa un caldo afoso, ma non riesco a fare a meno di
soffermarmi a guardare la V8, un v11 da competizione, un Galletto con sidecar un Falcone Sport ed altri modelli esposti sulla rotonda.
Nel frattempo arriva Fange, subito indaffarato con i vigili che rompono i
coglioni su alcuni dettagli giusto perché non c'hanno un cazzo da fare. E'
sconvolto dalla stanchezza e non capisce manco l'affanculo in cartolina. Ma
sprizza energia e felicità da tutti i pori.
Dopo una mezz'oretta arrivano gli altri. Saluto la sezione geriatrica: Carlo
Morino, Orazio, Valerio Cottini e Signora, Giannino (non è in lista ma era con
noi anche al Mugello; e con i suoi 57 anni non sfigurerebbe qui dentro...).
Arrivano gli altri mori. Pedro è sconvolto dalla stanchezza e dal caldo. Mentre cerca di parcheggiarlo il Tizzone gli sfugge di mano e si sdraia per terra. Poco male: lo risolleviamo e raccogliamo il trasparente della freccia anteriore che si è rotto. Verrà prontamente incerottato in serata. Siamo stanchi ed assetati e la Brigata Sassari (Pedro, Giannino, Nico, Stefano chiazza Kingfaber ed io) si reca in pellegrinaggio al più vicino spaccio di birra fresca. Gianni Zinfo, Tonirag, e qualcun altro capiscono al volo e seguono. Quelli dello staffo, pur invitati, desistono per senso del dovere e continuano a presidiare lo stand.
Si fa l'ora di andare al campeggio, io mi devo ancora registrare.
E poi ci sarà la grande cena!!!
Stiamo per partire per il camping quando mi accorgo che serve una mano a
svuotare lo stand. Faccio quello che posso quando mi si avvicina Fange: "Vorrei chiederti una cortesia..."
Figurarsi! Con il culo che si è fatto per tutti noi avrebbe il diritto di
impartirmi ordini con il tono di un caporale della Wehrmacht!
"Visto che non hai la moto tua, potresti portare fino al campeggio il mio
Lemans?" Lo guardo bene e sto per dirgli malamente di non prendermi per il culo quando mi rendo conto che l'espressione è sincera. Occacchio!!!
Il dubbio è amletico ed immediato: lo ricovero subito, o dopo aver vilmente
approfittato del suo evidentissimo stato confusionale???
Ma la passione guzzista è superiore all'etica professionale: decido di
ricoverarlo DOPO aver provato la sua mitica creatura.

2 - La moto di Fange.

Io non sono MAI salito in groppa ad un Lemans.
O meglio: non sono mai salito in groppa ad un Lemans VERO.
Il V11 con l'ombrellone... beh, quello l'ho provato l'estate scorsa quando è
venuto a trovarmi Micky. Ma un Lemans vero... Anzi: Il Lemans per eccellenza!! Il Lemans 1!
Non riesco a credere che Fange mi ci voglia far salire veramente. Sono senza parole!!
Ed in effetti anche lui non è tranquillissimo. Comincia a spiegarmi cos'è la
frenata integrale, che bisogna frenare anche con il pedale...
Ammè mi vuole spiegare come si frena con l'integrale! Si è completamente
dimenticato che ho polemizzato con mezza lista sostenendo che fosse la migliore trovata della Guzzi, che senza mi sentivo un pesce fur d'acqua, che ho speso una milionata sul Jackal per aggiungere un altro disco davanti e collegarlo alla pompa del freno posteriore...
mi vede perplesso e sembra rassicurarmi: "le sospensioni sono settate per il mio peso, dovrebbero andare bene anche per te..." Figuriamoci!! Come se fosse un problema...
Vabbè. Mi rendo conto che non sta scherzando, che veramente ha bisogno di qualcuno che gli porti la moto fino al camping... non sto più nella pelle.
Salgo in sella.
La sella, non me l'aspettavo, è comoda.
Il manubrio, non me l'aspettavo, è in posizione comodissima, non sono costretto a rapporti perversi con il tappo del serbatoio.
La corsa del gas è, come direbbe Pedro, breve ma intensa.
Giro appena la manopola e, in un attimo, il contagiri è a seimila. L'avevo
visto solo su un'altra Guzzi: il V11 con cui correva l'anno scorso Fabio
Sotgiu. Lì c'avevano messo mano prima Poldino (maledetto porco!) poi mastro Scola...
Approfittando di un attimo di tregua nel traffico parto in tromba, anche perché ho visto che dall'altra parte della rotonda sta scomparendo la bandierina dei 4 mori della moto di Stefano, e devo seguirlo in fretta se voglio trovare il campeggio.
Taglio la rotonda di brutto facendo un po' di slalom tra le auto e imbocco il
rettilineo all'inseguimento di un cali EV.
Già dai primi metri mi rendo conto di alcune cose:
* la posizione di guida è comodissima, da turistica, mi ricorda il V65 SP.
* L'erogazione della potenza è strepitosa ma morbida, prepotente ma gestibile, impressionante e rassicurante allo stesso tempo. Come possa succedere è un mistero!!
* La maneggevolezza è da primato
Ma una Guzzi così non l'avevo mai provata. Alla prima rotonda piego appena e sento la moto che va da sé, come se la portassi già da anni... FANTASTICO!!
Mentre tengo d'occhio il traffico, gli incroci, la moto di Stefano che
finalmente ho raggiunto scorrono nella mia mente le frasi iperboliche, i
commenti entusiastici, gli inni alla Moto Sublime di Fange, del Comandante, i
Mauro & Danio e degli altri possessori di LeMans.
Di Pedro no. Quello ed il Giallobestia non hanno mai legato veramente.
Troppo simili tra loro, troppo bestie tutt'eddue...
Non si sono mai sentiti veramente a loro agio l'un con l'altra... Ecchessarammai, pensavo io, quanto la fanno lunga...
Sarà una Guzzi come un'altra...
Non avevo capito niente!
Non ci ero andato nemmeno vicino...
Adesso capisco!!
Adesso mi rendo conto!
Adesso comincio a realizzare...
Questa è una moto UNICA.
La docilità, l'ergonomicità e la facilità di erogazione di potenza superiori a
molte giappe su un telaio da re e con le due teste tonde!!!
Il tempo di cominciare a realizzare queste cose e siamo già arrivati al camping.
La parcheggio e scendo subito.
Non voglio cedere alla tentazione.
Mi vengono in testa le statistiche sull'uso dell'eroina:
solo uno su dieci di quelli che la provano una volta continuano a farlo,
ma solo uno su dieci di quelli che la provano due volte, riesce a smettere...
Ecco: se tante volte mi son chiesto che cosa provasse chi si faceva le pere...
Beh, ne sono certo!! nemmeno la metà del piacere che si prova a portare il
Lemans di Fange.
Starò attento a non salirci su un'altra volta...
Non vorrei intossicarmi...


3 - L'arrivo al camping.

Ci metto un po' ad orientarmi. Sono appena arrivato all'ingresso del camping
dove alloggeremo ma sono ancora imbambolato per l'emozione. Parcheggio con religiosa cura e cautela la moto di Fange, sbrigo le formalità e mi viene data la chiave del bungalow.
Essì, non è un problema di dimensioni: ma ho scelto di prendermi un alloggio
per conto mio spinto dall'istinto di sopravvivenza.
Un anno fa, infatti, andando al Mugello, sul traghetto avevo alloggiato con
Pedro in una cabina doppia. Alle cinque di mattina lui aveva abbandonato il
campo. Più tardi, incazzato come un drago, mi aveva mormorato che nel sonno riuscivo fare più casino del Giallobestia a seimila giri. Ed al rientro in
Sardegna, sbarcati ad Olbia, avevo rischiato il linciaggio sul molo.
Arriviamo al "Bungalow". E' quello che in italiano si potrebbe definire
"baracca" e in sassarese "casotto". E' costituito da un piccolo locale -
dormitorio con due brande a castello che mi ricordano il servizio militare ed
un ancor più piccolo cesso con doccia. Il tutto in legno di pino ed abete,
grezzo all'interno e dipinto di un simpatico accostamento di bianco e verde
all'esterno. La parte più carina è sicuramente la verdina esterna, che promette ospitalità per il dopo cena...
Metto in ghiacciaia la bottiglia di filu 'e ferru che mi son portato appresso e
mi do una sciacquata. Quando esco mi avvicino alla confinate baracca degli
altri Mori. Atmosfera rilassata, cazzeggio libero, Pedro che promette
solennemente di non rientrare in Sardegna s non sarà riuscito a baciare in
bocca Orazio prima dell'alba, Fabrizio Kingfaber che sproloquia sulle
prestazioni del suo Stone, Nico e Giannino che si preparano per la cena. Nelle baracche intorno altri guzzaroli che tirano tardi in attesa dell'ora di cena.
Valerio Cottini e Signora Cottina, (perdonatemi: l'avevo già conosciuta al
Mugello ma per i nomi non ho buona memoria) che alloggiano nei paraggi, si
godono al scena.
Decidiamo di andare al ristorante a piedi: nessuno di noi sa se, dopo cena,
sarà in grado di salire in moto e condurla sullo sterrato del camping. Prima di
incamminarci sistemiamo al fresco l'occorrente per la notte: formaggi, vino,
mirto e acquavite.
Mentre andiamo al ristorante mi si avvicina un simpatico ragazzino sulla
cinquantina : "sei Piero Pintore?" "Sì" rispondo interrogativo...
"Sono Aldo Locatelli". Il grande Aldo ?!? proprio lui, Lucadèl?
Ci scriviamo da due anni e non ci conoscevamo.
Già per lettera mi sembrava uno in gamba, e l'incrocio del suo sguardo e la
sua stretta di mano mi confermano quell'impressione. Mi presenta la moglie e mentre camminiamo mi racconta di sé, delle moto, del suo lavoro...
Rifletto sulla magia del contesto di questa lista.
Non ci eravamo mai visti ma ci sentiamo subito perfettamente a nostro agio.

 

4 - La cena.

Quando arriviamo al ristorante ci perdiamo nella fiumana di gente già presente.
Cerco un posto in un tavolo in cui non conosco nessuno, ma non ci riesco: la
timidezza prevale e, nonostante la voglia di andare all'incontro per
conoscersi, tutti optano per stare a tavola con i soliti amici di sempre.
Con gli altri mori scegliamo un tavolo vicino ad una finestra dove si
accomodano anche Gianni Zinfo, il cognato ed una coppia di loro amici. Ma i
Cottini non ci stanno per cui Pedro si siede con loro nel tavolo a fianco. Il
suo posto viene preso da Tonirag. Mentre stiamo cominciando a chiacchierare, in attesa degli antipasti, Zinfo apre una borsa frigo, ne estrae un prosciutto intero e trasforma il frigo in "culla". In pochi minuti tutti assaggiamo un prosciutto che somiglia molto a quelli di Fonni: semifresco, salato, piccantino...
Solo a ripensarci mi viene la pelle d'oca. Grande Zinfo: non tanto per il dono
in sé, pure notevole: ma proprio per aver avuto l'idea di portarlo, di voler
condividere con gli amici qualcosa di "suo". La grandiosità sta proprio in
questo: mi fa piacere stare con voi, ho pensato che vi avrei incontrato ed ho pensato di portare qualcosa con me per festeggiare l'incontro.
Bellissimo!
Anche e soprattutto perché tocca corde che, in noi Sardi, sono parte del DNA.
Grazie Zinfo!
Grazie per averci riservato quest'onore.
Tu parli una variante del romanesco che alle nostre orecchie suona come il
logudorese!
La cena prosegue tra frizzi e lazzi, di turno sono soprattutto Kingfaber e
Tonirag, ma anch'io mi prendo la mia giusta e meritata parte di sfottò.
Ogni tanto giro per i tavoli, cercando di individuare qualche viso, qualche
fisionomia...
Ma quello è il Firmino! E doveva venire in moto con Gabry, che non conosco: mi avvicino al tavolo e mi presento. Sì, è proprio lei, diversissima da come la
immaginavo: una che va in giro su un California dicendo
bruciamichetibrucioanch'io te l'immagini giunonica e forse nerboruta.
Nient'affatto! Minuta, carina, un viso dolce, delicato...
Eppoi ci sono tutti gli altri, conosciuti e non.
Tra gli altri avvicino Toni cantachetipassa, Marcello & Antonella, Andrea il
tatuato (sempre attivissimo, come al solito), Ciro & Enza, che, scherzando,
cercano pecorino (lei si finge anche in gravidanza per pietirlo), Pasquale che
sogna i centauri ...
Mentre mi guardo intorno felice e finalmente rilassato dopo tanti giorni di
stress, pur contento e grato a chi ha voluto organizzare tutto questo, ho un momento di magone: peccato che manchino alcuni che avrebbero reso veramente unica quest'occasione: Gnappo, Danio & Mauro, Simona-.
Ma anche Filippo & Pina di Catania, Il "grande" Nicola di Trapani, mio sosia,
con Pippo; Alessandro Six depatentato, il Pinetti militarizzato...
Eppoi....
Diciamocelo chiaro...
Quando manca Giessezeta si fa subito un grande silenzio!
Ma la compagnia intorno a me non lascia molto tempo per la malinconia. E mentre Fabrizio Kingfaber sta raccontando le sue epiche imprese sulla Tolfa ecco che il Tatuato a gran voce richiama l'attenzione di tutti mentre quel marpione di Goffredo inizia ad arringare le folle.
Si sono inventati anche le premiazioni!!!
Meno male che da subito si capisce che non è una cosa seria.
Nel senso che accanto ad alcuni giusti pubblici riconoscimenti e ringraziamenti a chi ora e da sempre ha collaborato al sito, agli incontri, a fornire notizie, ricordi e racconti sul mondo Guzzi;
ci scappano pure un premio al Tatuato per ( "Motivazione Ufficiale":)) "averci, da sempre, dato la schiena" ed una targa a "Guzzistiliberi" che viene
consegnata, non si capisce perché, a Pedro e me!
Ma che dovrebbe dire il povero Ettore Sentenza De Simone che la lista l'ha
fondata????
Non si sa.
Comunque grazie di cuore a tutto lo staffo per questo gesto d'affetto. Ci
vediamo in Sardegna!!!
La cena termina in un clima ancor più allegro di com'era cominciata. Defluiamo
pian piano verso il piazzale dove è stato organizzato uno spettacolo di
"artisti da strada" Uno ha anche il coraggio di chiedermi di lanciargli un
birillo. Ed io, che sono monocolo, sbaglio clamorosamente la distanza!
Al termine ci sarebbe la discoteca maaa....
La sezione geriatrica sarda non ama l'arte tersicorea né il chiasso da
discoteca, per cui lanciamo l'avviso agli amici vicini e lontani: "Vi
aspettiamo al Bungalow!"
Essì, urge la necessità di uno o più digestivi....
Ma di questo parleremo alla prossima puntata.
4 - continua

 

 

 

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